Luca Cordero di Montezemolo lascia la presidenza di Alitalia. Pur rimanendo all’interno del consiglio di amministrazione, il manager ha deciso di non attendere la riunione di domani volta all’approvazione del nuovo piano industriale. Cosa accadrà ora al titolo?
Il governo cinese contro i magnati del calcio
Il governo cinese si mostra contrariato agli investimenti dei suoi magnati nel mondo del calcio europeo. I miliardari cinesi sono sempre più presenti nel vecchio continente per acquisizioni e partecipazioni nelle migliori squadre calcistiche, un modo come un altro per penetrare i mercati attraverso la popolarità del calcio. Ma il governo, e la banca centrale cinese, per bocca del suo governatore Zhou Xiaochun, non sono affatto contenti del fenomeno scatenato in Europa da molti Cinesi, dopo aver messo anche un tetto all’arrivo di stranieri strapagati nel loro calcio. Per il governatore Xiaochun, molti investimenti sono stati frettolosi e non in linea con i desideri del governo, non portando nessun concreto vantaggio nel paese. La Cina infatti, non vede gli investimenti nel mondo dello sport e dell’intrattenimento, un modo fruttifero di spendere i capitali, e creano anche dei malumori verso i paesi. Questi investimenti non farebbero parte delle politiche economiche cinesi, e saranno limitati. Intanto, i milionari di Pechino, hanno investito già due miliardi in Europa, prendendo proprietà su squadre di tutti i campionati, partendo dall’Inter fino all’Atletico Madrid, passando dal Nizza all’Aston Villa. Squadre gloriose e conosciute, ma quale sarà il ritorno preteso dai cinesi. Il governo non vede vantaggi, e non crediamo che i cinesi agiscano solo per passione sportiva.
Lego chiude 2016 con fatturato record
Lego chiude il 2016 con un fatturato record di 5 miliardi di euro: un obiettivo impensabile qualche anno fa per l’azienda danese se si pensa che nel 2005 per non fallire il brand era stato costretto a vendere i suoi parchi a tema. Ora, grazie ad una buona politica economica e commerciale il marchio è uno dei migliori sul mercato.
Comprare azioni: come scegliere in base al prezzo
Quando ci si avvicina ai mercati azionari, i dubbi sono sempre molti, soprattutto sui tempi. Una cosa è comunque certa, il guadagno può esserci sia con i mercati in rialzo, che con quelli a ribasso. Infatti, se si riescono a comprendere i meccanismi del mercato, entrambe le situazioni possono essere favorevoli. Un punto di riferimento possono essere i prezzi delle azioni, quando non sono viziati da un eccesso di manipolazione, e quando l’azienda oggetto del titolo, sta facendo utili ma ha anche un programma di investimenti per la sua crescita. Qui entra in gioco l’abilità del trader di azioni, che deve comprendere se c’è una sopravalutazione dell’azienda, studiandone i programmi, o una sottovalutazione. Una sopravalutazione, potrebbe suggerire la vendita delle proprie azioni, in modo da realizzare il profitto prima che queste cadano, una sottovalutazione potrebbe suggerire l’acquisto, in attesa che l’azienda riesca a sfruttare appieno il suo valore.
Certamente qui la scelta rientra nella prospettiva del breve o del lungo periodo. Quando c’è una crescita prolungata del prezzo delle azioni, ci troviamo generalmente di fronte ad un’azienda sana, che potrà garantire dei profitti anche a lungo termine, mentre per quelle aziende cui valori oscillano, il discorso è più complesso, e bisogna sempre essere pronti a vendere prima della contrazione, magari per riacquistare poi le stesse azioni a prezzi più bassi e attendere che salgano di nuovo.
Intesa Sanpaolo cede Allfunds Bank
Intesa Sanpaolo fa la sua prima mossa dopo la “caduta” del’opzione d’acquisto delle Generali e lo fa annunciando la cessione completa dell’intera quota di Allfunds Bank (Afb) ovvero il 50% del capitale che deteneva attraverso la controllata Eurizon Capital Sgr.
