Fondi pensione: ecco come funzionano le coperture “long term care”

Salute-300x300Non sono ormai più rari i fondi pensione che offrono, congiuntamente alla normale rendita, anche delle coperture cosiddette “long term care, vale a dire quelle che garantiscono il soggetto sottoscrittore nell’ipotesi di autosufficienza; in effetti, gli ultimi anni si sono contraddistinti proprio per una forte correlazione tra i fondi pensione e le polizze sanitarie. Attualmente, vi sono ben 23 strumenti che offrono una copertura di questo tipo, oltre a nove fondi pensione aperti e ad altri dodici pip (piani individuali pensionistici). Secondo quanto è stato prospettato dal Mefop (Sviluppo Mercato dei Fondi Pensione), i prossimi anni potranno beneficiare di un’ampia offerta di long term care, in vista, in particolare, di un welfare piuttosto integrato. Come si può spiegare il successo di questa sorta di “fusione”? Anzitutto, i due prodotti finanziari hanno dei punti in comune: il fondo pensione è solitamente un piano di accumulo pluriennale che coinvolge anche le fasce di età più giovani e, inoltre, entrambi presentano un sostanziale squilibrio per quel che riguarda le prestazioni tra uomo e donna.

 

Fondi pensione aperti: aumentano gli iscritti

rendimenti-fondi-pensioneLo scorso anno in Italia la raccolta per quel che riguarda i Fondi pensione aperti ha sfiorato il miliardo di euro; a renderlo noto è Assogestioni che ha comunicato in data odierna, lunedì 29 marzo 2010, i dati relativi alla raccolta del quarto trimestre 2009, caratterizzata da un dato positivo per 281 milioni di euro a fronte di un numero di iscritti passati dal terzo al quarto trimestre 2009 da quota 865 mila a quota 874 mila circa al lordo delle duplicazioni. Nei dodici mesi, come accennato, la raccolta è stata pari a 974 milioni di euro a fronte di un attivo netto che ora sfiora la quota dei 6,2 miliardi di euro. Il 39% dei contributi complessivi sono stati versati nel quarto trimestre 2009 dai lavoratori dipendenti, mentre per il 37% a contribuire sono stati i lavoratori autonomi.

Fondi pensione: nel 2009 migliorano i rendimenti

fondi-pensione-300x246Secondo alcune informazioni provvisorie, il rendimento medio aggregato fatto registrare dalle forme pensionistiche complementari nel 2009 sono stati abbastanza incoraggianti: infatti, è stato rilevato un 8,5% per quel che concerne i fondi negoziali e un 11% in relazione ai fondi aperti, mentre il rendimento dei Piani individuali pensionasti (quei fondi che vengono solitamente offerti dalle assicurazioni) è stato pari al 16,5%. In questo stesso periodo, la rivalutazione del Tfr si è aggirata attorno ai due punti percentuali; quindi, da queste stime si può sicuramente dire che i rendimenti aggregati dei fondi sono stati positivi, anche se inferiori al tasso di rivalutazione del trattamento di fine rapporto, mentre i fondi pensione aperti sono rimasti su prestazioni sostanzialmente negative. Come ha spiegato Antonio Finocchiaro, presidente della Covip (Commissione di Vigilanza sulla Previdenza Complementare), è necessaria una consapevolezza di lungo periodo per quel che concerne i risultati conseguiti da tali fondi, affinché vi possano essere dei ripensamenti da parte di quei lavoratori che non hanno ancora aderito alle forme complementari.

 

Fondi pensione: le difficoltà del 2009 e le speranze per il futuro

fondi-pensione-300x246I numeri che vengono forniti dalla Covip (la Commissione di vigilanza sui fondi pensione) illustrano quella è che la situazione attuale di questi strumenti finanziari: la previdenza integrativa sembra immersa in una sorta di calma piatta, visto anche il non irresistibile aumento del 3% da parte degli iscritti alle forme di previdenza integrativa in Italia nel corso del 2009 (nel 2008 vi fu infatti un incremento di 6,4 punti percentuali). Quali sono le prospettive di diffusione dei fondi pensione nel 2010? Appare verosimile il recupero di una più forte attenzione sulla tematica in questione, grazie soprattutto alle novità già annunciate, come ad esempio l’introduzione dei nuovi coefficienti di trasformazione per chi rientra nel metodo contributivo o misto, ma anche grazie alle soluzioni future, come l’introduzione della busta gialla da parte dell’Inps. Il dilemma principale dell’investimento previdenziale rimane sempre lo stesso: comprendere la differenza tra il Tfr lasciato in azienda e l’adesione a un fondo pensione specifico.

 

Fondi Pensione aperti e linee di investimento

fondi-pensione-apertiLe ultime revisioni a livello legislativo del nostro sistema previdenziale pubblico hanno sostanzialmente portato a due conclusioni: in futuro la pensione erogata tenderà in media ad essere più bassa rispetto al passato, a parità di contributi versati, e l’età pensionabile tenderà ad aumentare in funzione, per fortuna, dell’aumento delle aspettative di vita. Di conseguenza, a fine ciclo lavorativo, la sola pensione molto spesso è insufficiente per poter andare avanti, ragion per cui sin da giovani occorre aver la lungimiranza, avendone le possibilità economiche di costruirsi una pensione integrativa sfruttando il cosiddetto “secondo pilastro“, ovverosia i Fondi Pensione.