Spread Btp-Bund a 275 nella seconda metà 2013 secondo Citigroup

spread btp bundDopo l’annuncio della FED relativo alla possibilità di ridurre il piano di quantitative easing dal prossimo autunno e di azzerare completamente gli acquisti di bond entro metà 2014, sui mercati finanziari c’è stata una nuova ondata di avversione al rischio con forti turbolenze sulle borse e i bond. Il clima di risk off potrebbe proseguire anche nelle prossime settimane. Partendo da questi presupposti, Citigroup ha deciso di alzare le proprie stime sullo spread Btp-Bund, che ora è atteso intorno a 275 punti base nel secondo semestre del 2013.

Previsioni rendimenti Btp seconda parte 2013

spread-btp-bundTutto ruota attorno al sentiment degli investitori. Per i Btp, più che l’effetto-Italia, conta la stabilità dei mercati e la fiducia degli investitori sulla tenuta dell’euro. D’altronde l’Italia continua a evidenziare gravi problemi strutturali nella propria economia, con assenza di crescita, disoccupazione record e debito pubblico sopra 2mila miliardi. Tuttavia gli investitori hanno fatto incetta di Btp negli ultimi 10 mesi, facendo crollare lo spread con i titoli tedeschi. La scorsa estate il differenziale tornò sopra 530 punti e solo il provvidenziale intervento di Draghi evitò il peggio.

Quanto rendono i titoli di stato europei a settembre 2012

Da quando lo spettro della disintegrazione dell’euro è stato allontanato forse definitivamente per qualche tempo grazie al piano di salvataggio della Bce, lo spread ha allentato la morsa e i bond governativi europei hanno ripreso vigore. Banca Syz fa notare che l’effetto principale è stato quello di provocare “un netto calo dell’avversione al rischio e immediatamente c’è stato un rimbalzo dei tassi di interesse a lungo termine degli emittenti ritenuti un porto sicuro”. Il rendimento del T-Bond USA è salito all’1,75% dall’1,62%, quello del Bund all’1,6% dall’1,35%, quello del Gilt britannico all’1,83% dall’1,46%.

Il Bund non è più un porto sicuro

Il recente taglio dell’outlook sulla Germania da parte di Moody’s, che ha pur sempre confermato il rating AAA, ha fatto crollare molte presunte certezze tra gli investitori mondiali ma soprattutto quel senso di immunità dal contagio della grave crisi dei debiti sovrani europei. Tutto ad un tratto anche la Germania si è risvegliata vulnerabile alla crisi dell’euro e la Merkel sta spingendo verso una soluzione definitiva, anche se la Bundesbank è assolutamente contraria alla monetizzazione dei debiti degli stati sovrani in difficoltà da parte della Bce.

Investire sui bond a lungo termine

Investire nei titoli obbligazionari di lungo periodo, siano essi corporate bond o titoli fixed income (cioè del reddito fisso), può essere una soluzione molto interessante per chi avesse intenzione di puntare su una strategia di reinvestimento delle cedole in un’ottica di investimento da “cassettista”. Impegnarsi per periodi molto lunghi, ovvero con titoli con scadenza trentennale o addirittura “perpetual” (cioè senza durata), può potenzialmente spaventare gli investitori in quanto in un arco di tempo così lungo il debitore emittente potrebbe andare incontro a problemi di natura finanziaria.