Fusione Renault-Fca: il titolo francese tiene. Un anno per l’operazione

Fusione Renault-FcaIl giorno dopo l’annuncio ufficiale di una proposta di fusione Renault-Fca da parte del Lingotto, i titoli in Borsa delle due quotate segnano andamenti differenti. Il primo giorno, i due titoli hanno avuto un forte rally ieri, ma mentre le azioni dei francesi hanno tenuto, quelle del Lingotto hanno subito poi una contrazione, anche se il prezzo è rimasto alto.

Le azioni delle due quotate

Certamente investire nelle due quotate dovrebbe portare buoni profitti ora. La Renault ieri ha visto le sue azioni salire del 18%, e mantenere il prezzo con un altro rialzo questa mattina del 2%. Le azioni così sono salite a 57,11 euro, e nella mattinata hanno continuato il loro progresso.

Le azioni Fca invece hanno avuto subito un rally analogo, ma non sono riuscite a mantenere il prezzo di 13,52 euro raggiunto al suo massimo di ieri, regredendo già a metà seduta a 12,41 euro. Questa mattina si trova a 12,46 euro, prezzo comunque superiore degli 11,46 euro di partenza della seduta di ieri.

Il governo francese ha espresso il suo gradimento ad un’operazione che porterebbe alla creazione di un gruppo leader del settore automobili. Secondo due board, ci vorrà circa un anno per completare la fusione.

Oggi si distribuiscono le cedole. Quali titoli in evidenza?

Oggi, alla Borsa di Milano, è giorno di cedole. I dividendi riguardano 21 quotate del Ftse Mib, che intanto perde l’1,07% ad un’ora dall’avvio delle trattative. Per i dividendi, l’impatto sarà pari al 2% del valore dell’indice milanese. Il pagamento, per tutti, sarà al 22 maggio, ad eccezione della Fiat, che procederà a pagare le sue cedole per la fine del mese.

Le azioni protagoniste

La Fiat è dunque tra le quotate che oggi distribuiranno le cedole, e che oggi guadagna l’1,33% sul titolo, a 12,23 euro. Poi c’è Eni, giù dell’1,39%, Ubi Banca giù del 3,12%, Intesa Sanpaolo, in caduta libera del 6,80%, Tenaris a –0,24%, Bper Banca che crolla del 4,09%, la Pirelli che scende del 2,62%. Queste quotate sono tutte accomunate dalle perdite nette sugli utili.

Poi ci sono le altre quotate, con le cedole dei dividendi A2A, che oggi vengono staccate da Azimut, su del 3,50%, Amplifon che sale dell’1,34%, Holding (-2,58%), Banca Generali (-2,69%), Atlantia, in crollo del 4,33%, Buzzi Unicem (-1,11%), DiaSorin (-0,36%), Assicurazioni Generali, Italgas (-4,18%), Moncler (-1,12%), Leonardo (-0,20%), Salvatore Ferragamo (-0,56%), Unipol (-3,02%) e UnipolSai (-4,31%).

Fin qui tutte quotate del Ftse Mib, mentre per il MibCap ci sono le cedole di Anima Holding (-2,92%), Freni Brembo (-1,57%), Brunello Cucinelli (-0,46%), Cattolica Assicurazioni (-3,28%), De Longhi (-0,42%), e altre.

Nuovo rally delle criptovalute: in forte ascesa Ripple. Bitcoin a $8000

criptovaluteLe criptovalute tornano in evidenza con forti rally su tutti i fronti, e in particolare per Ripple, che cresce fino a 0,43 dollari. Gongolano quelli che avevano investito sul mercato delle cripto, e che attendevano segnali dopo il famoso crollo di un anno e mezzo fa che ridimensionò il mercato.

I valori in campo

Tutte le principali criptovalute segnano dei forti rialzi, e in particolare raggiungono, insieme, una capitalizzazione di 18,2 miliardi.

XRP schizza 0,43 centesimi, un incremento che non si vedeva da dicembre 2018, che significa un aumento superiore alla madre di tutte le cripto: il Bitcoin.

Gli analisti concludono che il rally sia dovuto all’introduzione degli ETN di Ripple alla Borsa di Stoccarda, in cui sono stati inseriti nelle quotazioni anche quelli di Litecoin. La seconda più grande Borsa della Germania spinge dunque il Ripple, che ora scambia 6,3 miliardi di dollari al giorno, dopo Bitcoin (32,8 miliardi), Tether (32,4 miliardi) ed Ethereum (13,3 miliardi).