Il rally di Poste Italiane
Poste Italiane vola in borsa e segna già un +4% in apertura dei mercati, nonostante Milano sia in leggera flessione di un -0,56%. Il titolo di Poste Italiane è molto ricercato oggi, forse grazie alle voci che vogliono la distribuzione di un maxi dividendo straordinario per gli azionisti. Visto l’ottimo andamento del titolo, la dirigenza delle poste ha pensato a rilasciare un dividendo straordinario, ma la decisione non è stata ancora presa in quanto adesso, il Tesoro, ancora proprietario di maggioranza, potrebbe cambiare idea sul collocamento del 30% di azioni sul mercato, preventivato per far cassa. A immettere liquidità potrebbe essere proprio il buon andamento dell’azienda, con il governo che potrebbe sfruttare i dividendi e dirottare l’idea originale su una vendita delle quote a Cassa Depositi e Prestiti, che detiene già il 30% delle stesse Poste Italiane. Prima di questa acquisizione della Cassa Depositi, il governo avrebbe pensato ad una distribuzione ai soci, di 1 miliardo di euro di dividendi, mentre la Cassa Depositi potrebbe sfruttare i dividendi proprio per l’acquisizione del 30% di Poste Italiane.
Ma queste non sono le sole opzioni sul tavolo. Il governo potrebbe anche rinviare il collocamento di questo 30% fino ad autunno, con una seconda IPO a gennaio quindi da smentire.
Snapchat, esordio eccellente a Wall Street
Si è resa protagonista di un eccellente esordio a Wall Street Snap, l’azienda “madre” di Snapchat, l’app di messaggistica istantanea video. Per lei, partita da una base azionaria di 17 dollari, un immediato aumento pari al 41% del suo valore.
Cosa è il Bitcoin e quali sono le differenze con le altre criptovalute
Il Bitcoin, anche conosciuto con il suo acronimo BTC, è una valuta digitale. Rientra tra quelle che vengono definite le criptovalute. Questa moneta digitale è creata elettronicamente e non è controllata da nessun governo o banca centrale. La gestione di questa moneta digitale si basa su un complicato algoritmo che determina il valore del Bitcoin quando viene creato e la quantità di valuta in circolazione.
Diversamente dalle altre monete fiat come l’euro, la sterlina o il dollaro, il Bitcoin non è stampato e il suo valore non è collegato all’andamento dell’economia. Anche se la produzione dei Bitcoin è in mano alla gente, il suo creatore che si nasconde dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, ha stabilito la quantità massima di BTC che verranno messi in circolazione ad un massimo di 21 milioni. Questo significa che quando questa soglia verrà raggiunta non ci saranno più Bitcoin disponibili.
A tutto oggi, persone comuni e aziende producono Bitcoins attraverso tecnologie sofisticate e potenti sistemi computerizzati. Quello che rende questa moneta digitale degna di nota è il fatto di essere facilmente trasferibile, completamente anonima e di avere costi di commissioni sulle transazioni bassissimi
Perché il BTC è diverso dalle valute tradizionali e dalle altre monete digitali?
Innanzitutto, nessuno stampa I BTC . È una moneta digitale. Per poterla conservare bisogna salvarla sul proprio hard drive o, cosa più consigliata, utilizzare dei portafogli digitali per Bitcoins. La quantità minima di BTC che è possibile scambiare è di un Satoshi, che corrisponde a 1/100,000,000 di Bitcoin.
Il BTC non ha un valore intrinseco. Le monete classiche basavano il loro valore su metalli preziosi come l’oro e l’argento. In tempi passati era possibile recarsi in banca con dei dollari o delle sterline e chiedere in cambio la quantità corrispondente di oro o argento. Questo non è assolutamente possibile con i BTC in quanto il loro valore viene determinato solamente da una formula matematica. I software che applicano questa formula matematica sono open-source ed è quindi piuttosto semplice garantire la trasparenza, la funzionalità e l’integrità di tutto il processo.
Le differenze quindi tra BTC e le valute comuni sono sostanziali e includono il totale anonimato, l’assenza di burocrazia, l’essere scollegata da un’autorità centrale come banche o governi, la trasparenza, le spese di commissione bassissime e la velocità con cui le transazioni vengono eseguite.
Anche le differenze tra i Bitcoin e le altre valute digitali come il Litecoin sono significative. I BTC sono stati creati nel 2009 con l’obiettivo di diventare la moneta digitale di riferimento. La differenza più importante tra Bitcoin e Litecoin sta nell’algoritmo che viene utilizzato per crearli.
