Più ci si avvicina alla data del 31 ottobre più la questione di Alitalia sembra contemporaneamente complicarsi e semplificarsi allo stesso tempo: come anticipa Il Messaggero con alcune indiscrezioni la soluzione per il vettore passerebbe per le Ferrovie dello Stato.
Abbassati rating per Intesa e Bpm. Rally Ferragamo in Borsa. Giallo Carige
L’apertura settimanale a Milano si apre con il taglio dei rating per due banche italiane, da parte di Credit Suisse. Banco Bpm diventa underperform, con un target price a 1,7 euro. Intesa Sanpaolo vede invece il suo rating scendere a neutral e il target price a 2,3 euro.
Anche la Snam ha subito un taglio del target price, ma da parte di Kepler Creuvreux, che ha però lasciato il rating su neutral. Il prezzo dell’azione viene fissato all’obbiettivo di 4,4 euro. Poi la Banca Akros ha alzato il rating di Stm a buy.
Questa mattina si segnala il rally delle azioni Ferragamo a Milano, con un +7,6%. Si rilassa il comparto bancario, grazie al raffreddamento dello spread italiano. Bene anche la Magneti Marelli (+4,9%), dopo la vendita ai giapponesi di Calsonic Kansei. Brutto stop invece per Ferrari, giù dell’1,36%. Male anche Saipem che sta perdendo lo 0,75%.
Il giallo Carige
Continua il momento negativo per Banca Carige, con l’aggiunta di un giallo. Dopo aver perso la metà della capitalizzazione, la banca è chiamata al recupero con un aumento di capitale drastico. Ma i giudizi delle agenzie di rating sono impietosi, e anche Fitch abbassa il giudizio sulla banca.
Si aggiunge anche il giallo, svelato da Repubblica, sull’intervento di Banca d’Italia. Senza l’aiuto della banca centrale, non ci sarebbe stata la maggioranza delle due liste (Mincione e Malacalza). Il quotidiano lo ha evidenziato dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima assemblea.
Corte d’Appello sospende multe alla Banca Popolare di Bari
“Sanzioni sospese”, così ha deciso la Corte d’Appello di Bari nei confronti delle sanzioni comminate alla Banca Popolare di Bari dalla Consob.
La Corte d’appello ha infatti “disposto la sospensiva del provvedimento” con il quale Consob, nei giorni scorsi, ha multato i vertici della Popolare di Bari e l’istituto stesso, in qualità di responsabile amministrativo, per un totale di 1,95 milioni di euro.
La Corte d’Appello ha accolto, inaudita altra parte, l’impugnazione dell’istituto. Nelle prossime settimane il procedimento andrà avanti con la comparizione delle parti.
Banca Popolare di Bari aveva impugnato le sanzioni stabilite dalla Consob dopo aver riscontrato, a suo dire, “delle violazioni da parte dell’istituto creditizio nei periodi tra il 2014-16”.
I provvedimenti sanzionatori erano stati approvati dalla Commissione nazionale per le società e la Borsa il 13 settembre e i dettagli delle due delibere erano state rese note nelle scorse settimane dalla stampa.
Ai due provvedimenti Banca Popolare di Bari aveva risposto con una serie di precisazioni e respingendo le contestazioni avanzate dalla Consob.
Per la Popolare di Bari la decisione della Consob, oltre a “non apparire fondata nel merito”, riguarda “in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013”.
La Banca sostiene di aver “costantemente operato nel pieno rispetto delle normative vigenti, con una costante e fattiva interlocuzione con il Regolatore”.
Nelle memorie difensive inviate a Consob ha evidenziato anche che “gli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.
La Banca, oltre a ritenere di “non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza”, ritiene di aver subito “un provvedimento sanzionatorio a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo”.
Adesso sembra che la sospensione delle multe da parte della Corte d’Appello abbia dato ragione alla Banca Popolare di Bari.
Astaldi, via libera al concordato dal Tribunale di Roma
Astaldi ha un’opportunità incredibile da sfruttare: è arrivato infatti nella giornata di ieri un importante via libera da parte del Tribunale di Roma. La Corte ha infatti accettato la richiesta di Astaldi di presentare una proposta di concordato in continuità aziendale.
