Atlante, svalutazione dell’80% e liquidazione

atlanteIl Fondo Atlante I, che era nato solo per salvare le banche venete, risente della conclusione della vicenda delle due banche, comprate al prezzo simbolico di un euro da Intesa SanPaolo, e il Fondo, in cui erano stati investiti quasi 3 miliardi e mezzo, si svaluta dell’80% e verrà avviato alla liquidazione per poi essere passato sempre a Intesa. Qui continuerà ad esistere e investire nei crediti deteriorati, dopo il risanamento statale da 5 miliardi.

Poi il fondo Atlante II, ancora attivo e che continuerà la sua azione sugli acquisti dei crediti difficili e cartolarizzati, finora acquistati per un valore di 26 miliardi di euro, naturalmente nominale, da Monte dei Paschi.

Intanto il CdA di Quaestio capital management Sgr ha svalutato il fondo Atlante I a 78.100,986 euro, complice l’azzeramento del valore della Banca Popolare di Vicenza e della Veneto Banca, e il nuovo valore del fondo, secondo la nota pubblicata dal consiglio, “è pertanto determinato esclusivamente dall’investimento nel fondo Atlante II”, che oggi vale 352.175,666 euro per quota.

Finisce così la storia del fondo Atlante I, da subito criticato da molti, e che ha dimostrato di essere stato praticamente inutile al salvataggio delle due banche, motivo per il quale era stato creato.

Secondo il suo fondatore Tesla è sopravvalutata

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La Tesla sarebbe sopravvalutata dai mercati azionari, secondo lo stesso fondatore dell’azienda, Elion Musk, per cui il prezzo di 327 dollari per azione che la società ha raggiunto la scorsa settimana, sarebbe immeritato dall’azienda. Una dichiarazione che farà discutere, ma le azioni della casa “eletttrica” dell’automobile, si sono rivalutate del 50% in sette mesi, e non sembrano voler scendere.

Secondo il fondatore – “A volte le attese vanno fuori controllo” – e oggi la Tesla ha un valore sul mercato di 50 miliardi di dollari, forse troppo, anche per alcuni analisti.

Ma la dichiarazione farà discutere anche perché è veramente raro che un proprietario di un’azienda facci dichiarazioni di questo tipo sulla sua creazione, facendo freddare le aspettative dei suoi stessi azionisti, e dei possibili investitori. Secondo Musk però, le aspettative sulla rivoluzione elettrica dell’automobile sono attualmente troppo alte e il comparto elettrico potrebbe rivelarsi una bolla.

Un monito dunque, a tutti quelli che vorrebbero investire nell’elettrico, pensando a guadagni facili che possano far speculare qualcuno.

Certo, la produzione del modello economico di tesla è iniziata, e promette bene, ma forse il 50% di rivalutazione dall’inizio dell’anno, è troppo anche per il prodotto del futuro, anche perché l’energia fossile sarà dura a morire.

Fondi immobiliari in crescita in Italia

fondi immobiliariIl 30esimo rapporto di Scenari Immobiliari registra in crescita il mercato dei Fondi Immobiliari, con Milano e Roma in testa agli interessi.

Grazie ai bassi tassi d’interesse dovuti alla politica della BCE sul costo del denaro, le prospettive italiane, ed europee, crescono, con l’Italia che presumibilmente potrà raggiungere un valore di 50 miliardi in questo settore. L’85% del mercato europeo, rappresentato da Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svizzera e Italia è crescuto in media del 7,3% annuo tra il 2010 e il 2013, e poi ha avuto una forte accelerazione, tanto da registrare un +9,8% nel 2014, un +10,8% nel 2015 e un +12,4% nel 2016. In Italia i Fondi Immobiliari registrano un patrimonio di 46 miliardi nel 2016, e il 2017, gli oltre 400 fondi immobiliari potrebbero registrare un patrimonio complessivo di 50 miliardi di euro.
I mercati emergenti in Europa sono quello residenziale, in particolare, anche con una certa speculazione, certamente, ma spesso incentrati sulla ristrutturazione, trainata dal settore specifico del risparmio energetico. Altro settore trainante è quello della residenza specializzata, in particolare per lo studente e il senior single. Il costo del denaro basso ha poi fatto diminuire l’indebitamento del sistema da 30 miliardi di euro a 25,5 miliardi, negli ultimi cinque anni, grazie anche alle ristrutturazioni del debito.

