Novità per la Banca Popolare di Bari

Banca Popolare di Bari investisicuro.com

Banca Popolare di Bari sta affrontando adeguatamente, con molto impegno, i rapporti con i propri soci e i clienti.

In linea con questo impegno, il Gruppo Banca Popolare di Bari, il più grande gruppo bancario autonomo del Centro e Sud Italia, sta preparando un nuovo piano industriale per rilanciare la Banca e un contestuale aumento di capitale.

Il settore bancario è alle prese con uno uno scenario attuale non sereno e non mancano le turbolenze. Inoltre negli ultimi anni, il quadro normativo incerto non ha aiutato le banche popolari.

Il Consiglio di Stato in merito alla complessa interpretazione della riforma, dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, ha deciso di adire la Corte di Giustizia dell’UE per ottenere i necessari chiarimenti sui due temi maggiormente controversi: la soglia degli attivi e il diritto al rimborso per i soci in caso di trasformazione.

Oltre due anni per decidere sulla riforma e ciò ha avuto delle ripercussioni sul settore delle popolari che sono, da sempre, maggiormente vicine ai tessuti produttivi in cui operano.

In questo contesto turbolento gli istituti di credito cercano di affrontare le leggi e le riforme approvate.

Popolare di Bari si sta adeguando al panorama, tanto che a breve si attiverà per deliberare un irrobustimento del patrimonio.

Banca Popolare di Bari: la cartolarizzazione si è conclusa ad un prezzo sopra le attese

Banca Popolare di Bari la cartolarizzazione si è conclusa ad un prezzo sopra le attese

Conclusa con un prezzo al di sopra delle aspettative, la cartolarizzazione multi-originator denominata POP NPLs 2018, originata da 17 banche popolari e non (di cui 12 popolari).

In particolare, le banche coinvolte sono: Cassa di Ravenna, Banco di Lucca e del Tirreno, Banca di Imola, Credito di Romagna, Banca Popolare del Lazio, Banca di Piacenza, Banca Popolare Pugliese, Banca Popolare di Fondi, Banca Popolare del Frusinate, Cassa di Risparmio di Orvieto, Banca Popolare del Cassinate, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare di Cortona, SanFelice 1893 Banca Popolare, Banca Popolare Valconca, Banca Popolare Sant’Angelo, insieme alla Banca Popolare di Bari.

Nell’ambito dell’operazione Jp Morgan e Banca Popolare di Bari hanno svolto il ruolo di Arranger.

Gli Istituti di credito hanno ceduto a un veicolo di cartolarizzazione, denominato POP NPLS 2018, un portafoglio di crediti in sofferenza avente valore lordo esigibile pari a 1.578,3 milioni, composto da crediti secured per il 65,7% e da crediti unsecured per il 34,3%.

Il veicolo ha emesso tre tranches di notes ABS: una senior di 426 milioni, corrispondente al 27% del valore lordo esigibile, dotata di rating Baa3 e BBB da parte, rispettivamente, delle agenzie Moodys e Scope Ratings ed eleggibile per la GACS; una mezzanine di 50 milioni, corrispondente al 3,2% del valore lordo esigibile, dotata di rating Caa2 e B, rispettivamente, da parte di Moodys e Scope Ratings; una junior, non dotata di rating, pari a 15,78 milioni.

Il valore complessivo delle notes dotate di rating è pari al 30,2% del valore lordo esigibile.

La struttura dell’operazione, grazie all’abbinamento della cartolarizzazione con l’assegnazione dei rating e il rilascio della GACS, consente, per le singole banche originator, di migliorare sensibilmente la valutazione del portafoglio e, allo stesso tempo, di ridurre l’onerosità complessiva dell’operazione, assicurando comunque rendimenti interessanti ai potenziali sottoscrittori delle diverse tranches, inclusa la junior.

Corte d’Appello sospende multe alla Banca Popolare di Bari

Corte d'Appello sospende multe alla Banca Popolare di Bari

“Sanzioni sospese”, così ha deciso la Corte d’Appello di Bari nei confronti delle sanzioni comminate alla Banca Popolare di Bari dalla Consob.

