Carige: i bond subordinati 2020 volano

carigeLe obbligazioni high yield 7,321% al 2020 tornano a salire, con un altro +2,6% per superare quota 80. Si tratta di un forte rialzo sul medio periodo, dopo il minimo storico di giugno. Da allora, i rendimenti sono cresciuti e le obbligazioni hanno fato segnare un rialzo del 100%, grazie soprattutto al nuovo piano industriale che spinge gli investitori alla fiducia sull’acquisto dei bond, oggi al 14% di rendimento. Il piano verrà divulgato in settimana, dopo la riunione dello scorso venerdì che ha dato il via libera alle nuove strategie di Banca Carige, incentrate sulla ristrutturazione degli esuberi, e sul ritorno al verde in bilancio. Su queste due problematiche è stato basato il piano, che vuole far tornare la banca in attivo già dall’anno prossimo, anche se lo scorso trimeste si è chiuso con un passivo di 113 milioni di euro, comunque minore dei 154,9 milioni di perdite registrate nel primo trimestre, di cui 66 milioni sono per la cessione Gacs. Bene il risultato dei crediti deteriorati, scesi a 7,2 miliardi lordi, con una diminuzione di 1 miliardo rispetto ai due trimestri precedenti. Togliendo la cessione Gacs, secondo la Banca Carige, i crediti deteriorati sarebbero inferiori ai 3 miliardi lordi, pari ad 1 miliardo netto.

Questi sono i numeri che stanno portando i band subordinati di Carige in alto.

Nuovo bond a tasso fisso per Eni

Novità (ma non proprio) per gli investitori da parte di Eni: il colosso italiano del settore oil decide infatti di lanciare un bond a tasso fisso: ha infatti avviato in queste ore il collocamento di un bond senior unsecured a tasso fisso in euro con scadenza al 14 marzo 2025.

Ferrari in picchiata, borsa Milano in negativo

Azioni Ferrari

Non è stato un buon giorno per gli investitori del titolo Ferrari, dopo il downgrade di JP Morgan che ha scatenato le prese di profitto. Il titolo scivola del 6,7%, dopo giorni di rally costante, ma molte sono le critiche al downgrade di JP Morgan, per alcuni analisti ingiustificato nelle motivazioni. Per la banca americana, la Ferrari potrebbe entrare in business rischiosi come quello del Suv, ma in realtà oggi, sono proprio i Suv uno dei segmenti più trainanti del settore, e comunque Ferrari ha già dichiarato di non volersi impegnare nel settore. Poi la possibile IPO su Maserati, che però è stata già seccamente smentita da Marchionne. Infine la concorrenza sempre più agguerrita dei grandi marchi come Lotus e McLaren, che però il Cavallino ha sempre gestito egregiamente, da decenni, e quindi sembra una motivazione del tutto debole. Anzi, vincendo sempre la concorrenza la Ferrari è diventata un mito talmente solido tra le supercar, che la concorrenza degli altri marchi l’ha rafforzata, piuttosto che indebolirla.

Insomma, la realtà sembra dire che il downgrade di Morgan sia stato solo un segnale per scatenare le prese di profitto di alcuni investitori, più svelti degli altri nel capire i movimenti del mercato. Chi ha approfittato dei rally dei giorni scorsi ha realizzato un buon profitto, chi invece pensa di investire in azioni Ferrari, adesso potrebbe approfittare del ribasso del prezzo, per aspettare il prossimo rally.

Cala il fatturato della Lego, provvedimenti presi

Brutte notizie per la Lego ed i suoi lavoratori sparsi in tutto il mondo: cala il fatturato e partono licenziamenti per almeno 1400 unità.  Il gruppo danese, a sorpresa, ha incontrato problemi in questi primi sei mesi del 2017 in modo tanto radicale da rendere necessario un intervento drastico.

Crollo delle Criptovalute: la Cina vieta e ICO

bitcoinOggi la Banca Centrale cinese ha annunciato il divieto, per i provati, di utilizzare le ICO, le offerte di criptovaluta per raccogliere fondi, stabilendo anche che i risparmiatori dovranno essere risarciti. È un colpo durissimo per le criptovalute, che hanno perso in un’ora fino al 20% del loro valore. Per la banca centrale, le ICO sono una illegale raccolta di risparmio, e le critptovalute perdono una parte importante, seppur non essenziale, della loro circolazione. Ma la Cina ha vietato anche le piattaforme di scambio valutario con le currency ufficiali, e questo è un altro duro colpo per il mercato, visto che proprio la Cina era diventata terreno fertile per le criptovalute. Il paese passa dunque da un’assenza di regolamentazione ad una delle regolamentazioni più ferree del mondo. Proprio l’Asia si stava segnalando come grande protagonista della circolazione della crittografia valutaria, anche in Corea.