Le imprese vanno più sulle obbligazioni che sui prestiti bancari per finanziarsi

obbligazioni-societarieI primi mesi del 2017 i bond delle aziende italiane non finanziarie hanno registrato andamenti migliori rispetto all’anno precedente, e le società nostrane hanno aumentato i finanziamenti derivanti dalle emissioni di obbligazioni rispetto alla richiesta di prestiti bancari. Si prevede che quest’anno si arriverà a 22 miliardi di obbligazioni, e l’anno successivo a 25 miliardi. In Italia comunque il mercato è molto concentrato, tanto che cinque società rappresentano il 68 per cento del totale delle obbligazioni in circolazione.

È la prima volta che le obbligazioni superano, come scelta di finanziamento, i prestiti bancari, nonostante la politica monetaria della BCE che ha reso il costo del denaro molto accessibile.

Molte le occasioni di investimento dunque, vista la voglia di finanziarsi delle aziende, che potrebbero attrarre il mercato italiano, grazie anche alla lieve ripresa che il nostro paese sta vivendo, anche se inferiori ai numeri medi europei. Questo comunque dovrebbe dare consistenza alle obbligazioni, rendendole più sicure, dopo le scottature degli anni della crisi e delle obbligazioni bancarie, come nei casi delle banche venete e di MPS. Meno brutte sorprese insomma, a patto che non si verifichino più quelle scorrettezze commesse con la Veneto Banca e la Popolare di Vicenza.
Secondo Moody’s, Eni, Snam, Enel, Atlantia e Telecom hanno emesso il 68% delle obbligazioni quest’anno, con Telecom Fca che hanno però rallentato.

Vendite e rendimenti sui Titoli di Stato in aumento

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La ripresa dei rendimenti sui Titoli di Stato è generalizzata, frutto delle inversioni di tendenza delle politiche monetarie delle varie banche centrali mondiali. Ecco che così i mercati tornano a guardare ai titoli governativi come forma di investimento, con i rendimenti che crescono sia al di qua, che al di là dell’oceano. Forti rialzi dei rendimenti si segnalano un po’ ovunque, in Spagna come in Germania, in Italia come negli Stati Uniti. Lo spread tra Btp e Bund sale 175 punti, mentre i dati Usa con 220mila posti di lavoro in più rispetto alle attese, spingono i bonds statunitensi.

I mercati azionari restano deboli, e sono ora quelli obbligazionari a tirare ed attrarre gli investitori verso un ritorno sui titoli. La graduale normalizzazione delle politiche monetarie, dopo l’emergenza QE, sta di nuovo portando i rendimenti in alto. Il costo del denaro sale un po’ ovunque, e sembra vicino un cambiamento verso una fase non di crisi. Il Bund decennale così passa la soglia psicologica dello 0,5% di rendimento dello 0,5%, segnando i record da due anni a questa parte, mentre le curve delle scadenze si accentuano. Forse è tornato il momento di investire sui titoli sovrani, anche se le Banche Centrali vorrebbero gettare acqua sul fuoco per non rovinare la ripresa con speculazioni nel settore.

Compravendite case, i pensionati investono

casaGli investimenti immobiliari in Italia sono in aumento, grazie alla politica di tassi bassi della BCE, che sta favorendo l’accesso al mutuo, e così anche i pensionati iniziano ad investire di più, anche se la maggior parte degli acquisti di questo segmento riguardano la prima casa. Secondo i dati in possesso del gigante dell’immobiliare italiano, Tecnocasa, quasi il 27% degli acquisti da parte dei pensionati comunque, riguarda il puro investimento, per vari motivi, vuoi per lasciare un immobile in eredità, vuoi per rimpinguare la pensione.

In particolare sono i pensionati con grandi risparmi ad investire, e infatti, moltissimi degli acquisti immobiliari da parte dei pensionati, vengono effettuati senza richiesta di mutuo.