La Corte d’appello ha infatti “disposto la sospensiva del provvedimento” con il quale Consob, nei giorni scorsi, ha multato i vertici della Popolare di Bari e l’istituto stesso, in qualità di responsabile amministrativo, per un totale di 1,95 milioni di euro.

La Corte d’Appello ha accolto, inaudita altra parte, l’impugnazione dell’istituto. Nelle prossime settimane il procedimento andrà avanti con la comparizione delle parti.

Banca Popolare di Bari aveva impugnato le sanzioni stabilite dalla Consob dopo aver riscontrato, a suo dire, “delle violazioni da parte dell’istituto creditizio nei periodi tra il 2014-16”.

I provvedimenti sanzionatori erano stati approvati dalla Commissione nazionale per le società e la Borsa il 13 settembre e i dettagli delle due delibere erano state rese note nelle scorse settimane dalla stampa.

Ai due provvedimenti Banca Popolare di Bari aveva risposto con una serie di precisazioni e respingendo le contestazioni avanzate dalla Consob.

Per la Popolare di Bari la decisione della Consob, oltre a “non apparire fondata nel merito”, riguarda “in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013”.

La Banca sostiene di aver “costantemente operato nel pieno rispetto delle normative vigenti, con una costante e fattiva interlocuzione con il Regolatore”.

Nelle memorie difensive inviate a Consob ha evidenziato anche che “gli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.

La Banca, oltre a ritenere di “non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza”, ritiene di aver subito “un provvedimento sanzionatorio a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo”.

Adesso sembra che la sospensione delle multe da parte della Corte d’Appello abbia dato ragione alla Banca Popolare di Bari.

Enrico Cerreto: la consulenza patrimoniale è opportunità

Enrico Cerreto: la consulenza patrimoniale è opportunità

“La consulenza patrimoniale è un’opportunità” parola di Enrico Cerreto, consulente patrimoniale, iscritto da aprile 2001 all’albo dei consulenti finanziari con mandato di Fideuram SpA.

“Il patrimonialista ha metodi, strumenti e conoscenze – spiega Cerreto – per aiutare i risparmiatori a fare le migliori scelte per se stessi e la loro vita. Per condividere con il cliente le varie fasi della pianificazione del patrimonio, così da essere punto di riferimento per ogni esigenza, è importante però ascoltare e capire le sue vere esigenze, anche quelle non dirette. È importante tradurre l’ascolto dei sentimenti delle famiglie e dei singoli individui che ne fanno parte, in una nuova chiave di lettura e di gestione del patrimonio”.

La storia e le dinamiche interne di un nucleo familiare sono quindi collegate con l’attività di consulenza patrimoniale.

“Non si può decidere di patrimonio, denaro e beni – afferma Enrico Cerreto – se non si parla prima di famiglia e dinamiche interne. Se non si considerano questi fattori, gli aspetti di gestione patrimoniale e finanziaria possono diventare molto rischiosi e distruggere un nucleo per generazioni”.

“Al patrimonialista – evidenzia Enrico Cerreto – i clienti richiedono assistenza su tutto il loro patrimonio: immobiliare, mobiliare, aziendale e reale e per tutto il ciclo di vita: dalla creazione, allo sviluppo, al mantenimento sino alla trasmissione ed alla successiva creazione di nuovo patrimonio. Tutto ciò avviene senza dimenticare l’importante attività di tutela personale, familiare e patrimoniale presente in ogni fase del ciclo”.

“Per poter fornire al cliente una consulenza integrata – prosegue – , le competenze richieste al consulente patrimoniale interessano tutti i professionisti che interagiscono con il cliente durante il ciclo di vita del suo patrimonio, quali: l’avvocato, il consulente finanziario, assicurativo ed immobiliare”.

Oggi Enrico Cerreto lavora alla sede di Napoli della Banca Fideuram, ha iniziato l’attività bancaria nel 1989 presso la Citibank Italia di Napoli, poi divenuta Banco Ambrosiano Veneto fino al 2001. Ha ricoperto vari ruoli, tra cui back office, addetto clientela retail, addetto clientela executive, estero merci, settorista aziende, direttore di filiale.