Bitcoin cade del 8%, ma il tonfo più grande è quello di Ethereum, che cede più del 17%, e LTC più del 18%. Alle altre non va meglio, con perdite di almeno il 10%.

Il crollo medio del mercato è del 18%, con una capitalizzazione di 150 miliardi, 30 miliardi in meno in pochissimo tempo.

Quale sarà il futuro delle cripto ora? Certamente avranno tempo e modo di riprendersi, e questo potrebbe anche essere il momento buono, per i ritardatari, di investire per avere buoni guadagni a breve, quando gli investitori avranno assorbito la botta.

Moody’s rivede in rialzo Pil Italia: +1,3%

Anche Moody’s ha buone notizie per l’Italia: l’agenzia di rating ha infatti rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil italiano. Per i suoi esperti quest’anno e l’anno prossimo l’Italia crescerà dell’1,3% contro lo 0,8% e l’1% stimato in precedenza.

Forex statico in attesa incontro banche centrali

Il mercato del Forex sembra essere vittima di una sorta di staticità estrema in questi giorni. Gli investitori sono infatti in attesa di ascoltare tutti i rappresentanti delle banche centrali mondiali per comprendere come regolarsi con sicurezza sui vari cross.

Fisco, ecco le nuove regole per i controlli sulle società

 

Nuove regole che riguardano sia le verifiche nei confronti delle varie imprese, ma anche tutto l’insieme di operazioni verso l’estero. Il Fisco ha deciso di introdurre alcune importanti novità. Prima di tutto cambiano le regole sui prezzi di trasferimenti, cercando di prendere da esempio le linee guida che sono state tracciate da parte dell’Ocse. Queste ultime, infatti, permettono di attuare in modo istantaneo il principio di libera concorrenza.

Lo scopo è quello di garantire una certezza del diritto più efficace a tutte quelle imprese che intrattengono verso l’estero dei rapporti con altre imprese. Inoltre, vengono introdotti dei paletti applicativi, definendole imprese associate e le operazioni controllate. Inoltre, vengono aumentati anche gli strumenti che consentono di stabilire i prezzi di trasferimento, determinato anche il principio d’uso migliore in base al caso concreto.

Novità molto importanti soprattutto in riferimento ai vari organi dell’amministrazione finanziaria, specialmente quando dovranno provvedere all’esecuzione di adeguate verifiche e accertamenti. Ad ogni modo, in campo politico sono in tanti a pensare che serva una netta e decisa riforma del sistema fiscale e che ormai i termini per effettuarla siano già stati ampiamente superati.

Insomma, pare che l’Italia, per poter giungere finalmente ad un sistema economico quantomeno più equo e che funzioni meglio, necessiti di una complessiva riforma. Il Fisco italiano, effettivamente, è spesso e volentieri costellato da degli inghippi di natura burocratica che ne limitano fortemente l’efficacia, ma anche la snellezza e la rapidità.

Dal Centrodestra, sostenuto anche dall’on. Fabrizio Bertot, arriva un duro attacco al sistema burocratico nostrano, ritenuto una delle più importanti motivazioni per cui lo sviluppo non riesce a partire. E viene rilanciata da più parti l’idea di un codice fiscale familiare. In questo modo, ciascuna famiglia italiana potrebbe essere considerata come un solo soggetto fiscale, a cui devono essere concesse tutta una serie di detrazioni per le varie attività che vengono svolte.

FCA, Great Wall sospesa alla Borsa di Hong Kong

Speculazioni ed andamenti di Borsa in tutto il globo relativi a FCA hanno portato Great Wall ad essere sospeso dalle contrattazioni nel mercato azionario di Hong Kong, in attesa di chiarimenti sull’interesse manifestato nei confronti del marchio e nello specifico del marchio Jeep.

L’interesse cinese per Fca scatena la speculazione

FCA, salgono vendite EuropaDopo le indiscrezioni dell’interesse cinese di Great Wall Motor per il marchio Jeep, smentite in nota da Fca, il titolo del gruppo italo-americano ha iniziato a volare, passando in tre giorni da un prezzo di 9,95 euro a 11,04, con molti investitori in preda all’acquisto.

