Bene l’asta dei titoli italiani. Rendimenti in leggero aumento

botIl Tesoro oggi ha piazzato tutti i titoli offerti sul mercato, nell’asta al rientro dai giorni festivi del Natale. Oggi era un’asta principalmente per i Bot a sei mesi, con le indicazioni fornite dalla Banca d’Italia sull’andamento delle vendite.

I titoli di oggi

I titoli di oggi non erano comunque solo i Bot a sei mesi, che scadranno il 28 giugno dell’anno che sta arrivando. Il Ministero dell’Economia ha piazzato tutti i 6 miliardi e mezzo dei titoli con Codice ISIN: IT0005355588. Soddisfazione al Ministero, anche perché la domanda complessiva è stata alta, raggiungendo più di 8,65 miliardi di euro. Il rapporto di copertura è dunque dell’1,33, un buon dato visti gli ultimi tempi. È vero che a novembre il rapporto di copertura era dell’1,6, però avevano un tasso più basso.

In questa asta, il rendimento lordo sale allo 0,215%, rispetto allo 0,162% della scorsa asta, tenuta un mese fa. Il prezzo dei Bot è arrivato a 99,894.

Venduti anche 2 miliardi di CTz biennali. Qui il rendimento è sceso, dallo 0,995% allo 0,699%

Il rapporto di copertura è stato comunque alto, dell’1,78, visto che la domanda complessiva era oltre i 3,5 miliardi di euro.

Mercato obbligazionario: la situazione

united_states_treasuryI mercati obbligazionari sono in flessione, con quelli azionari che volano e fanno profitti. Tutta “colpa o merito”, dipende dai punti di vista, delle banche centrali e della loro politica monetaria di bassi tassi. Ma questa politica, dopo anni, sta per finire, e ci saranno dei cambiamenti per i mercati, e alcuni sono già in atto.

I rendimenti dei bond governativi statunitensi sono ora ai livelli più alti da gennaio, tra il 2 e il 2,6%. Gli USA confermano la crescita, e si attende solo che l’inflazione riparta per cambiare politica monetaria. Intanto il mercato obbligazionario crede alla riforma fiscale di Trump, che dovrebbe far passare il Pil USA da 2,5% al 3%. Con questa inflazione, alcuni analisti auspicano un rallentamento dei QE mondiali, mentre il mercato si mostra favorevole ai Bond tedeschi e ai Treasury statunitensi, con questi ultimi che rendono di più a lungo termine. I Bond tedeschi, pur restando tra i preferiti, continuano a rilasciare pochi profitti, specialmente sui decennali, mentre i trentennali riescono a spuntare qualche tasso interessante.

Molti investitori si interessano ai mercati emergenti, che offrono buone garanzie dai rischi e rendimenti più elevati. È il caso del Brasile e dell’Indonesia, su cui sono stati investiti capitali in valuta locale. Valuta locale anche per i titoli messicani, anche se qui c’è il rischio del cambio, e si potrebbe investire anche in dollari.

Da investire anche sui bond spagnoli, che segnano una tendenza rialzista. Stop invece all’acquisto di titoli italiani, che stanno segnando una tendenza al ribasso che proseguirà anche nel futuro.

Investire in bond di paesi emergenti

bond paesi emergentiIn futuro si potrebbe delineare una situazione favorevole per gli investimenti in bond dei paesi emergenti, perché secondo l’head of emerging market debt di Nn Investment Partners, Marcelo Assalin, i rendimenti sono ai massimi storici e le possibilità di crescita delle rispettive economie sono alte, ma su ritmi costanti e moderati, quindi più stabili. Questo però contribuirà a abbassare gli spread, lasciando meno margine di guadagno. Ma d’altra parte, se si vuole rischiare molto, i bond non sono certamente i titoli ideali. Bisogna comunque valutare molti fattori, tra cui le monete nazionali, che secondo gli analisti, per i paesi emergenti, sono sottostimate del 15%, e che potrebbero risalire velocemente nei prossimi anni, garantendo un profitto ulteriore. Le inflazioni e i tassi di interesse piuttosto alti inoltre, potrebbero, grazie alle buone crescite finanziarie, spingere le diverse banche centrali interessate a tagliare il costo del denaro, aumentando i capital value dei bond. Occhio quindi ai bond di Turchia, Russia, Brasile e Sud Africa, che potrebbero regalare ottimi profitti nella loro combinazione di rendimento e cambio valutario.

Demografia, crescita economica, possibilità di spingere in alto i prezzi delle materie prime. I fattori che giocheranno sulla scacchiera saranno molti, ma gli analisti sono concordi nel reputare alcuni paesi molto convenienti, e invitano gli investitori a sostenere i loro debiti sovrani.