Il Litecoin utilizza Scrypt come algoritmo di mining mentre il BTC utilizza l’algoritmo SHA2. L’utilizzo di Scrypt rende molto più facile produrre i Litecoin. Non occorrono infatti tecnologie avanzate ma si possono produrre Litecoin anche su computer normali utilizzando le GPU più diffuse. La maggiore facilità di produzione incide però sul prezzo della valuta che è inferiore a quello del BTC. Scrypt è inoltre un algoritmo meno diffuso rispetto a SHA2 e anche meno controllato. Alcuni analisti hanno infatti sollevato dei dubbi in merito alla sicurezza di questo sistema crittografico. È generalmente assodato che il Bitcoin sia una valuta digitale più sicura del Litecoin.
Altra differenza importante fra le due valute digitali è la quantità delle stesse in circolazione. Come menzionato in precedenza la produzione di BTC si fermerà una volta raggiunti i 21 milioni di unità mentre per il Litecoin questo limite è stato stabilito in 84 milioni di unità.
Dove si comprano e vendono I BTC?
Il Bitcoin può essere acquistato o venduto attraverso diversi siti online. Prima di procedere con l’acquisto occorre munirsi di un portafoglio digitale su cui conservare la valuta. Questi si possono trovare on-line e sono compatibili con i principali sistemi operativi. Al momento non esistono assicurazioni per proteggere questi portafogli digitali. In alternativa la moneta può essere conservata su portafogli digitali portatili o servizi di iCloud.
Al giorno d’oggi esistono moltissimi siti che accettano i Bitcoin come forma di pagamento fra cui anche colossi del calibro di Amazon e Expedia. I BTC stanno diventando una forma popolare di pagamento anche per l’acquisto di connessioni VPN grazie proprio alla loro caratteristica di totale anonimato. In alternativa, la moneta digitale può essere scambiata anche a livello personale tra singoli utenti.
A momento il mercato dei BTC non è regolamentato ma si stanno muovendo i primi passi in questa direzione. Visto il successo della moneta digitale, molti governi cominciano ad esprimere preoccupazione per eventuali frodi, riciclaggio di denaro sporco e tassazione e si stanno perciò operando per poter creare una regolamentazione al riguardo.
Il prezzo attuale del BTC è di $1.130,15, molto vicino alla quotazione dell’oro a $1239,80 l’oncia.
Obbligazioni messicane. Un investimento in pesos
Per chi fosse interessato ad investire in pesos, l’istituto tedesco KFW offre il 5,50% sui suoi bond che hanno la tripla A di rating. Si tratta di nuovi bond (XS1520710788) molto sicuri, perché l’istituto è controllato dallo stato, e offre redditi fissi. C’è da valutare inoltre, l’attuale debolezza del pesos sui mercati valutari, che potrebbe garantire un ulteriore ritorno se la valuta messicana dovesse rialzarsi. Poi ci sono i rendimenti negativi dei mercati attuali, che rendono questi bond più attraenti, con la possibilità di diversificare gli investimenti.
Sono stati emessi bond per un valore complessivo di 2 miliardi di pesos, il 22 novembre scorso, al prezzo di 98,86. I bond sono negoziabili in Borsa Italiana e Euro TLX e pagano ogni 22 novembre il 5,50% di coupon. L’imposizione fiscale su queste obbligazioni è del 12,50%, ma dovrete sempre tenere a mente il rischio del cambio valuta. Il pesos è una valuta molto volatile, e debole, per cui gli analisti la giudicano molto vicina alla volatilità della lira turca. L’ultimo anno ha visto il pesos perdere il 20% sull’euro, e il 2017 si è aperto con un -8% finora. La moneta messicana è fortemente legata al prezzo del petrolio, e quindi dovrete tenere d’occhio anche questo indice, se vorrete acquistare questi bonds. Secondo gli analisti, il ribasso del greggio dovrebbe arrestarsi, e il petrolio tornare a salire di quotazione, portando con se anche il pesos, verso l’alto, rappresentando un ulteriore guadagno per l’investitore.
Collocamento titoli: asta del 27 febbraio
L’asta del Ministero del Tesoro sui Btp ha visto il collocamento di 7 miliardi di euro per i bonds al 2022, al 2026 e al 2027, ma anche un rialzo dei tassi alla conclusione dell’asta, con segni di cedimento dei titoli italiani. La curva dei rendimenti è influenzata sia dalla politica della BCE. Che da quella della FED, che ora non agiscono più all’unisuono, ma la prima continua con il programma di QE, mentre la seconda ha ormai deciso il rialzo dei tassi in marzo. Poi c’è attesa per le presidenziali francesi, un po’ meno per le politiche tedesche, e grande incertezza per l’Italia, che non sa ancora se fare le elezioni a giugno o no.