Intanto Bitcoin scambia a 8 mila dollari per BTC, con una capitalizzazione aumentata del 100% a 142 miliardi.

Molto bene anche Ethereum, 259 dollari e con una capitalizzazione di 23,8 miliardi. Scende il Bitcoin Cash, ora a 415 dollari e 7 miliardi di capitalizzazione. Segue il Litecoin, EOS e Binance Coin.

Maxi-obbligazione di IBM: tra le più grandi di sempre

ibmArrivano i corporate bond “investment grade” di IBM, una maxi-obbligazione tra le più grandi di sempre partita l’8 maggio e pari a 20 miliardi di dollari, per finanziare l’acquisto di Rat Hat, che costerà al colosso americano circa 33 miliardi di dollari.

Red Hat è una società di servizi informatici e del clouding. La maxi-obbligazione è, per dimensioni, la secondo più grande per il settore informatico mondiale, e la nona nella storia delle mercati finanziari. Il giorno prima era stato Bristol-Myers Squibb ad emettere 19 miliardi di obbligazioni.

La maxi-obbligazione

La maxi-obbligazione no ha però ricevuto un’accoglienza entusiasmante. I mercati hanno mostrato freddezza, con pochi ordini rispetto a quanto si aspettavano ad Armonk. Siamo sotto i 40 miliardi di ordini. Ma è anche vero che il mercato americano ha visto, quest’anno, emissioni 448,5 miliardi di dollari in corporate bonds. Il raffronto con il 2018 è leggermente inferiore, e 60 miliardi di dollari di emissioni servono per le acquisizioni.

Il mercato delle obbligazioni si era assopito nella prima parte dell’anno, ma ci hanno pensato le esternazioni di Trump contro la Cina, a riportarlo in quota. I mercati azionari hanno vissuto giorni difficili, e altri ne seguiranno. Così gli investitori si spostano sull’obbligazionario, ora che le condizioni, per le quotate, sono abbastanza favorevoli alle emissioni.

Crollano le borse. Gli USA spaccano l’economia mondiale

crollo borsaTrump torna a fare la guerra dei dazi, e attacca la Cina. Ieri sera il presidente ha annunciato lo scatto delle tariffe fino al 25% a partire da venerdì. Colpirà le merci cinesi in ingresso negli Stati Uniti, e subito scatta il panico sui listini mondiali, con vendite consistenti soprattutto in Asia. Anche in Europa si procede a vendite sostenute, che fanno crollare i mercati.

Le borse mondiali

Si parte dall’Asia, dove naturalmente a soffrire di più sono le borse cinesi. Crollo totale per Shanghai, che registra perdite per il 5,58%, mentre Shenzhen va giù del 7,56%. Crolla anche Hong Kong, del 2,90% mentre Tokyo è ancora chiusa per festività, e si risparmia il massacro sulle suue quotate.

In Europa le cose vanno leggermente meglio, ma le perdite sono comunque consistenti. A Milano, alle 12:30, si registrano perdite per l’1,78%, mentre Londra sale dello 0,40%. A Parigi la perdita è del 2,06% mentre Francoforte registra un -1,95%. Infine Zurigo, anch’essa in perdita dell’1,74%.

A Milano in sofferenza i bancari, con Unicredit che perde il 2,81%. Intesa scende dell’1,55% mentre Banco Bpm crolla del 2,70%. Secondo gli analisti, i dazi di Trump possono pesare sul Pil italiano per lo 0,3%. Così Fiat perde il 2,61% mentre Saipem il3,06%.

Il futuro dell’oro. Le banche centrali comprano assets

oroL’oro vive da tempo un periodo di relativa stabilità, ma soprattutto è cambiata la richiesta del mercato, con le banche centrali che investono di più sul biondo metallo, mentre l’industria inizia a pensare ad altre materie.

A dirlo il World Gold Council, nella sua relazione sul primo trimestre di quest’anno. La domanda di oro è aumentata del 7% in un anno (1.053,3 tonnellate), ma sono le banche centrali a fare incetta di lingotti, con 145,5 tonnellate in più rispetto ad un anno fa (+68%). L’industria del lusso e dei gioielli è comunque la maggiore acquirente, anche se la sua richiesta resta stabile con 530,3 tonnellate nel primo trimestre, pari ad un +1%.

Gli altri dati

Anche i settori tecnologici dell’industria usano l’oro, in alcuni prodotti specifici, ma meno che in passato. Qui infatti la domanda è diminuita del 3%, pari a 79,3 tonnellate, mentre 298,1 tonnellate sono state utilizzate come investimento.

