Btp a 6 anni, appena emesso rendimento positivo

Il Btp Italia a 6 anni emesso ieri si è assicurato un rendimento reale minimo garantito dello 0,45% ed un prezzo alla pari. Condizioni favorevoli a colui che li acquista ed a chi li emette, soprattutto all’interno di un’Europa dove questi titoli sembrano essere tutti caratterizzati da tassi negativi.

Come diversificare il portafoglio

Dopo due anni di iniezioni di liquidità e acquisto di titoli, la BCE ha iniziato la riduzione e o smaltimento delle tossicità del mercato, e quindi gli investitori possono iniziare a diversificare il portafoglio verso titoli più rischiosi, o verso titoli diversi rispetto ai classici “sicuri” utilizzati durante la crisi.

I governi sostituiranno la BCE per quel che riguarda gli acquisiti, e l’inflazione dovrebbe aumentare, disincentivando così gli investimenti verso i titoli a basso rendimento, che durante le iniezioni di liquidità invece, erano i preferiti, grazie anche alla bassa inflazione. Ecco dunque che dovrebbe scattare la caccia ai redditi più alti, andando a diversificare il portafoglio verso titoli più globali e rischiosi, uscendo da quelli governativi all’interno della zona euro, protetti dalla BCE, per andare su titoli ad alto rendimento. Certo, la prudenza è sempre raccomandata, ricordando che i regolamenti si sono inaspriti ed è più difficile ottenere liquidità per i sell e i futures allo scoperto. Sicuramente, nel prossimo futuro, anche le obbligazioni a disposizione si diversificheranno, adeguandosi agli aumentati tassi di inflazione e alle nuove restrizioni BCE. A pagarne le conseguenze saranno i bond governativi classici, a vantaggio di quelli periferici, con bassi rating, come i BBB.

Investire in Corone della Svezia

La Svezia è certamente uno dei paesi più sicuri e seri per investire, e le corone svedesi possono essere investite anche alla borsa di Milano, con l’acquisto delle obbligazioni della BEI, anche se il rendimento non è certamente elevato, anche se sicuro. Il rendimento è infatti del 1,5%, per delle obbligazioni a 10 anni. Un investimento dunque che consente di custodire i risparmi, ma probabilmente non sarà una difesa dall’inflazione. Inoltre c’è sempre da controllare il cambio. Attualmente, sono state emesse obbligazioni per 750 milioni, con prezzo di collocamento di 99,90 corone. Alla scadenza ci sarà naturalmente anche il rimborso, per un acquisto che deve avere un minimo di 10.000 SEK, pari a 1.030 euro. Come si diceva precedentemente, è da considerare anche il tasso di cambio tra corone ed euro. La moneta svedese continua a perdere terreno nei confronti della moneta unica, e in un solo anno, è scesa del 3,5%, avvicinandosi ai minimi storici. Secondo le previsioni però, la corona potrebbe invertire questo trend e riprendere terreno nei confronti dell’euro. Il rendimento rimane comunque basso, e quindi, l’investimento in obbligazioni BEI, rimane poco appetibile. Certo, la Svezia è una sicurezza, con un Pil che segna un +3,8%, e quest’anno segnerà un altro +3,1%. Il rapporto tra Pil e debito poi, è solo del 40%, una vera sicurezza.

Unicredit raddoppia utile: crollano crediti deteriorati

Unicredit raddoppia l’utile mentre crollano i crediti deteriorati: il primo trimestre del 2017 ha benedetto l’istituto bancario con ottimi risultati, molto più elevati di quelle che erano state le stime degli analisti in tal senso. Vediamo come.

MPS: possibile un rinvio a giudizio per la banca?

MPS: possibile un rinvio a giudizio per la banca? E’ quello che potrebbe profilarsi nel prossimo futuro secondo quelle che sono le leggi vigenti. Ed ad andarci di mezzo non sarebbero solo i vecchi vertici della banca come l’ex ad Fabrizio Viola, l’ex presidente Alessandro Profumo, l’ex presidente del consiglio sindacale Paolo Salvadori, ma anche l’istituto stesso.

Investimenti in rubli

Per chi ha a disposizione, o volesse provare a fare degli investimenti in rubli, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha appena emesso dei bond a brevissima scadenza, nella moneta nazionale russa. Si tratta di bonds per un valore di 3 miliardi, con acquisti minimi a 50.000 rubli e e prezzo a 99,77 rubli: scadenza per il 26 aprile 2018. Il rendimento ottimo, al 8%, soprattutto perché l’emittente è di quelli che non comportano alcun rischio, visto che è parte della Banca Mondiale. L’unica valutazione da fare sui rischi è quella relativa al cambio, e in questo periodo, il rublo non comporta rischi d svalutazione, anzi, si è addirittura apprezzato del 17% in sei mesi, sull’euro, con un trend che sembra poter continuare, grazie ad un prezzo del greggio, principale fonte di esportazioni russe, molto stabile, e alla Banca Centrale Russa, che sta operando un’accorta politica monetaria. A fine aprile ha tagliato i tassi sul rublo d mezzo punto, portandoli al 9,25% per mantenere stabilità sul mercato. I nuovi bond quindi sono stati collocati sul mercato con posizioni molto sicure, e probabilità di forti guadagni, grazie al rendimento ma anche alla politica monetaria russa, fatta di ripresa economica ed un ottimo controllo dell’inflazione, in continua discesa.

