Société Générale lancia nuovi bond a tasso fisso e variabile

Société Générale è ancora una volta protagonista sul mercato obbligazionario italiano. Sono infatti in negoziazione da oggi sul segmento ExtraMot di Borsa Italiana, nuovi bond a tasso fisso e variabile erogati dalla celebre banca d’affari transaplina.

Apple eroga dodici miliardi di Bond

Nonostante Apple abbia in cassa 216 miliardi di dollari, macinando utili grazie alle vendite di iPhone e affini, per remunerare gli azionisti mediante un piano di riacquisto di titoli propri e la distribuzione di dividendi, ricorre al mercato: eroga obbligazioni, si indebita e raccoglie la liquidità necessaria.

Tango bond, risparmiatori italiani saranno risarciti dopo 15 anni

C’è l’accordo sui tango bond. Il ministero del Tesoro e della Finanza Pubblica della Repubblica Argentina e la Task Force Argentina (Tfa) hanno individuato un’intesa al fine di risolvere la controversia basata sul Trattato bilaterale Italia – Argentina nell’arbitrato presso il Tribunale ICSID della Banca Mondiale in cui si è richiesto il risarcimento dei danni per violazione dei diritti rivenienti dal diritto internazionale di circa 50.000 obbligazionisti retail italiani possessori di circa novecento milioni di euro di bond argentini in default rappresentati dalla Task Force Argentina.

I rischi per i risparmiatori di Veneto Banca

Veneto Banca si appresta a voltar pagina dopo le inquietanti vicende di inizio anno. I soci sono infatti chiamati in assemblea straordinaria per votare la trasformazione in società per azioni con quotazione in borsa nel 2016 e un contestuale aumento di capitale da 1 miliardo di euro.

Bond Thyssenkrupp, rendimento al 3%

Thyssenkrupp continua ad andare male in borsa. Le azioni del gigante tedesco attivo nel comparto siderurgico restano vicino ai minimi degli ultimi 3 anni, malgrado i dati dell’esercizio fiscale 2015 non abbiano destato grandi sorprese.

Banca Etruria e il caso della obbligazioni non subordinate: l’analisi di Geneve Invest

16salvataggio-banche-bufaleIl decreto salva banche del governo Renzi le ha portate prepotentemente alla ribalta nel corso degli ultimi giorni. Parliamo delle obbligazioni subordinate, 60 miliardi di euro (stima Ansa) potenzialmente azzerabili in caso di fallimento, emessi dalle banche italiane e tuttora in circolazione. Fra le emissioni anche titoli di grandi gruppi come Unicredit e IntesaSanpaolo e una montagna di tagli da 1.000 euro, destinati quindi ai risparmiatori.

Per andare a capire in dettaglio di cosa stiamo parlando, andiamo a capire insieme agli specialisti di Geneve Invest, affidabile società di gestione patrimoniale indipendente, cosa sono le obbligazioni subordinate. Si tratta di titoli pensati per chi cerca dei semplici investimenti nei quali riporre i propri risparmi, ma sono, purtroppo, caratterizzate da alti margini di rischio. Ovviamente, a tale rischio è commisurato un alto rendimento, ma in caso di liquidazione o fallimento della banca emittente il risarcimento delle obbligazioni subordinate avviene soltanto dopo quello dei creditori ordinari, comprendendo anche le normali obbligazioni, definite senior. Inoltre, anche in condizioni di normale attività della banca, ai fini del rimborso delle obbligazioni subordinate è comunque necessaria un’autorizzazione specifica da parte di Bankitalia. Per tutti questi motivi, in caso di fallimento, la perdita che può subire chi investe è sempre altissima e tendente al 100% del capitale investito.

“Il problema principale delle obbligazioni subordinate – spiega Gianmaria Panini di Geneve Invest –  è che le banche utilizzano questi bond come base per altre operazioni: in pratica si tratta di liquidità che va a formare il vero e proprio capitale della banca. Gli istituti utilizzano dunque queste obbligazioni, peraltro spesso senza scadenza e quasi sempre sottoscritte da piccoli risparmiatori ben disposti a non muovere per molto tempo i loro soldi pur di realizzare un alto rendimento, come garanzia per le loro operazioni. Il punto è che così facendo, qualora si incappi in casi di insolvenza o di fallimento, questi strumenti vedono svanire completamente il proprio valore, e, nella gran parte dei casi, vengono azzerati. È il caso ad esempio di quanto successo con Banca Marche oppure con Banca Popolare dell’Etruria.”