Nel secondo semestre del 2016, i pensionati hanno acquistato il 9,0% degli immobili, e di questa percentuale, il 60,3% si è impegnato per la prima casa, ma il 26,9% ha cercato l’investimento. Solo il 12,8% dei pensionati ha acquistato una casa per le vacanze, la cosiddetta seconda casa. Per il segmento degli acquisti per investimento dunque, si è registrato un aumento del +1,4%. Tra tutti gli acquisti effettuati, solo il 9,3% ha visto la richiesta di credito alle banche, e ben il 90,7% è stato acquistato con i risparmi. Una fuga anche, dai conti correnti, sempre più attenzionati dal fisco.

Gli acquisti di trilocali sono il 35,4%, i bilocali il 29,0% e i quattro locali il 13,6%; infine, il restante 11,3%, riguarda villette, rustici, ed altre tipologie.

Investimenti immobiliari, 435 miliardi di dollari per il 2017

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Cushman & Wakefield, la grande multinazionale del mercato immobiliare globale, traccia il quadro dei nuovi investimenti per l’acquisizione su questo settore, che vedrà un leggero calo dei capitali utilizzati, rispetto al 2016. Si tratta, secondo i dati dell’azienda, della prima decrescita dal 2011 ad oggi, ma allo stesso tempo, anche del seconda somma di capitale mai impiegata nel settore, sempre in riferimento al periodo dal 2011. Un gran numero di capitali investiti dunque, un segnale contrastante tra leggera flessione e massicci investimenti. Si tratta di ben 435 miliardi di dollari che sono stati e saranno investiti nella compravendita degli immobili in tutto il mondo. Il calo maggiore si è registrato nell’area Emea, che include la sola Europa, il Medio Oriente e l’Africa geografiche. In questa area si è registrato un calo del 9%, con gli investimenti fermi a 130 miliardi di dollari. Una piccola crescita, del 2%, si è invece registrata nell’area americana, sia settentrionale che meridionale. Qui i capitali da investimenti immobiliari si attestano a 173 miliardi di dollari. In leggero aumento anche l’Asia, dove gli investimenti ammontano a 132 miliardi di dollari. Il mercato immobiliare mondiale è naturalmente molto variegato, con aree geografiche che registrano un calo dei prezzi, ed altre che registrano un aumento. Quindi gli investitori si muoveranno alla ricerca di opportunità.

Il Messico torna ad alzare i tassi. Rendimenti giù

Messico

Il Banco de Méxco, la banca centrale del paese, ha di nuovo alzato i tassi sul costo del denaro, per la settima volta consecutiva, con un incremento di 25 punti. Il tasso di riferimento adesso è al 7%. La decisione è stata presa dal board della banca centrale con un solo voto contrario, e la banca ha dichiarato che – Il livello raggiunto è congruo con il processo di efficiente convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo del 3% – aggiungendo di prevedere un forte aumento dell’inflazione nei prossimi mesi. La nuova decisione del Banco, ha spinto i rendimenti dei bonds statali del Messico in basso, con i bonds a 10 anni che ora sono sopra i 104 punti, con rendimento al 4,15%, che a scadenza arriveranno al 3,68%. Poi quelli a 3anni, del 5,125%, hanno oggi un rendimento pari al 1,68%. Infine i titoli a 30 anni, che staccano cedole del 4,60%, con rendimenti del 4,75%.

Le agenzie di rating lasciano il giudizio invariato e sostanzialmente stabile. Oggi sono stabili su BBB+, mentre la valuta nazionale si è rafforzata in un anno, del 13%.

Nuove obbligazioni di STM

La Stm ha emesso delle nuove obbligazioni convertibili senior unsecured con un premio del 37,5%. Si tratta di due nuovi bond per un valore complessivo di 1,5 miliardi di dollari che vengono offerti in due tranche con diverse scadenze. 750 milioni avranno scadenza a 5 anni, e gli altri 750 milioni con scadenza a 7 anni. Si tratta di obbligazioni convertibili che serviranno alla gestione aziendale ma anche all’anticipo di rimborso per le convertibili zero coupon, un impegno da 600 milioni di dollari per dei bonds in scadenza nel 2019, mentre sono circa 400 milioni le obbligazioni convertibili da rimborsare con scadenza al 2021.

