Saudi Aramco finanzierà i suoi progetti con un nuovo bond islamico

La massiccia industrializzazione dell’Arabia Saudita deve in qualche modo essere finanziata: ecco allora che la nazione asiatica ha deciso di affidarsi alle obbligazioni islamiche, con un crescente ricorso a questo tipo di finanza che è diventato il mezzo più utile ed efficace per rendere concreti i progetti regionali. Giusto un anno fa, il discorso era praticamente lo stesso, dato che, parlando dei sukuk, si affermò chiaramente come il 2012 sarebbe stato all’insegna dell’Arabia Saudita. Stavolta, comunque, l’attenzione deve essere focalizzata su Saudi Aramco, la maggior compagnia petrolifera del paese.

L’Alaska sta vendendo debito in grande quantità

L’Alaska, celebre stato federato americano, sta emettendo il proprio debito nel corso di questa settimana per un importo pari a 166 milioni di dollari: si tratta della prima quotazione finanziaria che beneficia del giudizio più alto in assoluto da parte delle tre principali agenzie di rating (Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch). Volendo essere ancora più precisi, si sta parlando della transazione inaugurale che il territorio in questione da quando Fitch ha provveduto ad aumentare la propria valutazione. In effetti, lo scorso 7 gennaio l’agenzia ha innalzato di un gradino il proprio giudizio, salito in questa maniera fino al livello massimo (AAA).

L’Indonesia pianifica per giugno e dicembre i suoi nuovi sukuk

Il Ministero delle Finanze dell’Indonesia ha espresso la propria intenzione di emettere circa un trilione di rupie (106,38 milioni di dollari) nel corso della prossima asta di sukuk: quest’ultima, infatti, è prevista per il 12 giugno, quindi tra meno di una settimana, una opportunità che si preannuncia appetibile e interessante. Le intenzioni del dicastero indonesiano sono quelle di pianificare nel dettaglio dei titoli obbligazionari a sei mesi e ovviamente rispettosi delle leggi della Shariah; in aggiunta, non dovrebbero mancare nemmeno dei sukuk pensati appositamente per finanziare alcuni progetti infrastrutturali, con le scadenze più diverse (2018, 2022, 2027 e 2037 per la precisione).