Secondo le indiscrezioni del sito USA Automotive News, Il presidente del gruppo cinese Wang Fengying, in una e-mail inviata allo stesso sito, avrebbe dichiarato la sua intenzione di acquisire il marchio Jeep, e di aver già richiesto un incontro preliminare al Lingotto, per comprendere la fattibilità del progetto. D’altra parte, Marchione aveva dichiarato, qualche mese fa, che la cessione di Jeep non fosse un tabù, e il gruppo Great Wall è un colosso nella produzione di Suv, con mire espansionistiche per ottenere il primato mondiale nel settore. Ma la Jeep è anche il pezzo pregiato del gruppo Fca, e Marchionne ha un programma di sviluppo ed espansione già avviato.
Intanto però, i bond della Fca hanno iniziato a volare, preda della speculazione dei mercati. L’obbligazione senior 3,75% al 2024, per un totale di 1,25 miliardi di dollari, ha raggiunto quota 109, con il rendimento di poco superiore al 2%. Il bond FCA al 6,75% con scadenza al 2019, viene quotato 112 e un rendimento minore dello 0,70%. Il rating è in zona “speculative grade”.

FCA sale in borsa grazie ad interesse cinese

La FCA sale in Borsa sulla spinta dell’interesse cinese: possibile che toccherà a lei finire in mano orientale dopo che già il Milan, l’Inter e la Pirelli hanno seguito lo stesso iter? Le indiscrezioni rese note da Automotive News punterebbero in tal senso.

Le azioni che probabilmente saliranno sul mercato italiano

quotazioni-valutaIl mercato azionario è sempre difficile da comprendere, ma ci sono delle indicazioni che possono venire in aiuto, nelle valutazioni degli istituti e delle aziende di analisi e rating. Quindi abbiamo sempre delle indicazioni che possono essere utili per capire la salute di una company e valutare se acquistarne le azioni o no.

Per oggi abbiamo ben tre upgrate positivi, di cui due con rating buy e uno con rating hold. Siamo in pieno ferragosto, ma le indicazioni sono ottime su tre titoli, del mercato italiano, per tre aziende molto importanti, grandi e famose: Enel, Italgas e Ferrari.

Le indicazioni vengono da tre rating company diverse. Per quel che riguarda l’Enel, abbiamo la valutazione di Usb, che conferma il suo giudizio rating di buy e aza il target del prezzo fino a 5,5 euro, dall’attuale 4,95.

Per quel che riguarda Ferrari, è Berenberg ad esprimersi, con la conferma del rating buy, ma con un target del prezzo alzato a 110 euro, dall’attuale 107,69, in diminuzione del 1% rispetto alla chiusura di venerdì. Al momento del giudizio di Berenberg, l’azione era prezzata a 92,10 euro.
Infine Italgas, per cui Equita conferma il rating hold, mantenendo il prezzo a 5,1 euro. Attualmente Italgas è quotata 4,81 euro, il leggerissima salita (+0,08%) rispetto alla chiusura di venerdì.

Monte Paschi e l’attivazione dei CDS

La situazione di Monte Paschi di Siena è senza dubbio una tra le più curiose attualmente in atto in Italia. L’ultimo avvenimento in ordine di tempo riguarda la ricapitalizzazione precauzionale con burden sharing sui detentori delle obbligazioni subordinate Lower Tier II che, si è potuto osservare, ha fatto attivare il credit event sui credit default swap.

Bolla sulle tech di Wall Street?

google1Nessuna certezza, ma una bolla nel comparto hi-tech della borsa di New York potrebbe anche scoppiare, secondo alcuni analisti. I primi a parlarne, sono stati quelli di Goldman Sachs, con una allert che scosse il mercato per alcuni giorni. Vendite e cali importanti certo, ma niente di sconvolgente, e tutto tornò subito alla normalità con la pubblicazione dei fatturati trimestrali. Ma nonostante non se ne parli più, alcuni dati indicherebbero la possibilità di un tracollo. A rinnovare l’allarme, è Ruchir Sharma, capo economista di Morgan Stanley Investment Management, secondo cui, ci potrebbe essere una forte discesa dei prezzi delle azioni, sulla falsa riga di quanto successo nel 2000. Sono tre, secondo l’analista, i fattori da considerare per capre se lo scenario peggiore diverrà reale. Innanzitutto le decisioni dei governi, che vorrebbero regolare il settore, oggi preda dei grandi monopoli come Google e Amazon. Se si dovessero rompere questi monopoli con nuove regolamentazioni, la bolla esploderà. Poi l’aumento dei tassi, sicuro, da parte delle banche centrali, e infine i fatturati, che rendono il mercato molto volatile, nel caso non fossero corrispondenti alle previsioni. Per Ruchir Sharma, anche un solo colosso sottotono, potrebbe innescare una discesa generale dei prezzi delle azioni. Questo perché, secondo le analisi, i prezzi delle azioni sono già molto al di sopra del valore reale, e una delusione potrebbe far cadere l’illusione del futuro hi-tech, almeno sui mercati.