Borse record possono nascondere delle trappole?

E’ abbastanza singolare notare come la maggior parte delle borse stia sperimentando un andamento da record, nonostante le prospettive economiche delle principali aree geografiche mondiali non siano particolarmente convincenti. Sembra, quindi, che la finanza stia diventando un mondo a parte, con legami sempre più marginali con l’economia reale. Basta osservare l’andamento dell’economia di alcuni grandi paesi: Germania, Regno Unito, Giappone, solo per citarne alcuni, stanno attraversando una fase di rallentamento o di contrazione dell’attività economica. E le borse? Tutte a livelli record.

Come investire i grandi patrimoni secondo Credem

Qualcosa sta cambiando nelle modalità di gestione dei grandi patrimoni. Gli asset manager guardano con grande interesse a una gestione in grando di offrire alla clientela strumenti finanziari dal basso “costo psicologico”, ovvero quelli che non devono generare ansie, sofferenze e paure, soprattutto nelle fasi di mercato più volatili e turbolente. Secondo Giancarlo Caroli, responsabile del private banking di Credem, “la gestione dei grandi patrimoni sta entrando in una nuova fase”. L’esperto sottolinea come sia sempre più elevata la domanda di “sicurezza” dei clienti con grandi patrimoni.

Clerical Medical consiglia di uscire dai bond

Il rally dei mercati obbligazionari potrebbe essere ormai prossimo al capolinea e lasciare il posto all’investimento in azioni per il prossimo decennio. E’ quanto afferma Patrick Armstrong, gestore dei fondi della società di investimento britannica Clerical Medical. L’esperto ritiene che il tema dominante del 2013 sarà come fronteggiare l’inizio della fase ribassista del mercato obbligazionario governativo e corporate, che dovrebbe durare fino al 2020. Secondo Armstrong i rendimenti sono stati schiacciati verso lo zero dalle politiche ultra-espansive delle principali banche centrali, con la sola eccezione del Giappone che finora ha sperimentato la deflazione.

Fiscal cliff effetti sui mercati finanziari secondo Pimco

Continuano a tenere banco le problematiche relative al fiscal cliff negli Stati Uniti. Wall Street sembra ritenere possibile un’intesa in tempi brevi tra repubblicani e democratici, anche perché in caso di mancato accordo il prossimo anno scatterebbero tagli automatici alla spesa pubblica e gli aumenti delle tasse per 600 miliardi di dollari. Si tratta di una vera e propria bomba ad orologeria, da disinnescare al più presto per evitare un crollo del pil di 3-4 punti percentuali e l’inabissamento dell’economia americana in una profonda e dolorosa recessione.