Tre scadenze per i bond governativi di Malta

Verso la fine dello scorso anno, si era cercato di capire quali fossero le opportunità di investimento offerte da Malta: uno spunto interessante è giunto proprio nel corso di questa settimana. In effetti, il piccolo stato dell’Europa meridionale ha deciso di mettere a disposizione ben tre offerte separate di titoli governativi, per un importo complessivo pari a 140 milioni di euro (la moneta unica europea circola liberamente anche qui). Ebbene, questi stessi strumenti finanziari sono stati sottoscritti per quasi il doppio del loro valore effettivo, segno che la fiducia nutrita verso la repubblica insulare è buona. Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che esattamente due giorni fa il Tesoro locale ha annunciato tutti i dettagli dell’operazione.

Tesoro snobbato dagli obbligazionisti: Eni batte i Btp

Il soggetto privato che batte letteralmente lo Stato: uno scenario impensabile per quel che riguarda l’universo degli investimenti finanziari del nostro paese, e invece questa situazione si è verificata. Gli attori protagonisti di questa rivoluzionaria “pellicola” sono l’Ente Nazionale Idrocarburi e il Tesoro italiano, più precisamente il prestito obbligazionario della nota spa e i Buoni del Tesoro Poliennali. In effetti, il bond di Eni è stato in grado di garantire un rendimento pari al 3,56%, una percentuale migliore rispetto a quella pagata dal corrispondente Btp degli ultimi giorni, vale a dire il 3,71%. Che cosa vuole significare questa differenza? I risparmiatori ritengono in questo preciso momento storico che lo Stato sia più rischioso rispetto all’azienda privata, una tendenza che viene confermata dai 2,3 miliardi di richieste per il titolo obbligazionario in questione.

Bot in dollari: a chi si rivolge il Tesoro italiano

ministero-del-tesoroLo scorso 26 gennaio il Tesoro italiano ha provveduto ad emettere dei global bond in dollari statunitensi: nello specifico, il loro rendimento sarà pari al 3,1965%, ben superiore a quello del tasso interbancario Usd Libor. Il prezzo fissato dal ministero dell’Economia, a tal proposito, è di 2,5 miliardi di dollari, con una cedola del 3,125% e scadenza nel 2015. Gli istituti in prima fila per questo tipo di collocamento sono Citibank, Barclays Capital e Credit Suisse. A questo punto ci si può chiedere il motivo dell’emissione, vale a dire cosa intende perseguire lo Stato italiano con delle obbligazioni in valuta estera: anzitutto bisogna precisare che il debito che grava sull’Italia è pesante, dunque l’emissione di molti titoli risulta essere una conseguenza immediata di ciò. Inoltre, con l’acquisto di questi buoni ci si espone al rischio di cambio, scommettendo sull’andamento di euro e dollaro nei prossimi cinque anni.