L’oro è sceso d prezzo, tornando al mercato che aveva a dicembre scorso. Questo trimestre, sono state le richieste delle banche centrali a tenerne su il prezzo, anche se la richiesta è pari al 13,8% del totale. Maggioritaria è sempre la gioielleria, che chiede il 50,3% dell’oro presente sul mercato. Ma secondo il Council, sono gli investimenti ad incidere maggiormente sul prezzo.

Btp italiani andranno in rally? Scenario possibile

Btp Standard & Poor’s ha mantenuto inalterato il suo giudizio sul debito pubblico del nostro paese, confermando la tripla “B” con “outlook” negativo. Una buona notizia, se si considera che quasi tutti pensavano ad un downgrade dei nostri BTp. Il debito pubblico italiano continua ad essere seguito, e secondo l’Agenzia di rating il rapporto debito/Pil aumenterà. La buona notizia è che il debito privato invece continua a scendere, convincendo S&P a mantenere il suo giudizio sul nostro paese ancora invariato.

Il futuro dei Btp

La diminuzione del debito privato ha convinto S&P perché l’Italia diventi un creditore netto esterno nei prossimi cinque anni. Il bilancio tra crediti e debiti delle imprese e famiglie italiane detenuti all’estero saranno dunque favore dei primi.

Oggi e nel prossimo futuro saranno sotto osservazione i titoli italiani, per cui molti analisti prevedono un rally. Attualmente i Btp a dieci anni si collocano in area 260 punti base con un rendimento del 2,60%. All’apertura dei mercati, questa mattina, i Btp si sono portati a 257 punti, scendendo del 3,10% circa.

Il tutto in una settimana di festività, che ha ridotto gli scambi, e in cui si attendeva la revisione di S&P.

Maggio sarà decisivo per capire il futuro dei nostri titoli, anche attraverso le elezioni europee, che potrebbero cambiare gli equilibri all’interno della maggioranza, se non attraverso uno spostamento dei seggi, con nuovi sentimenti espressi dagli elettori. Una sorta di referendum anche sulla politica economica.

Bitcoin, torna l’appetito. Ma gli investitori snobbano il resto delle cripto

bitcoinIl Bitcoin è tornato a crescere, per capitalizzazione, da qualche settimana, anche se sono lontani i tempi i cui si registrano furiosi rally a doppie cifre. Comunque la capitalizzazione azionaria ha raggiunto i 99,4 miliardi di dollari, anche per effetto delle nuove emissioni. Ma la differenza è che il resto del mercato delle criptovalute è fermo o in regresso.

I numeri del Bitcoin

Il bitcoin oscilla ora attorno a 5600 dollari, con un volume giornaliero di 15,1 miliardi di dollari. Bitcoin è sempre al primo posto, sia per capitalizzazione che per scambi, mentre nelle transazioni, a sorpresa, la seconda cripto è con 13 miliardi nelle ultime 24 ore. Segue Ethereum molto staccato, con 6,7 miliardi.

Le altre cripto sono in discesa, e non riescono a spiccare il volo. Ripple, che aveva registrato un buon trend fino a 0,35 dollari, è tornata sotto i 0,30, mentre Ethereum conserva sempre la seconda posizione a 163 dollari.

Il mercato comunque registra una certa stabilità, dopo il tonfo incredibile di un anno fa, quando proprio Ethereum era quotato a 1500 dollari.

Ma è Tether a sorprendere tutti, visto che sta crescendo in numero di scambi ad un ritmo molto sostenuto. Ora la sua capitalizzazione è a 2,7 miliardi di dollari.

Milano cauta al ritorno dalle festività di Pasqua. I titoli

mediolanumL’apertura delle borse europee è cauta, e Milano non fa eccezione, al rientro dalle festività pasquali. In Asia, con i mercati aperti ieri, si è registrata una certa debolezza, mentre oggi le borse aspettano l’apertura di Wall Street per poi dare un’occhiata alle trimestrali USA.

Intanto c’è la novità del petrolio iraniano, che Trump vuole bloccare del tutto togliendo le esenzioni alle sanzioni per alcuni paesi, tra cui l’Italia. Dal 2 maggio non saranno più concesse, e ad essere coinvolti saranno anche Cina, India, Giappone e Corea del Sud.