Come già spiegato sopra, le obbligazioni subordinate hanno scadenze molto lunghe o addirittura, spesso, non hanno limiti temporali. Risultano estremamente appetibili per i piccoli risparmiatori in virtù di tagli di vendita sono che possono partire anche da 1.000 euro, a salire sino ai 50.000. “Come accade per qualunque emissione, anche le obbligazioni subordinate presentano delle caratteristiche tecniche molto precise, presentate nei prospetti di emissione – spiega ancora Gianmaria Panini di Geneve Invest – il punto è che questi prospetti sono quasi sempre in lingua inglese e fanno riferimento ad una terminologia specifica legata alle normative bancarie, finanziarie e del diritto civile che soltanto un addetto ai lavori può davvero comprendere e che manda inevitabilmente in tilt un piccolo investitore senza esperienza. Vi è poi il problema strategico. A causa della crescita dell“extension risk”, cioè dell’incertezza riguardo l’effettiva scadenza delle obbligazioni subordinate, è diventato praticamente impossibile fare una valutazione seria sul rendimento dell’investimento, non conoscendone con chiarezza l’estensione temporale. Si tratta di una condizione che rende i bond subordinati scarsamente liquidi e quindi molto difficili sia da vendere che da acquistare, con prezzi che tendono a deprimersi e, di conseguenza, grandi difficoltà nella gestione e nella diversificazione del rischio”.

I casi di Carife, Banca Marche, Carichieti e Banca Etruria sono un’altra dimostrazione, l’ennesima, di come per investire in maniera seria sui mercati finanziari sia necessario affidarsi a professionisti del settore e come alla lunga sia perdente il tentativo di improvvisarsi esperti: lo sanno bene le decine di piccoli risparmiatori che nel tentativo di compiere l’operazione della vista hanno visto annichiliti i risparmi messi insieme durante anni di lavoro.

Veneto Banca, il nuovo bond ha un rendimento del 10,5%

Veneto Banca ha lanciato sul mercato delle obbligazioni un bond high yield. Dopo Banca Popolare di Vicenza, anche Veneto Banca si rivolge al mercato dei capitali al fine di racimolare capitale tramite l’emissione di obbligazioni subordinate ad alto rendimento.

Bond periferici su grazie alle voci su un QE2

In attesa di verificare con i fatti se le indiscrezioni sul QE2 saranno confermate dalla BCE, gli investitori si stanno buttando in queste ore sui bond periferici, in particolare, abbassando di conseguenza i rendimenti, correlati negativamente ai primi.

Titoli High Yield, ecco perché vale la pena puntare

Lo sponsor è Carl Whitbeck. Lui è il responsabile fixed income Usa per Axa Investment managers. Il suo parere? La recente ondata di vendite ha creato un discreto punto di entrata nel mercato dei titoli high yield (ad alto rendimento) sia in termini di fondamentali che di quotazioni storiche.

IVS Group, il nuovo bond piace agli investitori

Il bond IVS Group 4,50% 2022 è molto gradito agli investitori. A un’ora dal via del collocamento della nuova obbligazione senior sul MOT, sono già stati effettuati ordini per 165 milioni di euro.

JP Morgan colloca nuovi bond in euro

JP Morgan Chase & Co. colloca nuovi bond in euro sul mercato. La banca d’affari americana avente sede a New York, leader nei servizi finanziari globali, serve più di 90 milioni di clienti in tutto il mondo.

I bond della Repubblica di Polonia sbarcano sul Mot

Da qualche giorno è possibile trovare nel segmento DomesticMOT di Borsa Italiana nuovi titoli di stato in euro. Sono i bond emessi dallo stato della Polonia negli anni scorsi, per un ammontare di 5,37 miliardi di euro.