Enrico Cerreto è laureato in giurisprudenza e ha studiato presso l’Imperial College Business School di Londra. È un’esperto del settore bancario e finanziario, come consulente patrimoniale si occupa di tutela, gestione e trasmissione di patrimoni. La ricchezza finanziaria dei suoi clienti è di 500mila euro di soglia minima.

Banca Popolare di Bari: abbiamo operato sempre correttamente

Banca Popolare di Bari: abbiamo operato sempre correttamente

La Banca Popolare di Bari risponde con un dettagliato elenco a un provvedimento della Consob in merito a presunte violazioni da parte dell’istituto creditizio e riscontrate nei periodi tra il 2014-16.

Queste violazioni sono contenute in due delibere approvate dalla Consob a metà settembre e rese note alcuni giorni fa dai media.

La Popolare di Bari ritiene di non aver commesso delle irregolarità e tramite un comunicato elenca in modo dettagliato delle “precise puntualizzazioni”.

“La Banca esprime anzitutto sorpresa e rammarico per la diffusione – si legge -, con dovizia di particolari tuttavia estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”.

Evidenzia inoltre che la Consob non ha “bloccato la vendita di azioni”, così come le sanzioni non sono state comminate “alla famiglia Jacobini e all’ex dg De Bustis”, bensì “a circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa, oltre che a riferirsi a due distinti procedimenti”.

La Banca Popolare di Bari ha già inviato ha inviato alla Consob proprie memorie difensive, corredate da tutta la documentazione atta a rappresentare la propria posizione.

Tra le tante ‘puntualizzazioni’, la Banca evidenzia: “gli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.

In merito invece al funzionamento del mercato interno di negoziazione delle proprie azioni (attivo tra maggio 2013 e giugno 2017), la Banca ribadisce che “le violazioni evidenziate da Consob riguardano errori operativi commessi nell’esecuzione delle procedure ed evidenzia che la numerosità di tali eventi (circa 200) costituisce l’1% delle complessive operazioni di vendita concluse nel periodo in esame”.

“Oltre a non apparire fondata nel merito – sostiene Banca Popolare di Bari -, la decisione della Consob riguarda in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013. Inoltre, la decisione non tiene conto del fatto che, in occasione di tutte le operazioni straordinarie degli ultimi anni (a partire dall’aumento di capitale del 2012), le concrete modalità operative sono state in piena trasparenza continuamente condivise con l’Autorità, che ha avuto modo di conoscerne ogni aspetto di dettaglio, nel contesto di una continua e intensa interlocuzione, in particolare in occasione degli aumenti di capitale 2014 e 2015, funzionali al salvataggio del Gruppo Tercas”.

La Banca ritiene di non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza, “di aver subito un provvedimento sanzionatorio a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo”. Pertanto la Banca farà valere le proprie ragioni nelle sedi competenti.

Enrico Cerreto: tutelare e valorizzare il patrimonio

Enrico Cerreto: tutelare e valorizzare il patrimonio

“Il patrimonio di ognuno va salvaguardato e valorizzato, pertanto bisogna affidarsi a consulenti patrimoniali professionisti che possano offrire una consulenza ad ampio raggio”, ad affermarlo è il dottor Enrico Cerreto, che incontriamo per capire come lavora un consulente patrimoniale e qual è il rapporto con il cliente.

Cerreto è un consulente patrimoniale, iscritto da aprile 2001 all’albo di consulenti finanziari con mandato di Fideuram SpA, l’istituto bancario italiano appartenente al Gruppo Intesa Sanpaolo. Ha alle spalle esperienza bancaria iniziata nel settembre 1989 presso la Citibank Italia di Napoli, poi divenuta Banco Ambrosiano Veneto fino al 2001, ed anche una tradizione familiare legata al mondo bancario e finanziario.

