Banca Carige ha svelato il piano industriale che dovrebbe portarla al pareggio entro il 2023: cambiano le cifre dell’aumento di capitale, che passano da 400 milioni a 630 e gli esuberi, che dai previsti 400 raggiungeranno gli oltre 1200.
Yellen: Donald Trump non capisce nulla d’economia
Donald Trump non conosce nemmeno le basi dell’economia spicciola: l’ex presidente della Fed Janet Yellen, in occasione di un’intervista radiofonica recentemente rilasciata, non ha avuto pietà nel commentare la conoscenza in materia economica del tycoon.
Tra trimestrali e fusioni, occhio ai titoli Tim, Mediobanca, Tenaris e Barclays
Continuano ad uscire le trimestrali delle quotate e notizie interessanti, per cui vale la pena tenere d’occhio determinati titoli, a partire da quello di Mediobanca, che oggi sale dell’1,16%, confermando il trend rialzista dell’ultima settimana. Dai bilanci si legge che è cresciuto il margine di interesse, le commissione nette, i profitti da trading e soprattutto i ricavi (+36,6%). La variazione sul risultato lordo è di +12,4%.
Occhio anche a Barclays, il cui titolo oggi sale del +3,03%, grazie ai buoni risultati, con i vertici che pensano di distribuire 6,5 sterline per azione, anche se gli analisti avevano fatto previsioni migliori. Ma qui gioca molto l’incertezza della Brexit, con l’uscita del Regno Unito dalla UE che è ancora senza un accordo.
Tim e Tenaris
Grande attesa in TIM e sui mercati, dopo che l’azionista di maggioranza ha annunciato il suo sì alla fusione della rete con Open Fiber. Oggi l’Ad Luigi Gubitosi dovrà esaminare i conti del 2018 con il CdA, e presentare il nuovo piano industriale 2019-2021 per i prossimi tre anni. Le azioni guadagnano ora (ore 11:15) quasi l’1%.
Ottimi risultati anche per Tenaris, che nell’ultimo quadrimestre del 2018 ha fatto segnare un +32,5% dei ricavi su base annua. Le azioni ora guadagnano il +0,83%. L’utile netto sale del 41,1%.
Il titolo Juventus crolla dell’11%. Mercati tifosi o responsabili?
Quando si parla di mercati finanziari si presuppone sempre un’analisi attenta e ponderata di bilanci, piani industriali e valutazioni delle agenzie di rating, nel comprendere il prezzo di un’azione, ma quel che è successo ieri al titolo Juventus ha lasciato alcuni lettori interdetti. Può una sconfitta sportiva, far crollare un titolo? Dipende da quello che ha da perdere la società in questione.
Come abbiamo detto ieri, la Juventus ha fatto notevoli investimenti, pur di conquistare la Champions League, acquistando il campione Ronaldo. Vediamo dunque quali sarebbero le perdite economiche, e non sul campo, in caso di uscita dalla coppa.
Le perdite in caso di eliminazione
Ieri il titolo Juventus è crollato dell’11% a 1,288 euro, portando la capitalizzazione a 1,3 miliardi, da 1,45. L’effetto Ronaldo aveva segnato un rialzo per le azioni del 150%. Ora la contrazione.
Se la Juve dovesse essere eliminata, perderebbe subito 10,5 milioni di premi per i quarti di finale, e 12 milioni per le eventuali semifinali. La finale invece vale 15 milioni più altri 4 milioni per chi alza la coppa. In totale, una perdita (per mancata vittoria) di più di 41 milioni. Poi mancherebbero i 3,5 milioni della Supercoppa UEFA e i soldi dei diritti TV e i mancati incassi allo stadio.
Per ii diritti TV, le squadre italiane hanno accesso a 60 milioni, da ripartire a seconda del cammino in coppa per la metà, mentre l’altra dipende dai risultati nel campionato precedente. Se la Roma arrivasse in finale, la Juve perderebbe più di 7 milioni (il caso peggiore).
Aggiungendo anche i mancati incassi dello stadio, la Juve potrebbe perdere fino a 60 milioni di euro. E ci potrebbero essere forti ripercussioni sul merchandising. Insomma, una perdita non indifferente, soprattutto considerando che il piano industriale prevedeva esattamente l’opposto (aumento dei ricavi), ed era quello il motivo per acquistare le azioni. Se la Juve esce, il titolo scenderà inesorabilmente.
Telecom, sale capitale di Cassa Depositi e Prestiti
Cassa Depositi e Prestiti è salita in capitale all’interno di Telecom. I rumors sono divenuti realtà anche se non si tratta del 10% che si vociferava un po’ dovunque ma si è raggiunto un più semplice 5,03%.