I titoli

Verso le 14:00 Milano segna scende dello 0,41%, in leggero recupero rispetto alla metà della mattinata. Segno totalmente opposto invece per Londra, che registra un +0,46% mentre Parigi scende dello 0,16% e Francoforte dello 0,25%. A Milano ci sono trimestrali e dividendi a farla da padroni, con alcune delle principali aziende che comunicano sostanziose cedole. Banca Mediolanum, Campari, CNH Industrial, FCA, Ferrari, Fineco, Piaggio, Prysmian e Unicredit hanno fatto le loro comunicazioni, e le ci sono stabili reazioni sul listino.

Banca Mediolanum perde il 2,83%, Campari sale dello 0,87%, CNH Industrial va giù dello 0,83%. Continua ad andare male FCA che oggi segna il -3,89% mentre Ferrari perde lo 0,41%. Male anche Unicredit, a -2,79%.

La curva dei rendimenti dopo la fine del QE della BCE

Gli analisti hanno dato un’occhiata alla curva dei rendimenti delle obbligazioni governative europee dopo la fine del quantitative easing, anche se in una forma diversa, la Bce continua a farlo.

La banca centrale infatti ha dato il via ai reinvestimenti dei proventi derivanti dall’incasso dei titoli scaduti. Con la fine del QE si attendeva un forte rialzo dei rendimenti sovrani. E invece la situazione è rimasta stabile.

La situazione

Le scadenze iniziano a segnare il passo, e i rendimento sono stabili o addirittura scesi un po’ ovunque. La Germania fa fronte da tempo ai rendimenti negativi, mentre addirittura la Grecia vede i propri rendimenti ai minimi storici da 15 anni.

Le analisi sono basate sui grafici forniti dalla Bce, che mostrano i rendimenti sovrani leggermente saliti per i titoli a breve, fino a 2 anni, e scesi per le scadenze maggiori.

Per quelli a tripla A, i rendimenti a lunga scadenza sono scesi, ma per quelli superiori ai 3 anni. Comunque gli spread si sarebbero ristretti per quelli a breve e medio termine, mentre sono aumentati per quelli sopra ai 19 anni.

Per gli analisti dunque, c’è la tendenza verso il mercato obbligazionario, un ritorno come rifugio, magari in considerazione della guerra commerciale scatenata da Trump con la Cina.

Bonds Grecia: cosa sta succedendo? Spread ai minimi

bonds greciaBonds Grecia e il paradosso dei minimi storici per lo spread, con un rendimento del 3,3%. Una situazione definita paradossale da molti analisti, con lo spread tra le obbligazioni elleniche e quelle tedesche che si riduce sempre di più. In questo modo, Atene ha raccolto 2,5 miliardi di euro solo a marzo, quando il rendimento era del 3,9%. I bonds preferiti per dalla Grecia sono i decennali.

Rendimenti al di sotto del costo?

La novità, per la Grecia, è la grande liquidità che ora c’è nel paese. I bonds greci, suddivisi in BTp e “sirtaki” bond, stanno cercando i rendimenti. I BTp si stanno alzando di prezzo, anche grazie alla liquidità che, secondo le stime, dovrebbe aggirarsi a quasi 50 miliardi. Molto denaro, che è il 20% del Pil ellenico, che permetterà al paese di non chiedere più prestiti. La situazione è tornata positiva, sia per il bilancio dello Stato che per il finanziamento, visto che non c’è più la corsa al bond, ovvero non serve più vendere tanti titoli sul mercato.

La soluzione scelta dunque è la vendita di T-bills a breve scadenza (entro l’anno) per circa 14 miliardi di euro l’anno. Non perché allo stato servisse finanziarsi, quanto piuttosto per aumentare la liquidità, e far fronte senza patemi ai prestiti concessi dalla Troika.

Questo sta facendo ridurre i rendimenti dei titoli greci, consentendo a Tsipra di pagare meno interessi sul debito. Ma soprattutto consente alla Grecia di evitare finanziamenti sul mercato per almeno 3 anni.

Airbus e Boeing. Dopo l’incidente le azioni iniziano a divergere

Boeing 737 MaxI due colossi della produzione di aerei, Airbus e Boeing, iniziano a vedere i prezzi delle loro azioni divergere, a causa dell’incidente che ha coinvolto gli americani di Seattle. I fatturati girano sulle stesse cifre, ma l’incidente in Etiopia ha lasciato il segno sulla Boeing, che deve fare i conti con le misure restrittive al suo nuovo modello, che non può ancora volare. Dopo lo stop dei governi, iniziano ad arrivare anche le disdette alle commesse.