Le azioni a Milano oggi. Occhio a Fincantieri. Buzzi Unicem giù
Giornata interessante per le azioni alla borsa di Milano e non solo, con uno sguardo su Fincantieri. Sarà ancora una giornata interlocutoria, anche se inizialmente si pensava al ribasso, a causa dello spread italiano. Poi l’influenza di Wall Street, che ha chiuso i negativo, anche se di pochissimo. Male Tokyo, con il Nikkei a -0,8%.
Ma Milano non risente dei due negativi, anche perché la giornata appare piuttosto piatta.
I titoli da guardare
Sono pochi i titoli che potrebbero destare l’interesse degli investitori. Un possibile rimbalzo potrebbe arrivare da FCA, dopo il tonfo di ieri con una chiusura a -4,9%. Poi c’è Generali, che sta rimodellando i suoi equilibri interni e potrebbe muoversi. Notizie anche su Monte dei Paschi e delle voci che la vorrebbero nazionalizzata. Infine Astaldi, che ha ottenuto il concordato dal tribunale e ora deve muoversi per salvarsi.
Lo spread tra Btp e Bund tedeschi torna a 310 punti base. Intanto brutta caduta di Buzzi Unicem. L’azienda cementifera cade subito del 4% dopo il profit warning di Heideberg Cement. A influenzare negativamente il settore del cemento, le pessime previsioni sugli ordinativi Usa e l’aumento delle materie prime. Poi c’è un -2,2% di Stm e un -1% di Leonardo, mentre avanza Moncler (+0,9%).
Occhio a Fincantieri, in rialzo dopo l’accordo con MCS per la costruzione di quattro nuove navi da crocera.
Enrico Cerreto: la consulenza patrimoniale è opportunità
“La consulenza patrimoniale è un’opportunità” parola di Enrico Cerreto, consulente patrimoniale, iscritto da aprile 2001 all’albo dei consulenti finanziari con mandato di Fideuram SpA.
“Il patrimonialista ha metodi, strumenti e conoscenze – spiega Cerreto – per aiutare i risparmiatori a fare le migliori scelte per se stessi e la loro vita. Per condividere con il cliente le varie fasi della pianificazione del patrimonio, così da essere punto di riferimento per ogni esigenza, è importante però ascoltare e capire le sue vere esigenze, anche quelle non dirette. È importante tradurre l’ascolto dei sentimenti delle famiglie e dei singoli individui che ne fanno parte, in una nuova chiave di lettura e di gestione del patrimonio”.
La storia e le dinamiche interne di un nucleo familiare sono quindi collegate con l’attività di consulenza patrimoniale.
“Non si può decidere di patrimonio, denaro e beni – afferma Enrico Cerreto – se non si parla prima di famiglia e dinamiche interne. Se non si considerano questi fattori, gli aspetti di gestione patrimoniale e finanziaria possono diventare molto rischiosi e distruggere un nucleo per generazioni”.
“Al patrimonialista – evidenzia Enrico Cerreto – i clienti richiedono assistenza su tutto il loro patrimonio: immobiliare, mobiliare, aziendale e reale e per tutto il ciclo di vita: dalla creazione, allo sviluppo, al mantenimento sino alla trasmissione ed alla successiva creazione di nuovo patrimonio. Tutto ciò avviene senza dimenticare l’importante attività di tutela personale, familiare e patrimoniale presente in ogni fase del ciclo”.
“Per poter fornire al cliente una consulenza integrata – prosegue – , le competenze richieste al consulente patrimoniale interessano tutti i professionisti che interagiscono con il cliente durante il ciclo di vita del suo patrimonio, quali: l’avvocato, il consulente finanziario, assicurativo ed immobiliare”.
Oggi Enrico Cerreto lavora alla sede di Napoli della Banca Fideuram, ha iniziato l’attività bancaria nel 1989 presso la Citibank Italia di Napoli, poi divenuta Banco Ambrosiano Veneto fino al 2001. Ha ricoperto vari ruoli, tra cui back office, addetto clientela retail, addetto clientela executive, estero merci, settorista aziende, direttore di filiale.