Banca Popolare di Sondrio e Juventus soffrono in borsa
Brutte notizie per gli azionisti di Banca Popolare di Sondrio e Juventus, due titoli che aprono male la mattinata e potrebbero peggiorare. Le azioni dell’istituto di credito perdono lo 0,48%, a fronte dei brutti risultati di bilancio. Il titolo Juve crolla del 9%, dopo la sconfitta di ieri a Madrid.
Banca Popolare di Sondrio
Forte calo per i profitti del trading di Banca Popolare di Sondrio, che crollano di più dell’80%, scendendo a poco più di 25 milioni. Meglio il margine di interesse, che sale del 3,7%, e le commissioni, che salgono del 3,5%. Aumentano anche i costi operativi ma il risultato netto di gestione è sceso di quasi il 35%. Scendono anche gli impieghi.
Juventus
Ne avevamo parlato lunedì, e oggi si è avuta una prima avvisaglia. Il titolo Juventus potrebbe vivere una bolla pronta a scoppiare, legata ai risultati sportivi, con un bilancio in sofferenza per i forti investimenti. Ieri la squadra è stata sconfitta in Champions League, mettendo seriamente a rischio la vittoria finale in una competizione per la quale si è compromesso parte del bilancio e per cui si è ricorsi all’emissione di un bond.
Oggi il titolo è crollato del 9% (ore 10:30), ma nei prossimi 20 giorni potrebbe scendere pesantemente, se la squadra non dovesse ribaltare il risultato nella gara di ritorno. Il fallimento dell’obbiettivo Champions potrebbe trasformarsi nel fallimento degli investimenti, pesanti, sul campione Ronaldo, che aveva provocato un effetto bolla sul titolo, portandolo ad un +110% in pochi mesi. Se a Torino dovesse andar male, è probabile che il titolo scenda ancora parecchio.
Piazza Affari pronta al lancio azioni del Fatto Quotidiano
La SEIF, società editoriale dalla quale dipende il Fatto Quotidiano sarà presto quotata in Borsa: ha annunciato di aver presentato a Borsa Italiana la Comunicazione di Pre-Ammissione per la quotazione sul mercato AIM Italia.
Juventus, un successo finanziario grazie a Ronaldo?
La Juventus ha appena lanciato il suo bond unsecured, subito esaurito e allargato da 150 a 175 milioni. Il titolo, da quando è stato acquistato il campionissimo portoghese Ronaldo, è volato in borsa, aumentando il suo valore di più del 110%. Secondo Bloomberg però, il bond doveva andare meglio, ovvero raddoppiare la domanda e andare oltre. Il campionissimo dunque, secondo gli analisti, non ha aiutato la Juve, in questo caso. Ma non è l’unica considerazione.
La situazione Juve
I tifosi, naturalmente, sperano che il bond serva a finanziare una nuova, roboante campagna acquisti, ma in realtà, non è tutto oro quel che luccica.
È vero che l’effetto Ronaldo ha portato le azioni a raddoppiare di valore, e andare oltre, ma la società ha subito anche un forte indebitamento, a cui deve far fronte. La capitalizzazione si è comunque attestata a 1,39 miliardi di euro, più del doppio del valore dell’investimento sul campionissimo, che ha avuto effetti positivi anche sul merchandising e sugli sponsor. I biglietti allo stadio sono stati molto aumentati, e anche l’Adidas ha firmato un nuovo contratto, garantendo il doppio rispetto al vecchio.
Ma il bilancio dice anche che la Juve ha aumentato notevolmente le perdite, con un passivo di 19,2 milioni di euro per la stagione 2017/18. Il calciomercato scorso ha portato perdite per 160 milioni, che incideranno sul debito complessivo. E forse il bond servirà proprio a coprire queste perdite, con il bilancio che tornerà in attivo solo tra 4 o 5 anni.
Alla luce di questi risultati di bilancio, il prezzo delle azioni sembra sopravvalutato, rispetto al valore reale attuale dell’azienda. A questo punto, alcuni investitori potrebbero vendere, per capitalizzare l’investimento, prima che qualche risultato deludente della squadra porti a far scoppiare la bolla.
Salini fa offerta per Astaldi: salgono entrambi i titoli
Salini Impregilo offre 225 milioni per Astaldi ed il mercato reagisce al meglio: dopo il via libera al piano di salvataggio sebbene Astaldi non riesca a fare prezzo in Borsa, resta in preapertura con un rialzo teorico del 9,8% mentre il titolo Salini guadagna in avvio il 5,6% .