“Il patrimonialista – evidenzia Enrico Cerreto, che lavora presso la sede di Napoli della Fideuram – pianifica e organizza il patrimonio del cliente con la finalità di accrescerlo e metterlo in sicurezza preservandolo integralmente per i suoi scopi futuri. Le strategie di gestione e tutela del tuo patrimonio devono essere efficaci e oculate. Con il cliente vanno valutati i profili di rischio e individuate le soluzioni sempre più previdenti ed efficaci”.

Come racconta il nostro esperto, molta attenzione viene riservata al patrimonio, ai beni, alla realtà aziendale e alle proprietà che il cliente è riuscito a costruire nel tempo grazie alle sue capacità. Pertanto tutto questo deve essere gestito nella sua totalità.

“Il consulente patrimoniale – afferma Enrico Cerreto – si prende cura del patrimonio attraverso una visione ampia e precisa, individuando gli obiettivi specifici del cliente da soddisfare. La consulenza per la gestione, tutela e trasmissione dei patrimoni è un’attività complessa e richiede il possesso di competenze tecnico-normative avanzate e di capacità relazionali che hanno bisogno di una formazione continua e strutturata”.

Prima quindi è bene definire quali sono le priorità della propria vita, poi con un consulente patrimoniale si definiscono le strategie migliori per riuscire a raggiungere le mete prefissate.

“In un ambito di planning complessivo – conclude Enrico Cerreto – , è necessario valutare se esistono dei rischi per il patrimonio e quanto sono probabili, quindi utilizzare gli strumenti più adatti alla protezione della famiglia. È fondamentale capire di cosa il cliente ha bisogno e in quale misura, per poter indicare le soluzioni più efficaci, sempre considerando il patrimonio nel suo insieme”.

PayPal, un metodo diverso di pagamento non solo su internet

Uno degli strumenti alternativi alle carte di credito che può essere usato nel mondo degli acquisti online è PayPal, il conto virtuale che consente di utilizzare il denaro a disposizione per effettuare pagamenti su internet in tutta sicurezza e comodità.

PayPal può essere infatti usato attraverso qualsiasi pc, smatphone, tablet o altro device che si abbia a disposizione, purché l’esercente dello shop dove si desidera comprare lo accetti come sistema di pagamento. PayPal, tuttavia, viene oggi accettato come sistema di pagamento in 193 nazioni del mondo e consente di effettuare transazioni in 26 diverse valute. La circostanza che non venga accettato è quindi molto remota.

Per usare PayPal è necessario in primo luogo aprire un proprio conto online, per il quale sarà necessario disporre solo di una email, che sarà quella che verrà richiesta anche al momento del pagamento. Si dovrà poi scegliere una propria password personale da inserire per autorizzare le transazioni.

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Si dovrà poi scegliere come ricaricare il proprio conto PayPal. Si potrà infatti decidere se associare al conto corrente online una o più carte di credito già in proprio possesso oppure se ricaricare il conto con un altro sistema. La giacenza disponibile sulle carte, quindi, diventerà la giacenza disponibile anche sul conto.

Per i pagamenti si dovrà però utilizzare soltanto email e password, senza la necessità si comunicare i propri dati personali e sensibili a terze persone. Questo conto, inoltre, può essere utilizzato non solo per effettuare pagamenti e inviare denaro, ma anche per riceverlo, ed è quindi molto usato da chi vende online. Uno dei siti internet sui cui PayPal è da tempo utilizzato è infatti eBay.

I migliori prestiti personali senza garanzie aggiuntive

Le diverse offerte di prestiti personali che non hanno bisogno di buste paga come garanzie: proposte, tassi, e quale scegliere. Banche e finanziarie stanno proponendo nuove offerte di prestito personale indirizzate ai lavoratori atipici o agli studenti che hanno bisogno di liquidità ma che non possono offrire garanzia di rimborso o rivalsa da parte della banca in caso di insolvenza.