La situazione

Airbus ha dichiarato che non cercherà di approfittare della situazione, ma è indubbio che il blocco imposto ai 737 MAX ella Boeing cambierà il quadro industriale e le strategie commerciali delle due aziende. Anche non volendo avere dei vantaggi, Airbus non potrà certamente rifiutare nuove commesse da parte di chi non vuole più acquistare i nuovi 737, e dipenderà molto da quanto tempo occorrerà alla Boeing per risolvere i suoi problemi.

Per il momento, i vantaggi per la compagnia europea sono tutti sulle azioni, ai massimi storici, con un +40% per quest’anno, mentre la Boeing è scesa del 12%, dal 10 marzo, giorno del secondo incidente che ha coinvolto un loro 737 MAX.

Fino a quel momento, la Boeing aveva finalizzato un +14% in borsa da gennaio. Ma non è tutt’oro quel che luccica. Airbus potrebbe avere difficoltà ad evadere tutti gli ordini in più dovuti al calo della Boeing.

Milano, apertura positiva. Sotto osservazione i titoli bancari

unicreditOre 10:50. A Milano apre bene Piazza Affari, dove sono particolarmente osservati i titoli bancari, che potrebbero subire uno scossone con le voci di fusione tra Unicredit e Commerzbank. un’operazione che andrebbe a coinvolgere anche gli altri titoli, con consolidamento per e principali banche italiane.

A parlare ancora delle voci di un’alleanza italo-tedesca è il Sole 24 ore, che conferma le voci su questa operazione che potrebbe prendere il via nei prossimi mesi.

Il mercato azionario

Il titolo di Unicredit però apre male la settimana, andando subito giù. Ora segna il -0,98%, mentre Commerzbank capitola con un -2,21% registrato ora.

Gli altri titoli bancari soffrono, ma le prospettive per il futuro prossimo potrebbero regalare profitti. In particolare potrebbero consolidarsi Ubi, Banco Bpm, Bper e Mps.

Ma ora Banco Bpm perde l’1,20%, in una mattinata che ha visto subito un’apertura in forte ribasso. Ubi Banca va subito giù e poi recupera fino al -0,44%. Bper invece riesce a recuperare fino ad appena sotto la parità mentre Mps recupera ma resta sul -0,16%.

Tra gli altri bancari, Intesa Sanpaolo perde lo 0,13%, mentre Mediobanca crolla a -0,98%. Sale invece il titolo di Banca Mediolanum, che registra il +0,31%.

Tra gli altri titoli, apre bene Saipem, con il + 2%, ma il titolo poi non riesce a tenere e scivola a -0,40%, complici le prese di profitto, dopo l’annuncio sulla firma di due nuovi contratti in Norvegia e Medioriente che valgono 200 milioni di dollari.

Investire nel tabacco. Le aziende che potrebbero salire in borsa

tabaccoIl settore del tabacco è molto delicato, soprattutto per motivi etici, ed è stato abbandonato da molti investitori, anche perché i “clienti”, ovvero i fumatori, sono in diminuzione. Ma il settore è ancora redditizio e ci sono opportunità di crescita grazie ai nuovi progetti, in particolare nelle sigarette elettroniche e nella cannabis legale. Non ha caso l’ARCA Tobacco Index registra solo nel 2019 un +40,8%, molto più di altri indici.

I titoli su cui puntare

Ci sono tre titoli, in particolare, del settore che andrebbero tenuti d’occhio, perché continuano a salire. Pyxus, Turning Point Brands e Altria Group.
Pyxus è specializzata nel tabacco usato dai grandi gruppi classici, a cui vende il tabacco grezzo. Ma sta allargando il suo business alla cannabis negli Stati Uniti e in Canada, dove è azionista della Canada’s Island Garden e della Goldleaf Pharm, rispettivamente con il 75% e l’80% del capitale. Negli USA è entrata nel capitale azionario di Criticality (40%) per la lavorazione della canapa industriale. Il suo titolo è cresciuto del 110% da gennaio.

Turning Point Brands lavora nella produzione del tabacco e delle sigarette elettroniche, con tabacco da masticare, prodotti da fumo, cartine per sigarette, e vaporizzatori. Ha aumentato le sue vendite del 28%, grazie ad un +86% del settore vaporizzatori. Il titolo di Turning Point ha guadagnato il 69% da gennaio.

Altria Group produce e vende tabacco, sigarette e altri prodotti da fumo, ed concessionario dei diritti della Marlboro negli Stati Uniti. Sta investendo sulle sigarette elettroniche, sulla cannabis e sull’alcol. Ha investito 1,8 miliardi di dollari sulla canadese Cronos Group che si occupa di coltivazione della marijuana. Il titolo di Altria è salito del 14,7% da gennaio.