Enrico Cerreto è laureato in giurisprudenza e ha studiato presso l’Imperial College Business School di Londra. È un’esperto del settore bancario e finanziario, come consulente patrimoniale si occupa di tutela, gestione e trasmissione di patrimoni. La ricchezza finanziaria dei suoi clienti è di 500mila euro di soglia minima.
EasyJet ancora interessata ad Alitalia
EasyJet è ancora interessata a partecipare in Alitalia. Anche, a quanto pare, nonostante il fatto che le condizioni per questo “acquisto possano cambiare. Non stupisce però, in fin dei conti, che questo interesse continui ad essere presente.
Mercati emergenti: gli sviluppi di questo mese
Si sta molto parlando in questi ultimi tempi dei mercati emergenti. Già il mese scorso era stato fatto un punto della situazione, in particolare per la crisi di alcuni mercati, Turchia e Argentina in testa, che avrebbero potuto influenzare negativamente gli investimenti.
La situazione attuale
I mercati emergenti potranno trarre vantaggio dalla lenta e piccola crescita, che allo stato attuale sembra costante. Le esportazioni migliorano, in Occidente. Poi ci sono le piccole crescite degli aggregati monetari ed un accesso al credito migliore, potranno lasciare spazio a più ampie manovre delle banche centrali nei paesi emergenti. L’estate ha visto le crisi valutarie di Argentina e Turchia, che hanno coinvolto anche altre valute emergenti.
Il peso argentino ha perso il 25,6%, la lira turca il 6,75%, il rand sudafricano il -10,8%, il rublo il 7,4%.
Se Turchia e Argentina hanno pagato le loro politiche economiche, gli altri paesi sono stati influenzati dalla bassa crescita occidentale e dalla politica monetaria della Federal Reserve. A pagare sono stati i fondi obbligazionari dei mercati emergenti, che hanno perso 1,5 miliardi di dollari a settembre.
Bene ha fatto il nuovo accordo tra Stati Uniti e Messico, con il paese di lingua spagnola che ha potuto aumentare la sua produzione di componenti per auto.
Carige, Fitch abbassa il rating della banca
Anche Fitch a quanto pare non riesce ad essere positiva per ciò che riguarda il destino di Banca Carige ed ha per questo tagliato il rating di lungo termine, passato a CCC+ da B ed ha modificato al ribasso anche il viability rating, sceso a a ccc+ da b- con outlook negativo.
Massima allerta sui Bond Astaldi. Rischio fallimento e banche allegre
Sui Bond Astaldi è scattata l’allerta, perché la quotata è a forte rischio fallimento. Infatti l’Astaldi è in concordato in bianco, con i conti sotto controllo da parte delle autorità. Se non riuscirà a mettere a posto il bilancio entro un certo tempo, dovrà dichiarare fallimento. Se non troverà investitori e ridurrà il debito, tutto crollerà.
La questione bond
Il problema riguarda chiaramente anche gli azionisti e chi ha acquistato i bonds. Per gli azionisti la batosta è forte. Il prezzo delle azioni è crollato del 90%. Anche per gli obbligazionisti le cose non vanno bene, visto che il valore dei bonds è sceso del 65%.
I più colpiti sono gli obbligazionisti dei bond convertibili 4,875% al 2024 e dei bond high yield 7,125% al 2020. Si tratta di obbligazioni minime da 100mila euro acquistate dagli investitori istituzionali.
Ora sono obbligazioni molto rischiose, che girano sul mercato secondario. A quanto sembra le banche vogliono chiaramente disfarsene, e quindi bisogna fare molta attenzione a quello che vi propongono. Non perché non è lecito rischiare, ma perché Astaldi è a forte rischio fallimento.
Gli investitori istituzionali hanno girato questi titoli sul mercato, e si possono trovare su Borsa Italiana e EuroTLX.
Essendo piattaforme senza intermediario, è probabile che vi siano investitori non al corrente di quanto sta succedendo alla quotata. E sono già molti gli investitori che le hanno acquistate online.
Fmi taglia stime Pil Italia e richiama all’ordine
L’FMI, il Fondo Monetario Internazionale, sembra aver mal digerito quelli che sono i cambiamenti in corso per ciò che concerne l’economia italiana e per questa motivazione ha tagliato le stime relative al nostro Pil richiamando all’ordine sulle strategie.