Buoni fruttiferi postali, un investimento per il lungo periodo a interessi crescenti

Tra le migliori proposte c’è quella Poste Italiane, che propone  Special Cash Postepay, prestito che può essere richiesto da tutti i titolari di carta Postepay per la richiesta di una somma compresa tra 750 e 1.500 euro direttamente sulla carta. La restituzione della somma richiesta avviene in 15, 20 e 24 mesi a tassi vantaggiosi. Per una richiesta di 750 euro, il rimborso sarà di 850,50 con tan fisso  allo 0% e taeg al 18,21% e una rata di 54,50 euro; se si richiedono 1000 euro, l’importo totale da restituire sarà di 1.138, sempre con tan fisso e taeg al 16,51%.

Prestiti personali, quali banche offrono le migliori condizioni

Unicredit offre Creditexpress Giovani, a tasso fisso, che permette, ai giovani, di ottenere un prestito da 600 a 5.000 euro, anche senza garanzie, da restituire in un periodo tra otto e 36 mesi. Questo prestito non ha spese d’istruttoria ed è finalizzato al pagamento delle spese scolastiche o accademiche.

Findomestic  propone soluzioni vantaggiose in base alle esigenze; si inizia dal finanziamento ‘altri progetti’ che eroga un importo di 14.000 euro con un Tan ed un Taeg fissi del 7,58 e del 7,85%. Dopo aver saldato le prime sei rate, si può decidere di cambiare la somma di pagamento, aumentandola o diminuendola. Il premio cambierà in base alla durata del finanziamento.

Unicredit chiuderà 350 sportelli in tre anni

Ieri si è riunito il consiglio di amministrazione di Unicredit che ha parlato di diversi argomenti. L’amministratore delegato Federico Ghizzoni ha posto l’accento sul piano di dismissioni di Rcs, visto che la banca di Piazza Cordusio è tra i maggiori creditori di via Solferino. Il ceo di Unicredit ha molte perplessità sulla reale fattibilità del piano di cessioni messo a punto dal gruppo editoriale guidato da Pietro Scott Jovane. Ghizzoni ha sottolineato che negli ultimi tempi i piani di ristrutturazione societari hanno interessato diversi player italiani.

Bpm arresti domiciliari per l’avvocato Amoruso

L’avvvocato Onofrio Amoruso, legale della Banca Popolare di Milano, è finito agli arresti domiciliari per corruzione. L’arresto è scattato nell’ambito dell’inchiesta sulla banca milanese condotta da Roberto Pellicano, pm di Milano. Secondo gli inquirenti, Amoruso avrebbe agevolato l’erogazione di grosse somme di denaro a B-Plus, una società che opera nel settore dei giochi appartenente a Francesco Corallo, che attualmente risulta ancora latitante e sul quale pende un mandato di cattura. Sempre Amoruso avrebbe chiesto in cambio tangenti per un totale stimato intorno ai 2 milioni di euro.

Mps +12% in borsa grazie al crollo dello spread

Banca Mps è stata l’autentica protagonista dell’ultimo seduta di borsa a Piazza Affari. Le azioni della banca senese hanno messo a segno un guadagno del 12,34% a 0,264 euro, toccando il massimo più alto degli ultimi tre mesi e mezzo a 0,266 euro. Il titolo è stato spesso sospeso per eccesso di rialzo, a causa degli incessanti acquisti durante l’intero arco della giornata. In questo inizio 2013 il titolo ha già guadagnato quasi il 17%. A favorire il boom del titolo in borsa è il forte calo dello spread Btp-Bund.

Banca Mps -2,3% in borsa dopo altolà Bce sui Monti-bond

La Bce sarà sempre più un organo fondamentale per la vigilanza sui maggiori istituti di credito europei. L’Eurotower inizia sin da ora a dare i suoi pareri e ha già acceso un faro sul dossier dei Monti-bond, che Banca Monte dei Paschi di Siena venderà al Tesoro italiano per raccogliere la liquidità necessaria per far fronte alle richieste dell’Eba relativa al rafforzamento del capitale entro la fine del 2012. L’istituto centrale europeo guidato da Mario Draghi preferirebbe un ingresso diretto dello Stato italiano nel capitale della banca senese.