Le obbligazioni a 5 anni appena emesse sono sopra al pari, 101,265% sul valore nominale. Infruttifere, con rimborso al 100% e rendimento lordo a 0,25%. Con l’emissione a 7 anni invece si percepiranno interessi dello 0,25% con cedola semestrale, con rimborso il 3 luglio 2024, al 100%. Il prezzo di queste nuove obbligazioni è di 20,54 dollari a bond, con un premio del 37,5%.

Veneto Banca: stop al rimborso dei bonds

veneto banca

Brutte notizie per gli investitori dei bonds di Veneto Banca. Il governo ha infatti pronto un decreto urgente per sospendere i subordinati, mentre i senior continueranno il loro percorso.

Si arricchisce così di nuovi dettagli la situazione delle banche venete, per cui si sta muovendo anche la BCE e la Commissione Europea per trovare una soluzione al bail-in. Il nodo è sempre un intervento privato, da parte di una cordata guidata da Intesa SanPaolo e Unicredit, pari a 1,2 miliardi, che consenta di sbloccare la ricapitalizzazione precauzionale del governo e avviare una ristrutturazione industriale che consenta alle banche venete di scongiurare il bail-in. Per questo il governo ha pronta la sospensione dei bonds subordinati, come suggerito ufficialmente da DG Competition di Bruxelles. La sospensione riguarderà solo le subordinate perché saranno queste a “pagare” la ristrutturazione finanziaria di Veneto Banca, così come successe per la vicenda Monte Paschi di Siena. Si tratta di bonds per il valore di 1,25 miliardi da convertire in azioni, sia di Popolare di Vicenza, che di Veneto Banca. Proprio quel miliardo e due richiesto per avviare le procedure di ricapitalizzazione che ancora non sono stati resi disponibili dalla cordata, che nei fatti stenta ancora a prendere una decisione ufficiale, anche se dietro le quinte tutti sembrano voler giungere in porto.

Nuove obbligazioni da Societé Generale

Société-GénéraleLa nota banca Societé Generale è pronta ad immettere sul mercato un maxi quantitativo di nuove obbligazioni Covered Warrant. Si parla di circa 281 nuovi strumenti da collocare sul mercato, per il dominatore del SeDeX francese. Un quantitativo che porterà l’offerta di Societé Generale a 1587 strumenti Covered Warrant reperibili a Piazza Affari, ma non solo. Su SeDeX infatti, la nuova emissione porta Societé Generale al dominio assoluto del mercato francese, con quasi il 50% della quota di mercato dei contratti.

Si tratta di contratti complessi e ad alto tasso speculativo senza capitale garantito alla scadenza. Vanno quindi sottoscritti con la massima cautela
L’offerta è molto vasta, e vede gli strumenti così divisi:

50 Covered Warrant per i tassi di cambio, di cui 27 sulla coppia EUR/JPY e 23 sulla coppia EUR/UD.

97 sono i Covered Warrant riguardanti le azioni italiane, di cui 30 sono sulla FCA, 24 su Unicredit, 14 su Leonardo, 13 su Generali, 10 su Intesa San Paolo, e 6 su ENI.

54 sono i Covered Warrant sulle azioni estere, di cui 19 su Tesla e 19 su Alphabet Classe C, mentre 16 sono sulla Apple.

Infine sono 80 i Covered Warrant sugli indici azionari, di cui 40 su S&P 500, 20 su Dax e 20 su Dow Jones Industrial AVG.

Investire in BTp: piccola guida

Btp

I Btp italiani hanno avuto parecchie oscillazioni negli ultimi tempi, complice la grande incertezza economica dell’Europa, con le elezioni francesi che hanno tenuto col fato sospeso molti investitori e molti europeisti, che avevano puntato tutto su Macron affinché la moneta unica fosse salva. Lo spread è oscillato molto negli ultimi mesi, e oggi i titoli di stato non vengono più visti come un bene rifugio. I mercati sono cauti, un giorno in attesa delle decisioni fiscali di Trump, un antro giorno per le elezioni inglesi, che si sono complicate negli ultimi giorni con gli attentati terroristici.

