Gruppo Credem: gli obiettivi del triennio 2010 – 2012

filiale-credemPer il 2010 – 2012, il Gruppo Credem punta sia ad incrementare in termini numerici i clienti, sia ad aumentare le proprie quote di mercato; e per farlo, in accordo con quanto ha reso noto la Banca, che al riguardo ha presentato le linee guida triennali, il Credito Emiliano punta e punterà sia sullo sviluppo, sia sulla solidità focalizzando la propria attenzione sui servizi alla clientela, sul risparmio gestito, e sull’assistenza alle piccole e medie imprese, rimanendo loro vicine; il tutto mantenendo dei ratio patrimoniali ed una qualità del credito eccellente. Il piano triennale è stato messo a punto in modo tale che nel 2012, in termini di utile netto consolidato, si arrivi a 206,3 milioni di euro, mentre a livello di struttura la Banca prevede di avere una struttura distributiva composta da ben 559 filiali a fronte di 5.600 dipendenti e 948 promotori finanziari operanti con mandato; in più a fine 2012 sono previsti 77 negozi finanziari e 44 centri imprese.

Azioni banche: focus sul rimpatrio dei capitali

scudo-fiscaleA seguito dell’operazione di rimpatrio dei capitali in Italia, attraverso lo scudo fiscale, molte banche italiane potrebbero nel breve e nel medio termine trarne beneficio attraverso un sensibile aumento degli asset in gestione. Al riguardo, infatti, il Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha reso noto che il volume delle operazioni legate allo scudo fiscale è stato pari a ben 95 miliardi di euro; le dichiarazioni di emersione si sono temporaneamente chiuse lo scorso 15 dicembre, ma il Governo ha disposto la riapertura che si protrarrà fino al prossimo mese di aprile anche se con delle aliquote più elevate. Di questi 95 miliardi di euro, il Mef ha ufficialmente dichiarato che il 98% di queste somme sono costituite da rimpatri effettivi nel nostro Paese, il che significa che gli intermediari, ovverosia le banche su tutte, vedranno accrescere, in alcuni casi in maniera sensibile, il controvalore degli asset in gestione da cui, tra l’altro, la banca potrà anche intascare delle commissioni sulla base di future operazioni di investimento mobiliare e non nel nostro Paese.