Come investire in Africa secondo Frontline Capital Advisors

Nel 2012 i tassi di crescita di molti paesi africani hanno superato quelli dei mercati sviluppati. Dal 2000 ben undici paesi africani sono cresciuti a un tasso medio superiore al 7% e nove di questi sono paesi dell’Africa sub-sahariana. Secondo Clifford Mpare, presidente e amministratore delegato di Frontline Capital Advisors, fondata ad Accra (Ghana) nel 2009, questi paesi africani rappresentano un gruppo d’elite che dovrebbe registrare tassi di crescita compresi tra il 7% e il 10% all’anno tra il 2012 e il 2016. Tra questi paesi troviamo Etiopia, Sierra Leone, Liberia, Tanzania, Angola e Mozambico.

Come investire nei mercati emergenti nel 2013 secondo Comgest Am

I mercati emergenti non godono dello stesso appeal dei primi anni Duemila, ma restano comunque un’opportunità molto interessante secondo diversi gestori di fondi. Rispetto a qualche anno fa, complice anche il peggioramento del ciclo economico e la crisi dei paesi sviluppati, è necessario essere più selettivi e trovare solo quelle storie realmente valide sulle quali poi puntare con decisione in un’ottica di lungo periodo. Comgest Asset Management, casa di investimenti con sede a Parigi, si ispira a una filosofia di investimento à la Warren Buffett. Negli ultimi 30 anni ha investito solo in business credibili e trasparenti.

Platino quotazioni intorno a 1.670$ a sconto sull’oro

Mentre l’oro ha iniziato il nuovo anno all’insegna dell’incertezza, il platino continua a correre senza freni e riduce sempre più la distanza tra il proprio valore e quello del metallo giallo. A spingere le quotazioni del platino sono le preoccupazioni legate all’offerta. Anglo Platinum (Amplats), maggior produttore mondiale di platino, ha annunciato che chiuderà il 2012 in perdita a causa della forte riduzione della produzione in Sudafrica di ben 306mila once (13% circa) dovuta agli scioperi degli operai. Inoltre, la capogruppo Anglo American potrebbe chiudere alcune sue operazioni più redditizie.

Il rand fa crescere il rendimento dei bond sudafricani

Il rand, moneta ufficiale del Sudafrica, ha riportato il maggior guadagno settimanale nei confronti del dollaro: tale performance è stata sicuramente agevolata dal fatto che la Grecia beneficia di un nuovo, ingente piano di salvataggio. Di conseguenza, i titoli obbligazionari sono riusciti a crescere grazie agli investitori che hanno scommesso su un incremento dei tassi di interesse nel corso di quest’anno. Nel dettaglio, la valuta africana si è rafforzata di 0,7 punti percentuali, attestandosi a quota 6,733 dollari, con uno scambio pari a 6,777 dollari nel pomeriggio inoltrato. Ovviamente questi dati si riferiscono alla Borsa di Johannesburg. I titoli dei mercati emergenti, di cui il Sudafrica fa parte integrante, sono aumentati per il quarto giorno consecutivo: secondo molti analisti, tra cui anche Quinten Bertenshaw, gli investitori possono nuovamente focalizzarsi sui rendimenti che vengono assicurati dagli assets più rischiosi.

Sudafrica, non vi sarà alcuna emissione di covered bond

La banca centrale del Sudafrica è stata molto chiara: al paese del Continente Nero non verrà consentito di emettere covered bond relativi al proprio debito, visto che quest’ultimo andrebbe a subordinare eccessivamente gli interessi dei depositari. Dunque, uno dei cardini del gruppo Brics di economie emergenti guarda a questa struttura finanziaria come un qualcosa di inconsistente dal punto di vista materiale. In pratica, l’intento della Reserve Bank è proprio quello di proteggere i depositari già citati in precedenza. Come è noto, i covered bond sono progettati solitamente per trarre il massimo rating creditizio e pagare un interesse minore rispetto a quello di un debito senza garanzie; in effetti, tali obbligazioni sono collegate a assets specifici come ad esempio i prestiti del settore pubblico o immobiliare, i quali possono essere poi venduti nella malaugurata ipotesi di un default.

Sudafrica: i bond si riprendono dopo oltre due anni di ribassi

Gli investitori obbligazionari troveranno pane per i loro denti nei bond emessi dal governo sudafricano: i titoli della nazione africana, protagonista dei Mondiali di calcio della scorsa estate, sono infatti cresciuti dopo ben ventinove mesi di ribassi, grazie soprattutto alla speculazione che permetterà all’inflazione di rimanere stabile nei prossimi sei mesi e di non erodere i rendimenti degli assets a reddito fisso. In particolare, il titolo obbligazionario che scadrà a settembre del 2015 e che garantisce un ritorno del 13,5% si è risvegliato dal torpore che durava dal mese di ottobre del 2008; tale strumento, meglio conosciuto come R157 ha ricavato altri 36 centesimi e si è attestato a quota 121,106 rand alla borsa di Johannesburg, mentre il rendimento totale è sceso fino al 7,86%.

Sudafrica, emissione obbligazionaria da un miliardo di dollari

Anche il Sudafrica si appresta a diventare un’economia emergente di primo piano, dunque l’ultima offerta finanziaria del paese africano può rappresentare una buona occasione per gli investitori: il Tesoro Nazionale ha infatti deciso di avviare una vendita di obbligazioni estere ogni anno fino al 2013, in modo da colmare il gap del budget e di migliorare le previsioni relative ai prestiti interni. Come ha spiegato la stessa istituzione sudafricana, il governo di Pretoria intende puntare su prestiti di circa un miliardo di dollari all’anno, in modo da mantenere una buona posizione nelle principali valute internazionali e venire incontro alle commissioni degli altri paesi. Il deficit fiscale che è previsto per il 2011 dovrebbe ammontare al 5,3% del prodotto interno lordo, una stima che è peggiorata rispetto a quanto rilevato a ottobre (4,6%).