Grecia accordi con i creditori, il Bond in rialzo

grecia

La Grecia ed i suoi creditori, hanno finalmente raggiunto un accordo sulle misure di austerità e sulle revisioni economiche, che lo stato dovrà affrontare per mantenere il programma salvataggio. I negoziati sui problemi della Grecia sono stati completati, questo è quanto ha dichiarato il ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos, dopo essersi incontrato con la delegazione di creditori. Grazie all’accordo raggiunto, verrà effettuato il via alla prossima tranche di aiuti per salvare Atene. La Grecia dovrà restituire 7 miliardi di euro entro luglio, di cui più di 2 milioni, ricadono sul Bond 3,375% con scadenza per il 3 luglio 2017, e 245 su un samurai Bond con cedola 4,50% emesso nel 1997 per 30 miliardi di yen. Questi titoli, trattano in prossimità del prezzo di rimborso, mentre il decennale di riferimento è schizzato sopra quota 83, con rendimento a scadenza 2019 e cedola 4,75% che scambia sopra 98 e rende il 6,11%. In base all’intesa raggiunta, il governo greco si è impegnato a portare a termine altri tagli fiscali, con riforme che interessano il sistema pensionistico ed il mercato di lavoro, e privatizzazioni e revisioni che hanno come scopo di rendere l’economia greca più competitiva sul mercato. Inoltre, verrà adottato un pacchetto di misure per il miglioramento della crescita economica.

Bot, leggero rialzo dei rendimenti

Il ministero del Tesoro è riuscito a collocare tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot semestrali con scadenza al 31 luglio del 2017, riuscendo tra l’altro a registrare un rialzo, seppur molto basso, rispetto ai tassi dell’asta di fine dicembre. Un minimo storico che ha lasciato il segno a livello economico.

Inflazione bassa, investimenti classici

Quando si parla di investimenti sicuri, si può dire tutto e niente. Sono infatti molti gli strumenti che rispondono a questa gamma, ma al contempo, in finanza, niente è mai sicuro. Per il 2017, gli esperti tengono in molta considerazione l’aspetto inflazione, che anche quest’anno non dovrebbe raggiungere l’1%. I prezzi al consumo non salgono, e questo dovrebbe favorire gli investimenti in strumenti classici come titoli di stato, depositi bancari e postali, per chi non vuole sottoporre il proprio capitale ad alti rischi.

Certo, anche i guadagni sono bassi, ma comunque consentono di difendere i propri risparmi dall’inflazione, che in Europa non dovrebbe crescere a lungo termine. I buoni fruttiferi postali sono tra i più appetiti strumenti finanziari, al pari di BOT e CCT, ricordando che su questi prodotti c’è sempre una tassazione del 12,5%, da tenere a mente quando si calcolano i costi-benefici sui rendimenti.

Altro fattore che aumenterà la tendenza ad investire sui mercati dei titoli, è l’aumento del costo del denaro, già attuato dalla Federal Reserve, e che probabilmente coinvolgerà anche la BCE nell’ultimo quadrimestre del 2017.
A giugno poi saranno lanciate le azioni dell’Enav, che con il monopolio sul traffico aereo, non ha concorrenti, ma la IPO più interessante dovrebbe arrivare da Ferrovie dello Stato. Le IPO di Poste Italiane invece, garantiscono stabilità e difesa dall’inflazione.

Investire in titoli conviene?

Investire in titoli conviene? La domanda sorge spontanea: conviene ai piccoli risparmiatori investire in titoli? A quanto pare la risposta è “No”. Pensare che il 70% dell’eventuale guadagno è destinato al pagamento di tasse e commissioni. Strano, ma vero.

Bot, tassi in terreno negativo durante asta

I mercati europei stanno attraversando l’ennesima giornata all’insegna della debolezza. Intanto il petrolio non riesce a confermare il recupero che sembrava innescato dal primo calo delle scorte americane in oltre due mesi.

Italia, Tesoro colloca 5,5 miliardi di Bot annuali

Il Tesoro italiano ha collocato in giornata 5,5 miliardi di euro di Bot a un anno (IT0005070609) con rendimento in aumento di 8 punti base allo 0,418% (prezzo di vendita 99,576) e con un rapporto di copertura a 1,84.

I Fondi comuni sono molto apprezzati dagli investitori italiani

Le famiglie italiane sono più restie ad acquistare bot, btp, bond bancari e azioni e al contrario più fondi comuni, comparti di sicav, polizze vita e prodotti previdenziali. È questa l’immagine che viene fuori dal supplemento al Bollettino Statistico della Banca d’Italia che descrive dettagliatamente i flussi degli investimenti degli italiani.