I consigli sono quelli di trattare i titoli di stato italiani come altre obbligazioni volatili, e quindi di comportarsi di conseguenza, maturando nuovi punti di vista che non sono più quello di un piccolo guadagno sicuro. Il rendimento è sempre sceso negli ultimi 30 anni, portando molti risparmiatori a vendere le loro obbligazioni anzitempo, portando a molte perdite a chi credeva di sbarazzarsi di titoli in declino. Il consiglio oramai è quello di affidarsi a dei trader professionisti anche per le obbligazioni statali, che stanno diventando sempre più rischiose e devono essere monitorate costantemente, per prendere le decisioni giuste.

Crowd funding: gli italiani non investono

Crowd funding

Il Crowd funding sta avendo molto successo nei paesi anglosassoni, ma molto meno in Italia. Questa forma di investimento nasce da esigenze pratiche, etiche e innovative, e prevede una sorta di ricompensa all’investitore, in cambio della somma versata, anche piccola. Non si tratta dunque del classico investimento, ma di un modo per aiutare un determinato progetto, ricevendo in cambio un qualcosa che non deve essere per forza monetario. Parliamo infatti di investimenti alternativi, fatti per anche per non ottenere in cambio. La “rendita” o renumerazione fruttifera dell’investimento infatti, può essere una parte delle azioni della società, così come una parte del bene prodotto, o dei compensi in regalie, a seconda dell’importo versato. Una startup che volesse mettere su una fabbrica di un nuovo prodotto tecnologico, potrebbe infatti promettere lo stesso bene, una volta prodotto ed avviata la macchina produttiva. La Consob ha seguito fin da subito l’eoluzione del crowd funding, che però nel nostro paese stenta a decollare, e non solo per motivi di presenza informatica minore, rispetto agli USA o alla Gran Bretagna, ma anche per abitudine e usanza consolidate. I cittadini dei paesi anglosassoni, sono infatti più avvezzi alle donazioni, anche a individui, per lanciare business di qualsiasi tipo. Non a caso, solo il 19% degli intervistati italiani, si dice pronto a versare denaro nel crowd funding, e solo il 26% sa di cosa si tratta, eppure in America, questa forma di finanziamento, sta facendo aprire numerose e nuove attività.

Investire in bonds Mittel

mittel

Il gruppo Mittel, attraverso la sua società finanziaria e per gli investimenti, ha emesso nuovi bonds per gli investitori con una serie di prestiti obbligazionari a medio termine, con un rendimento del 3,75% annuo. Saranno 99 i milioni emessi in bonds, ma il gruppo potrebbe portare l’offerta a 124 milioni totale, con obbligazioni a sei anni. Sarà un’emissione unica, quella di quest’anno, di Obbligazioni 2017, che porterà il totale dell’offerta a 175 milioni, ripartiti secondo uno schema che vede 51 milioni impegnati sull’Offerta di Scambio, con la facoltà di anticipo sul rimborso per il 50% su 100 milioni di Obbligazioni 2013, e un’offerta di scambio per per restanti obbligazioni.

Le obbligazioni sono sottoscrivibili al pubblico italiano, agli investitori sia residenti sul nostro territorio, purché qualificati, sia residenti all’estero, purché istituzionali. Le quotazioni saranno piazzate sul MOT, senza impegno e senza garanzia personale.

Mittel è un gruppo storico che nacque addirittura alla fine dell’Ottocento e prese poi l’attuale denominazione nel 1969. Nasce come società ferroviaria, ma nel tempo, l’azienda si è trasformata in una multinazionale, multisettorale, abbandonando il settore originale. Oggi Mittel infatti si occupa di investimenti, gestione del portafogli e immobiliare, in particolare in Lombardia, dove ha sede. Inizialmente parte della Banca Commerciale Italiana, il gruppo ha definitivamente abbandonato il settore ferroviario, già nel 1970.