Banca Popolare di Bari: abbiamo operato sempre correttamente
La Banca Popolare di Bari risponde con un dettagliato elenco a un provvedimento della Consob in merito a presunte violazioni da parte dell’istituto creditizio e riscontrate nei periodi tra il 2014-16.
Queste violazioni sono contenute in due delibere approvate dalla Consob a metà settembre e rese note alcuni giorni fa dai media.
La Popolare di Bari ritiene di non aver commesso delle irregolarità e tramite un comunicato elenca in modo dettagliato delle “precise puntualizzazioni”.
“La Banca esprime anzitutto sorpresa e rammarico per la diffusione – si legge -, con dovizia di particolari tuttavia estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”.
Evidenzia inoltre che la Consob non ha “bloccato la vendita di azioni”, così come le sanzioni non sono state comminate “alla famiglia Jacobini e all’ex dg De Bustis”, bensì “a circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa, oltre che a riferirsi a due distinti procedimenti”.
La Banca Popolare di Bari ha già inviato ha inviato alla Consob proprie memorie difensive, corredate da tutta la documentazione atta a rappresentare la propria posizione.
Tra le tante ‘puntualizzazioni’, la Banca evidenzia: “gli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.
In merito invece al funzionamento del mercato interno di negoziazione delle proprie azioni (attivo tra maggio 2013 e giugno 2017), la Banca ribadisce che “le violazioni evidenziate da Consob riguardano errori operativi commessi nell’esecuzione delle procedure ed evidenzia che la numerosità di tali eventi (circa 200) costituisce l’1% delle complessive operazioni di vendita concluse nel periodo in esame”.
“Oltre a non apparire fondata nel merito – sostiene Banca Popolare di Bari -, la decisione della Consob riguarda in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013. Inoltre, la decisione non tiene conto del fatto che, in occasione di tutte le operazioni straordinarie degli ultimi anni (a partire dall’aumento di capitale del 2012), le concrete modalità operative sono state in piena trasparenza continuamente condivise con l’Autorità, che ha avuto modo di conoscerne ogni aspetto di dettaglio, nel contesto di una continua e intensa interlocuzione, in particolare in occasione degli aumenti di capitale 2014 e 2015, funzionali al salvataggio del Gruppo Tercas”.
La Banca ritiene di non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza, “di aver subito un provvedimento sanzionatorio a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo”. Pertanto la Banca farà valere le proprie ragioni nelle sedi competenti.
Comparto bancario in sofferenza. Male Unicredit e Carige
Con lo spread che sale sempre di più, il comparto bancario soffre alla borsa di Milano, con Unicredit e Carige che si segnalano tra le peggiori.
Unicredit è interessata da forti vendite, e attualmente perde quasi il 5%. Il prezzo delle azioni si trova ora ai minimi storici da due anni a questa parte. Era infatti dal dicembre 2016 che non si vedeva il prezzo di 11,84 euro. Molto male anche Mediobanca, che perde ora il 4,86%, con un prezzo per azione do 7,83 euro. Banco BPM è stato sospeso per eccesso di ribasso, e ora è sotto del 6%. Ubi Banca invece è sotto del 5,16% e Mediobanca il 4,7%. Crisi profonda anche per Banca Carige, con un crollo del 6,7%, e le sue azioni valgono la metà del valore della capitalizzazione di quasi un anno fa.
Il nuovo amministratore delegato Fabio Innocenzi è pronto per l’11 ottobre per il piano di azione, che prevede la dismissione del pacchetto di Utp e la vendita di Creditis.
Gli upgrade di oggi
Oggi è giorno di upgrade per due azioni in particolare, Enel e Prysmian. Ma per Enel il target price scende e il titolo va in sofferenza. Ora perde lo 0,47%, ad un prezzo di 4,40 euro. Per Credit Suisse il target price è a 6 euro. Anche Prysmian c’è un ribasso del target price, da parte di Hsbc he lo porta a 26 euro mantenendo però il giudizio su buy.
Sell off bond iniziato grazie alla Fed?
E’ iniziato il sell-off sui bond grazie alla Fed? Sembrerebbe proprio di si, dando un’occhiata a quel che è successo nella giornata di ieri sui Treasury Bond americani, poi espansosi anche sui titoli di Stato europei.