Stress test negli USA: ok 15 banche su 19

La causa principale (se non l’unica) della crisi dei sub-prime è stata l’esposizione poco trasparente ed azzardata delle banche USA, che si sono trovate scoperte davanti alla bufera finanziaria che ha investito gli States e poi il Mondo intero. Vista la scottatura recente è logico chiedersi se al giorno d’oggi le stesse condizioni di crisi (o simili) potrebbero portare ad un nuovo tracollo finanziario ed è per questo che vengono fatti gli stress test sul settore bancario.

Pur escludendo l’eventualità che succeda due volte la stessa cosa è lecito assicurarsi che il settore sia uscito rafforzato dalla crisi; durante la riunione ieri del FOMC, la FED ha annunciato i risultati di questi stress test, ed il risultato è positivo.

Arte: la situazione dei fondi di investimento

La crisi finanziaria globale ha rappresentato senza dubbio una bella “batosta” per i fondi di investimento nell’arte, in particolare quelli che erano stati lanciati con grande entusiasmo nel 2006: gli esempi in questo senso non mancano di certo e si può citare, tra tutti, l’hedge fund Trading Art, il quale è stato poi costretto a chiudere la sua avventura in una triste liquidazione già nel 2009. Lo stesso destino è capitato anche ai prodotti Osian’s, visto che gli investitori hanno preferito accantonare queste scelte ai primi sentori della congiuntura economica negativa. L’esempio italiano più lampante di questa tendenza è quello di Sorgente, la società di gestione del risparmio che aveva perfezionato due anni fa l’acquisto di una pinacoteca da Vegagest, beneficiando, tra l’altro, dell’autorizzazione della Banca d’Italia, ma che al momento non risulta operativo. Il 2011, però, è cominciato in maniera più incoraggiante per questo segmento di mercato.

Julius Baer Northern Africa Fund: tre anni e non sentirli

I titoli azionari del continente africano hanno dovuto sempre faticare di più rispetto a prodotti simili, ma di diversa provenienza geografica: si tratta della conseguenza principale di una sorta di scetticismo che aleggia attorno a questi paesi, i quali invece possono presentare delle attrattive interessanti dal punto di vista degli investimenti finanziari. In particolare, la parte settentrionale dell’Africa, con le buone prospettive economiche del Maghreb (l’area che comprende Algeria, Tunisia e Marocco), sembra essere la più appetibile in questo senso e una conferma arriva da un fondo che è stato progettato proprio per puntare su tali prodotti. Si tratta del Julius Baer Northern Africa Fund, strumento finanziario che beneficia della gestione da parte di Swiss & Global Asset Management (spa di Zurigo attiva nella gestione degli investimenti) e che è riuscito a festeggiare un importante traguardo, il suo terzo anno di vita.