Alitalia: brutte notizie per gli investitori, rischio default

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Alitalia potrebbe dichiarare il default su un gruppo di azioni e mandare così in fumo parte dei risparmi degli investitori. È questo lo scenario che potrebbe prospettarsi per le obbligazioni con scadenza nel 2025, le subordinate al 2,25%, per luglio, se non si troveranno soluzioni. I commissari stanno cercando di scongiurare qualsiasi evento nefasto per la compagnia, in vendita, nella speranza che qualche big dell’aviazione civile la rilevi e risolvi i problemi. Ma questa soluzione sembra impraticabile, visto che nessuno si è dimostrato disposto ad un acquisto in blocco di Alitalia. Allora quale sarà la soluzione, oltre al prestito ponte da 600 milioni del governo, che dovrà tenere a galla la compagnia fino a ottobre, senza garantire il futuro delle obbligazioni?. Per questi titoli si sta pensando ad una conversione. Oggi, le subordinate Alitalia 2025 sono negoziate sotto il livello distress, e il 30 luglio avrebbe dovuto staccare la cedola di rendimento su 375 milioni di obbligazioni, con Assicurazioni Generali come maggior investitore, su 300 milioni. La compagnia assicurativa triestina aveva già rifiutato la conversione in azioni societarie per sostenere Alitalia, ed è quindi molto probabile che i pagamenti di luglio verranno semplicemente sospesi, in attesa di capire quale sarà il futuro.

Grecia accordi con i creditori, il Bond in rialzo

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La Grecia ed i suoi creditori, hanno finalmente raggiunto un accordo sulle misure di austerità e sulle revisioni economiche, che lo stato dovrà affrontare per mantenere il programma salvataggio. I negoziati sui problemi della Grecia sono stati completati, questo è quanto ha dichiarato il ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos, dopo essersi incontrato con la delegazione di creditori. Grazie all’accordo raggiunto, verrà effettuato il via alla prossima tranche di aiuti per salvare Atene. La Grecia dovrà restituire 7 miliardi di euro entro luglio, di cui più di 2 milioni, ricadono sul Bond 3,375% con scadenza per il 3 luglio 2017, e 245 su un samurai Bond con cedola 4,50% emesso nel 1997 per 30 miliardi di yen. Questi titoli, trattano in prossimità del prezzo di rimborso, mentre il decennale di riferimento è schizzato sopra quota 83, con rendimento a scadenza 2019 e cedola 4,75% che scambia sopra 98 e rende il 6,11%. In base all’intesa raggiunta, il governo greco si è impegnato a portare a termine altri tagli fiscali, con riforme che interessano il sistema pensionistico ed il mercato di lavoro, e privatizzazioni e revisioni che hanno come scopo di rendere l’economia greca più competitiva sul mercato. Inoltre, verrà adottato un pacchetto di misure per il miglioramento della crescita economica.

Alitalia emetterà obbligazioni

Non c’è fine alla vicenda Alitalia, dopo il No dei lavoratori al referendum, che ha rimesso tutte le carte in tavola. Si cercano nuove soluzioni, ed una delle ultime idee, sembra quella di emettere dei bonds convertibili, grazie alla garanzia statale e al prestito ponte che il governo sta approntando per non far fallire la compagnia. Alitalia entrerà comunque in amministrazione straordinaria, per almeno sei mesi, periodo nel quale dovrà cercare di non annegare definitivamente, o trovare soluzioni per rilanciarsi. Tra le ipotesi, uno spezzatino delle attività da vendere, mentre Lufthansa ha fatto sapere di non essere interessata ad un’acquisizione, e il governo di non voler nazionalizzare l’azienda. Il bond convertibile consentirebbe di reperire liquidità indispensabile, ma non saranno in molti a fidarsi della gestione, e quindi ad investire. Nonostante la privatizzazione, e i numerosi ottimi assets a disposizione infatti, la dirigenza è riuscita ad affossare Alitalia, e anche l’ultimo bond emesso, nel 2010, con cedola al 7,5%, fu coinvolto nel disastro, bruciando molti risparmi. Dopo anni si vorrebbe tentare la stessa strada, ma nessuno può dire, tanto meno noi, se questo bond potrebbe essere un buon investimento o no, visto l’andazzo, tutto italiano, con cui viene curata la compagnia. Divisi tra patriottismo e difesa del risparmio, la scelta sarà dura, ma i trascorsi non giovano affatto alla reputazione dei bond di Alitalia, anche se stavolta ci dovrebbe essere la garanzia dello Stato.

