Boom di quotazioni per gli Uridashi Bond

Gli Uridashi Bond stanno godendo di una popolarità senza precedenti: si tratta di quei titoli obbligazionari che vengono venduti come debito nel mercato europeo e in principale misura agli investitori individuali di nazionalità giapponese. Da qualche tempo a questa parte, infatti, si registrano quotazioni con cadenza settimanale e da parte di compagnie piuttosto importanti e solide dal punto di vista finanziario. L’ultima in ordine temporale è stata una banca, la tedesca Deutsche Bank, la quale ha puntato su un importo complessivo di trentotto miliardi di rupie indonesiane, con una cedola di 5,5 punti percentuali.

Lo Yemen punta sui bond per i progetti infrastrutturali

Lo Yemen, nazione asiatica di cui si sente spesso parlare per la propria povertà e purtroppo per i recentissimi disordini politici, sta pianificando tra mille difficoltà la propria emissione di bond islamici: l’intenzione è quella di finanziare in maniera adeguata i principali progetti del governo di Sana’a, come confermato da Mohamed Awad Bin Humam, governatore della banca centrale. Vi sarà quindi una stretta collaborazione con il ministero locale delle Finanze, in modo da lanciare sul mercato un prodotto importante e soprattutto in tempi rapidi. Gli esecutivi asiatici e mediorientali si stanno rivolgendo con sempre maggiore convinzione agli investitori locali in sukuk, dato che i progetti infrastrutturali sono divenuti una priorità importante.

Secondo fondo comune per Al Hilal Bank

È tutto pronto per il secondo fondo comune di investimento gestito dalla Al Hilal Bank: si tratta di uno strumento a reddito fisso per l’istituto di Abu Dhabi, il quale ha dato vita a una struttura che sarà ben aperta, con il periodo dell’offerta iniziale che durerà per circa un mese proprio dalla giornata di oggi. Gli investitori coinvolti, inoltre, potranno contare su una sottoscrizione minima di ben diecimila dollari, mentre ogni singola unità finanziaria avrà a disposizione dieci dollari complessivi, uno degli importi più bassi del mercato. In pratica, il ruolo della banca araba sarà quello di sponsorizzare il fondo stesso.

Nuovi record per i futures su bovini e suini

I futures sulla carne bovina sono aumentati al loro livello più alto di tutti i tempi per la decima volta nel corso di quest’anno: il motivo è presto detto, sta crescendo in maniera importante la domanda per il manzo statunitense, oltre ai costi più alti per quel che concerne le principali catene di ristoranti, tra cui si può ricordare Chipotle Mexican Grill Incorporated. Allo stesso modo, anche i contratti futures che osservano da vicino le performance della carne suina sono risultati in rialzo. C’è anche da dire che i prezzi globali del cibo sono incrementati nel corso del mese di gennaio come non succedeva da almeno undici mesi, secondo quanto stimato in maniera opportuna dalle Nazioni Unite.

Ubs emette una obbligazione ibrida a dieci anni

Ubs, tra gli istituti di credito più famosi della Svizzera ma non solo, ha quotato un bond decennale in grado di assorbire le proprie perdite: il rendimento di base è stato senza dubbio più basso rispetto a quanto ci si aspettava inizialmente, un tentativo estremo di conquistare la fiducia di quegli investitori che puntano a simili caratteristiche finanziarie. L’obbligazione a cui si sta facendo riferimento sarà subordinata al Tier 2, il requisito supplementare di capitale di ogni banca, e garantirà un ritorno economico di ben 7,25 punti percentuali. L’importo complessivo è stato fissato in due miliardi di dollari, ma la domanda da parte dei soggetti interessati è andata ben oltre le previsioni, con 5,5 miliardi complessivi.

Crédit Agricole aggancia il proprio Equity Protection a Telecom Italia

La celebre banca francese Crédit Agricole ha iniziato da qualche giorno la negoziazione dei suoi nuovi certificati di investimento sull’apposito segmento di Borsa Italiana, il Sedex: si tratta, nello specifico, di Equity Protection che andranno a monitorare con la massima attenzione il titolo azionario di Telecom Italia. Quali sono le caratteristiche più importanti in questo senso? Anzitutto, bisogna precisare che la liquidazione sarà di tipo monetario: in aggiunta, la data di negoziazione ex-diritto al versamento dell’importo periodico comincerà a decorrere dal secondo giorno di mercato aperto che precede le rispettive date di registrazione. Lo strumento in questione (il codice Isin di riferimento è GG00B716M659) prevede una maturazione tra cinque anni, con la data di scadenza che è stata fissata al 22 dicembre del 2017.

L’Fmi sconsiglia i bond islamici al Qatar

Le banche convenzionali del Qatar non dovrebbero avere il permesso di investire in bond islamici, i famosi sukuk di cui si sente tanto parlare: è questa la conclusione a cui è giunto il Fondo Monetario Internazionale nel suo report dedicato alla nazione asiatica. Per quale motivo una constatazione così perentoria? Il team dell’organizzazione di Washington ha visitato il piccolo stato arabo lo scorso anno e i risultati di questa missione sono ben riassunti dalla frase appena menzionata. Secondo il Fondo, diverse emissioni obbligazionarie meritano ancora una considerazione, in modo da assicurare che gli obiettivi desiderati siano implementati nella maniera più giusta.

Investimenti in Oro a rischio

Se nel lungo periodo l’Oro non cambia la sua posizione di prodotto “difensivo” contro le speculazioni e la crisi, nel breve e nel medio la situazione è ben diversa e chi cerca guadagni in periodi di tempo piuttosto stretti potrebbe al momento avere problemi con l’oro in acquisto.

