Sentenza record: ex banchieri di Tercas devono 368 milioni di euro alla Popolare di Bari

Una sentenza che diventerà un vero e proprio precedente per tutti i vari crac di banche che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni. L’azione di responsabilità che era stata avviata da parte di Banca Popolare di Bari nei confronti dei due ex amministratori della Cassa di Risparmio di Teramo è andata a buon fine. Perlomeno in primo grado, infatti, Antonio di Matteo e Claudio di Gennaro sono stati condannati ad un risarcimento a dir poco importante e che sicuramente farà giurisprudenza.

I due ex amministratori di Tercas, infatti, dovranno versare la bellezza di 368 milioni di euro (in due) alla Popolare di Bari. 192 milioni di euro circa per Di Matteo e altri 172 per Di Gennaro. È stato il Tribunale dell’Aquila ad emettere una sentenza davvero molto importante. Non si tratta solamente di cifre veramente ragguardevoli, infatti, ma anche della prima vera e propria causa civile che è stata portata avanti nei confronti di ex banchieri e che è nata da un’azione di responsabilità.

I giudici del Tribunale dell’Aquila, quindi, hanno dato ragione alle richieste dell’istituto pugliese, che nel 2013 decise di rilevare la Cassa di Risparmio di Teramo, che in quel periodo stava affrontando una crisi nerissima e che era commissariata da Bankitalia. Una scelta che ha portato a conseguenze molto pesanti sul bilancio della Popolare di Bari, che non ci ha pensato due volte ad intavolare un’azione di responsabilità nei confronti di Di Gennaro e Di Matteo.
Al primo, vice presidente di Tercas dal 1998 fino al 2010 sono state riconosciute molteplici irregolarità, così come per Di Matteo, che ha ricoperto il ruolo di direttore generale dal 2005 al 2011. Al primo sono state riconosciute numerose irregolarità cica operazioni su azioni proprie e perdite su credito. Nello specifico, emerge con forza una totale negligenza nella concessione di alcuni fidi a gruppi come Isoldi, De Gennaro e Di Mario.

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