Investimenti BEI tra rendimento e rischio cambio in lire turche

La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha proposto le sue obbligazioni, che scadranno tra tre mesi, che forse un investimento non saranno. Una sorta di contraddizione per la banca di investimenti, ma il problema risiede tutto nell’emissione, in lire turche, e nei rischi che la valuta locale sta portando sui mercati con una svalutazione continua, anche a causa delle grandi incertezze politiche e geopolitiche nella regione. Le obbligazioni BEI rendono infatti un ottimo 12%, che però potrebbe svanire all’incasso, tra tre mesi, quando gli investitori dovranno cambiare le lire turche in valuta pregiata. Tutto dipenderà da come la lira turca si comporterà in questo arco di tempo, e i rischi non sono pochi. Un rendimento del 12% è una dei massimi, nel vecchio continente, e le obbligazioni furono emesse nel 2013, per un valore totale di 460 milioni di lire turche. I titoli sono negoziabili sia in Lussemburgo, che in EuroTLX e a Milano, ed hanno un ottimo rating. Ma non è l’obbligazione ad essere in discussione, come visto prima, e i calcoli vanno fatti tutti sugli andamenti forex. La lira turca è molto volatile e in un anno ha perso circa il 20% sull’euro. I tassi della banca centrale sono al 9,25%, e i turchi non sembrano intenzionati a variarli. Si prospetta quindi una previsione piuttosto difficile per quel che riguarda il futuro della lira, ed è probabile che molti investitori cercheranno di cedere le loro obbligazioni prima della scadenza, in caso di ulteriori svalutazioni. Occhio quindi alla lira turca, in caso vi fossero offerte.

Alitalia affonda anche Air Berlin

Questione di partecipazioni incrociate, e le azioni Air Berlin scendono a causa del crack di Alitalia. Infatti, la partecipazione al 49% di Ethiad Airways in Alitalia, influenza la compagnia tedesca che è al 30% degli arabi. Così la low cost si trova a dover fare i conti con un’eventuale esborso da affrontare per la compagnia italiana, sommata agli attentati in Africa settentrionale da parte di gruppi terroristici, che stanno costringendo la compagnia tedesca a spostare le sue rotte verso il Medio Oriente e gli Stati Uniti. A parlarne Thomas Winkelmann, il nuovo Amministratore Delegato, con un nuovo piano industriale per sopperire alla crisi nordafricana.

Ma anche Alitalia incide, e così le azioni dell’Air Berlin perdono ancora terreno in Germania, a Francoforte, dove in un anno hanno ceduto il 28%. Male anche i bond in euro, con rendimento al 15%, e scadenza nel 2019, simili a quelli emessi in franchi svizzeri, con rendimento al 20%. Domani usciranno i dati sull’esercizio del 2016, e ci potrebbero essere altre notizie indicative per il futuro degli investitori. Nella mente di Air Berlin, secondo i giornali in Germania e in Arabia, si vorrebbe fare concorrenza alle big delle Low Cost, Easyjet e Ryan, con l’aiuto della Lufthansa, che sarebbe pronta a intervenire in Alitalia. Ma questo intervento era legato al piano di ristrutturazione della compagnia italiana, oggi saltato, dopo il no dei lavoratori ai referendum.

Alitalia verso commissariamento e liquidazione

La situazione di Alitalia è precipitata nettamente dopo il no al referendum. E per quanto questa occasione possa essere vista come un modo di ricominciare tutto da capo, non si può far finta che la compagnia non sia sulla soglia del commissariamento e d una eventuale liquidazione.

Oi Brasil vicina alla bancarotta

Brutta avventura per gli investitori di Oi Brasil, la quarta compagnia telefonica del paese sudamericano, sotto di 21 miliardi di dollari dallo scorso anno. In Olanda, due succursali con sede nella capitale dei tulipani, sono state ufficialmente iscritte nei procedimenti del tribunale fallimentare, mentre la casa madre continua a tentare di placare i creditori offrendo un accordo soddisfacente. Le azioni dell’azienda oggi valgono il 30% del prezzo di acquisto, e trascinano giù anche quelle della Portugal Telecom, oggi ceduta, ma le cui obbligazioni sono rimaste in pancia alla compagnia brasiliana. I bonds “olandesi”, per un valore di quasi 6 miliardi di dollari, sono quelli nel mirio della procedura fallimentare, mentre i creditori, tra cui Aurelius Capital Management LP, Attestor Capital LLC, Citadel LLP and York Capital Management, cercano di evitare il fallimento della compagnia per non rimanere con un pugno di mosche. Tra le soluzioni quella del finanziere egiziano Naguib Sawiris, che acquistò Wind, che si prenderebbe in carico la compagnia telefonica per risanarla e forse fonderla con Tim Participacoes, di Telecom Italia. Per il momento Sawiris investirebbe 250 milioni di dollari in Brasile, con altri associati disposti ad investire un altro miliardo di dollari.

Intanto Oi Brasil offre agli azionisti uno scambio debt/equity e nuove obbligazioni, per far scendere il debito, per un valore di 10,4 miliardi di dollari. Ma bisognerà convincere gli azionisti, sul risanamento della compagnia.

Bankitalia, cala il costo dei conti correnti

Cala il costo dei conti correnti: è Bankitalia a renderlo noto, sottolineando come i costi medi per coloro che posseggono questo strumento finanziario siano scesi di circa 8 euro rispetto a quello che si poteva sperimentare nel periodo antecedente al 2015.