A Milano vola Astaldi. Bene Azimut e Saipem
A Milano il Ftse Mib apre bene, ma poi va in negativo a -0,27%, nonostante l’ottima performance di Astaldi e altri titoli. Tra i titoli positivi c’è Saipem, che segna il +1,16%, e Azimut, che migliora dell’1,4%, grazie ai dati positivi sulla raccolta. A portare giù la borsa milanese, altri titoli, che oggi segnano negativi, come ad esempio Ferragamo, giù dell’1,34%, oppure Banco Bpm che perde l’1,12%. Discorso a parte per Salini Impregilo e Astaldi
Astaldi e Impregilo
Ieri, la quotata milanese Salini Impregilo ha lanciato la sua offerta di acquisto per Astaldi, che ha lanciato entrambi i titoli azionari. Tratta di 225 milioni, con cui il gruppo di Salini vuole rilevare l’indebitata Astaldi, dopo che in un comunicato dell’azienda romana si evidenzia che il gruppo “ha approvato la presentazione del piano e della proposta concordataria, di cui alla domanda di concordato preventivo con continuità aziendale, recante le indicazioni per il soddisfacimento dei creditori, nonché ulteriore documentazione prevista dalla legge. La proposta concordataria sia conveniente per i creditori e consenta di salvaguardare il valore e il know-how dell’azienda”.
Sembra che il matrimonio si faccia, o almeno così piace al mercato. Il titolo di Salini Impregilo sale del 3,97% a metà mattinata, dopo essere andato altre il 4,4%. Per Astaldi ora il rialzo del titolo è al 6,3%, ma in mattinata si era assistito ad un rally che aveva segnato anche il +14,4%.
Europa: Consob e Bankitalia mantengano indipendenza
Sono giorni di agitazione politica questi anche per Consob e Bankitalia: i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno chiesto a gran voce un azzeramento delle stesse, un cambiamento radicale e l’Europa controbatte in modo netto nel pretendere che rimangano organi indipendenti.
I titoli di oggi alla borsa di Milano. D’Amico sospesa
Dopo un inizio disastroso, la Borsa di Milano ha sospeso il titolo d’Amico che era crollato subito del 33,7% nella prima ora. Gli investitori si stavano disfacendo delle azioni dopo che i vertici aziendali hanno convocato l’assemblea per chiedere un aumento di capitale agli azionisti. L’amministrazione vuole emettere nuove azioni (circa 750 milioni) per un valore complessivo di 60 milioni di euro. Ora il titolo è fermo ad una perdita del 23,62%. Nel quadro futuro, il consiglio di amministrazione di d’Amico fa sapere le modalità sulle nuove azioni, con lo sconto TERP al massimo al 25%.
Bene Bper e Bpm
A Piazza Affari, in evidenza le azioni di due banche nell’occhio del ciclone: Bper banca e Banco Bpm. Nonostante l’anno difficile del comparto bancario, con trimestrali spesso deludenti, i due titoli stanno facendo vedere una buona apertura. Bper Banca è andata in rally, e alle 12:31 ha ormai un +5,61% rispetto a venerdì. Meglio fa Banco Bpm, con un +7,62%. tra i titoli in evidenza anche quello della Juventus, che con la vittoria di ieri mette un altro tassello alla vittoria in campionato, e al valore delle sue azioni. Il “titolo bianconero” segna un +3,15%.
Pil, BCE: pronti ad intervenire in caso di bisogno
La BCE non le manda a dire e nel suo bollettino ufficializzato questa mattina sostiene di essere pronta ad intervenire come necessario in caso il Pil europeo soffra e abbia bisogno di un sostegno.
Unicredit sale ancora, dopo la trimestrale positiva e i dividendi
Nonostante Milano sia in rosso, il comparto bancario continua a salire, con Unicredit che guadagna in apertura lo 2,81%, dopo i risultati positivi della trimestrale. Gli azionisti sono contenti dei dividendi, e la Goldman Sachs ha appena aumentato il target price per le azioni della banca.
A far scendere il Ftse Mib, in particolare, Amplifon, con un -1,7%, Enel (-1,16%) con delle trimestrali non buone, e Banco Bpm, nota stonata del comparto bancario, con il -1%.
I conti Unicredit
Unicredit è la regina della borsa milanese, dopo che la trimestrale ha rilasciato un dividendo di 0,27 euro ad azione. Gli utili per il 2019 sono in crescita, e questo fa sperare gli investitori in un futuro prospero, anche se nel 2017 avevano preso 0,32 euro per azione. Ma il 2018 è stato anche un anno difficile per il comparto bancario, ed il risultato è quindi apprezzabile.
Il dividendo sarà pagato in contanti, per un payout ratio del 20%. L’ottimismo nasce dalla nota della banca che ha precisato le decisioni per il dividendo del prossimo anno sugli utili di quest’anno, che sarà del 30% sull’utile netto.
Unicredit ha abbassato i costi del 5,6%, e aumentato il risultato netto di gestione del 13,1%. I ricavi scendono dell’1,1%.