Investire sui mercati emergenti – aprile 2013

Negli ultimi anni l’investimento nei mercati emergenti ha potuto garantire qualche gradita sorpresa ai risparmiatori italiani. Una tendenza che potrebbe continuare anche nei prossimi anni, visto e considerato che – sostengono i principali analisti finanziari di mezzo mondo – i mercati emergenti conquisteranno maggiore importanza planetaria, soddisfacendo le attese di rendimento.

Investire nei paesi emergenti MIST

Meno di dieci anni fa alla Goldman Sachs coniarono il termine BRIC per identificare i paesi emerenti con il più alto tasso di sviluppo economico. L’acronimo identificava paesi oggi diventati potenze economiche di grande spessore quali il Brasile, la Russia, l’India e la Cina. Oggi la nuova frontiera dell’investimento nei mercati emergenti ha come acronimo MIST, ovvero Messico, Indonesia, Sud Corea e Turchia. Secondo molti economisti i MIST sostituiranno i BRIC (poi BRICS con l’aggiunta del Sudafrica) tra i paesi emergenti più virtuosi nei prossimi anni.

Euro sopravviverà secondo Jim O’Neill (Goldman Sachs A.M.)

Secondo Jim O’Neill, a capo di Goldman Sachs Asset Management, la zona euro riuscirà a superare questo difficile momento di crisi e non avverrà alcun break-up della moneta unica europea. O’Neill, inglese di Manchester, 55 anni, è famoso per aver coniato nell’ormai lontano 2011 l’acronimo BRICS per identificare i principali paesi emergenti ad alto potenziale di crescita quali Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. O’Neill ritiene che i recenti risultati delle elezioni in Grecia abbiano fatto “diminuire in modo considerevole le probabilità di una Greek Exit nel breve termine”.