Il top sfiorato lo scorso settembre vicino a 1950 punti sul future continuo del Gold è stato il punto in cui è iniziato il crollo verticale che ha fatto uscire dal mercato tutti gli investitori di un certo arco temporale che lavorano a stop-loss stretti; il bottom 400 punti sotto circa ha sostenuto l’andamento dell’Oro che però da Ottobre scorso ad oggi ha stretto il range di interesse disegnando swing pericolosi e perdendo continuità nel prezzo.

Nuovo bond Fiat in franchi svizzeri

La domanda ha raggiunto un ammontare senza dubbio interessante e Fiat spa non ha potuto che approfittarne: l’occasione è infatti divenuta propizia per il Lingotto per aumentare le dimensioni del suo ultimo prestito obbligazionario, il quale è stato lanciato nel corso della giornata odierna e che beneficia della denominazione in franchi svizzeri. L’importo complessivo, inizialmente fissato in 250 milioni, è poi salito fino a 450 milioni di franchi. Che tipo di bond ha messo a disposizione la casa automobilistica di Torino? Volendo essere più precisi di quanto fatto finora, l’emissione vera e propria è stata curata dalla divisione Finance & Trade Limited della stessa Fiat (la società piemontese ha esercitato la garanzia finale).

Investire nel Forex 2012

Dovendo scegliere gli investimenti migliori per tutto il 2012 la maggior parte dell’attenzione è ricaduta sulle commodities e sui metalli preziosi. Il caso del mercato delle valute va’ trattato a parte e per il momento non serve scendere nel dettaglio dei singoli cambi perchè il quadro generale è uguale per tutti e le premesse sono ben chiare.

La crisi dei mutui sub-prime ha destabilizzato il Dollaro USA e tutti i cambi interessati anche se il 90% dell’attenzione è ricaduta sull’Euro, visto che sembrava essere la valuta pronta a sostituire il Dollaro USA. In realtà la conseguenza della crisi è stata una bolla speculativa che invece di definire una tendenza sui fondamentali dell’Euro ha scatenato un rialzo motivato dal crollo del Dollaro USA.

Il dividendo di Bnp Paribas per il 2012 sarà di 1,20 euro

Il gruppo bancario Bnp Paribas è pronto a mettere a disposizione un dividendo azionario davvero interessante, 1,20 euro per ogni singolo titolo: la proposta giungerà nel corso del prossimo consiglio di amministrazione, con l’istituto di credito francese che farà tesoro ovviamente degli ultimi risultati conseguiti, vale a dire quelli dello scorso anno. Entrando maggiormente nel dettaglio, agli azionisti interesserà sicuramente sapere che lo stacco della cedola in questione è previsto per il prossimo 30 maggio; da questa data e fino al 15 giugno successivo (quest’ultimi giorno è incluso nel conteggio), si potrà optare per il versamento del dividendo in due modi, o il denaro cash, quindi in contanti, oppure in nuovi titoli azionari.

Dividendo Eni in aumento nel 2012

È proprio tempo di distribuzione dei dividendi: anche Eni non è da meno e il suo consiglio di amministrazione ha deciso di proporre un utile pari a ben 1,04 euro per ogni singolo titolo azionario, una somma che è superiore rispetto a quella proposta nel corso del 2011 (un euro per la precisione). Cinquantadue centesimi sono stati distribuiti già da tempo a titolo di acconto, quindi la seconda metà sarà di uguale importo. Per quale motivo l’Ente Nazionale Idrocarburi ha incrementato i dividendi in questione? Si tratta della conseguenza più diretta degli ultimi dati finanziari che sono stati pubblicati, vale a dire quelli del 2011, con un utile netto che è sì calato di oltre dieci punti percentuali, ma non come previsto dagli analisti (1,54 miliardi di euro nel complesso).

Dividendo Beni Stabili 2012 invariato

La società immobiliare di Aldo Mazzocco ha appena diffuso i dati relativi al bilancio 2011; Beni Stabili avrebbe chiuso l’anno 2011 con un calo netto degli utili del 76% rispetto al periodo precedente e più precisamente con un utile a 18.8 milioni di euro rispetto ai 78.8 del 2010. I dati che emergono nello specifico vedono una posizione netta pari a -2.232.8 milioni in aumento di 148.1 milioni rispetto all’anno precedente mentre il margine sulle vendite è passato da 4.3 milioni a 2.3 milioni di euro. Il controvalore mosso nel 2011 di immobili è stato di 96.2 milioni di euro e i ricavi lordi sono pari a 2.18.7 milioni di euro.

Parmalat, le indiscrezioni sul delisting e il dividendo

Il titolo azionario di Parmalat sta vivendo una situazione davvero particolare: l’ultimo rialzo di ieri è stato davvero prodigioso, addirittura pari a 5,46 punti percentuali, con la quotazione complessiva che si è attestata sugli 1,68 euro e i volumi in costante aumento. In pratica, oltre all’asta di volatilità, bisogna considerare il fatto che si sta parlando in maniera sempre più diffusa della possibilità del delisting, anche se l’azienda di Collecchio ha smentito in diverse occasioni, così come anche l’azionista di maggioranza, la francese Lactalis. Che cosa c’è di vero allora? Tutto sembra essere nato subito che la famiglia Benetton ha lanciato l’offerta pubblica di acquisto (opa) sul gruppo omonimo, il tutto finalizzato appunto all’uscita dal listino titoli.