La forte pressione si era manifestata già la scorsa settimana, con il collocamento dei CTZ. Per chi ha voglia di realizzare comunque, sembra che il nuovo andamento a lungo termone dei Btp, sia quello di un rialzo dei rendimenti. I Btp ad aprile 2022 ha visto il collocamento di 4 miliardi di euro al 1,11% di rendimento, mentre i Btp a giugno 2026 ha visto il rendimento a 2,05%. Infine, sono stati collocati 2 miliardi sui Btp al 2027, con un rendimento al 2,28%.
La domanda ha superato l’offerta, e gli analisti vedono l’influenza delle aspettative di inflazione.
Intesa SanPaolo fa marcia indietro su Generali
Intesa Sanpaolo fa marcia indietro su Generali dopo aver valutato ogni aspetto della possibile fusione. Lo ha fatto sapere attraverso una nota con la quale ha sottolineato come non esistano le basi al momento per un simile passo tecnico.
Investire nell’arte. Una scelta da intenditori
Investire nell’arte sta diventando una tendenza molto diffusa in questo decennio, ma questo tipo di investimento è molto rischioso, in quanto non solo bisogna essere degli intenditori di artisti, ma conoscere bene i meccanismi del mercato. Inoltre, ci sono i falsi, molto diffusi, proprio per gabbare i tanti che vogliono tentare di fare profitti nell’arte, falsi molto spesso talmente ben fatti, da ingannare anche grandi esperti e musei famosi. Fare una certificazione artistica infatti, non è affatto semplice, e prevede delle spese, soprattutto se siamo di fronte a reperti più o meno antichi, che richiedono esami specifici sui materiali per la datazione. Più semplice può essere investire in arte contemporanea, in cui molti spesso seguono solo il trend dell’artista del momento. Poi spesso, le dispute tra esperti sull’autenticità o meno di un’opera, valgono la stessa opera, anche se falsa, ma in generale, i falsi d’autore, discreditano il mercato e allontanano gli investitori.
Comunque gli investimenti in arte contemporanea sono molto vantaggiosi, e anche sicuri, soprattutto se confrontati con l’arte antica, molto più rischiosa. Un’opera d’arte contemporanea rende molto di più delle speculazioni borsistiche, anche se c’è il problema, non irrilevante, della custodia del bene. Certo, rimane il problema della valutazione, da fare con ponderatezza, e solo dopo aver appreso molto più che le nozioni base dell’arte.
Petrolio, prezzo nuovamente vicino ai 30 dollari?
E’ possibile un nuovo crollo del prezzo del petrolio intorno ai 30 dollari? Al momento la situazione del mercato ci mette davanti all’accordo dell’OPEC per tagliare la produzione di petrolio di 1,2 milioni di barili al giorno e altri 11 paesi hanno seguito la stessa linea.
Il collocamento dei bonds francesi
La Francia ha collocato nuovi bonds del Tesoro, ma tutti a rendimento negativo, all’asta il 17 febbraio corrente. L’Agenzia del Tesoro AFT ha infatti comunicato di aver collocato 6,119 miliardi di euro di questi titoli, tutti a breve termine (BTF), di cui 3,130 miliardi con scadenza a tre mesi, e rendimento di -0,652%, rispetto al -0,671% dell’asta precedente. Altri bond a sei mesi sono stati collocati, per un importo pari a 1,593 miliardi, al rendimento di -0,657% , con uno scarto rispetto all’asta del 13 febbraio, di qualche decimale di punto. Infine, altri bonds a 12 mesi, per circa 1,396 miliardi, stavolta con rendimento dello -0,574%. Per la Francia una raccolta piena nella vendita dei titoli, anche se pesa l’incertezza sul futuro in vista delle prossime elezioni tra poco meno di due mesi.
Un futuro che vede le destre nazionaliste ed antieuropeiste in forte ascesa per la corsa all’Eliseo, anche se è probabile che le coalizioni di sinistra riescano ad aggiudicarsi la presidenza. Se così non fosse, la Francia potrebbe pagare un prezzo più alto per lo spread, e ci potrebbero essere importanti occasioni per gli investitori, sul mercato secondario.