Tra gennaio e marzo, le famiglie italiane hanno disinvestito dai BTP 7,8 miliardi di euro: ne possiedono ancora tanti, 193 miliardi ai quali vanno uniti circa 18,8 miliardi di CCT, ma ora prediligono starne alla larga. Così come schivano anche i bond bancari (che pure mantengono in portafoglio per 299 miliardi): nel primo trimestre i deflussi da questa asset class, cioè la differenza tra i capitali in ingresso e quelli in uscita per richieste di riscatto, sono stati pari a 16,8 miliardi. In rosso pure il bilancio dei flussi di investimento verso le azioni italiane (-7 miliardi).

Fondi comuni: EstCapital investe su Venezia

Gli italiani preferiscono maggiormente i fondi comuni e i settori di sicav estere che hanno attirato sottoscrizioni nette trimestrali per 16,5 miliardi: a fine marzo, l’ammontare di questa componente in portafoglio ai risparmiatori italiani era pari  a 327 miliardi. Al secondo posto come preferenza, si collocano le polizze vita e i prodotti previdenziali che, unitamente, hanno incassato flussi di investimento per 12 miliardi. Il risultato finale che viene posto in evidenza è abbastanza indicativo di come la cosiddetta repressione finanziaria, cioè i tassi di interesse forzatamente mantenuti a zero o al minimo storico grazie alla volontà delle banche centrali più importanti, stia cambiando in maniera totale i metodi di investimento degli italiani.

Conti deposito, le migliori offerte del mese anche con rendimenti ridotti

Continua  la fase di contrazione dei rendimenti dei conti deposito: CheBanca! ha diminuito dello 0.30% il tasso di interesse del conto deposito a 3 mesi, mentre scendono dello 0.20% i tassi del deposito a 6 e 12 mesi. I nuovi rendimenti sono in relazione 0.90% lordo, 1.50% lordo e 1.80% lordo.

Banco Popolare, che un mese fa aveva ridotto i tassi del conto deposito Youbanking, ha diminuito di altri 30 punti base il rendimento del deposito a 9 mesi che dà 0.70% lordo, va a 0.90% il rendimento del deposito a 12 mesi che si restringe dello 0.35%, mentre giunge a 1.10% lordo il tasso di interesse del deposito a 18 mesi con un arretramento dello 0.40%.

> InMediolanum: interessi del conto deposito al 4.25%

Unipol ha tagliato in uguale misura i rendimenti del Time deposit e del Time deposit My Unipol con scadenze a 3, 6 e 12 mesi rispettivamente dello 0.10%, 0.25% e 0.10%. I nuovi rendimenti per il Time deposit sono: 1,80% sulle somme vincolate per 360 giorni; 1,50% per le somme a 180 giorni; 1,25% per le somme a 90 giorni; mentre per il Time deposit My Unipol 1.45% lordo vincolo 90 giorni, 1.70% lordo a 180 giorni, 2% lordo a 1 anno.

Va dal 3% lordo al 2.50% lordo il tasso di interesse del Deposito Più Credem a 3 mesi, per partite di nuova liquidità. Banca Mediolanum ha tagliato da 2.50% a 2.30%  il rendimento del deposto Inmediolanum a 12 mesi con fresh money. Restano confermati i tassi 1.80% lordo sul deposito a 3 mesi e 1.90% lordo a 6 mesi.

Previsioni rendimenti Bot seconda metà 2013

botL’incremento del rendimento sui Bot annuali evidenziato nell’asta di ieri è stato inquadrato come salutare dagli analisti finanziari, in modo tale da rafforzare la domanda nelle aste dei prossimi mesi. Il rendimento lordo dei Bot a 12 mesi è salito allo 0,962% dal precedente 0,703%, che era anche il tasso più basso mai registrato dai Bot dall’introduzione della moneta unica. Per la seconda parte dell’anno i rendimenti dei Bot a 6 e 12 mesi dovrebbero oscillare in un range non particolarmente ampio, anche se dovessero tornare le tensioni sul debito pubblico italiano.

Jp Morgan prevede tassi Btp al 3,5% con governo Letta

btpDopo l’asta dei Bot semestrali della scorsa settimana, che ha visto i tassi scendere sui minimi di sempre allo 0,503%, c’è maggiore fiducia anche sui bond governativi italiani a medio-lungo termine, che maggiormente risentono del rischio-tassi. Questa fase di mercato si è dimostrata particolarmente favorevole soprattutto per le emissioni di breve termine, tanto che anche le Letras spagnole trimestrali hanno evidenziato il rendimento in asta più basso dall’introduzione dell’euro. Fare previsioni per il futuro non è semplice, considerando che restano molti nodi da sciogliere sia in Italia sia in Europa.