Investitori preoccupati per le bolle

Molti di quelli che investono in borsa a titolo solo di entrate secondarie dovrebbero fare attenzione al 2018, perché potrebbe essere un anno di bolle. Niente di sconvolgente, non ci sarà un coinvolgimento totale del mercato azionario, ma alcuni comparti potrebbero subire delle forti contrazioni. Per la Natixis Investment Managers il 65% degli investitori internazionali pensano allo scoppio di qualche bolla, e cercano di diversificare il più possibile i loro investimenti, sopratutto usando le posizioni attive. Non è un caso che quelle passive siano in discesa già da tre anni.

Per il 2018, le banche centrali diminuiranno i loro stimoli, e così gli investitori stanno abbandonando gli assets tradizionali per qualcosa di più innovativo o più diversificato. Tra le preferenze i private equity, private debt, infrastrutture e real estate
Per Natixis il mercato è positivo ma ora anche estremamente fragile, secondo la sua indagine, e la poca volatilità è soltanto artificiale. Quindi largo alle strategie attive, ora più adeguate secondo la maggior parte degli investitori. Le bolle però sono previste anche sul mercato obbligazionario, dopo la forte cura delle banche centrali. Secondo molti infatti, il mercato delle obbligazioni è stato drogato dalle iniezioni di liquidità e dai bassi tassi. Il mercato azionario invece è stato meno coinvolto dai QE, ma questi sicuramente hanno influito nella forte volatilità.

Gold future: il prezzo dell’Oro ha raggiunto il suo massimo?

Bolla speculativa? Ancora non si capisce. Questa comunque è la giusta domanda da porsi in questo momento, guardando il grafico giornaliero del Gold future; dopo essere arrivato poco oltre quota 1900 il prezzo dell’oro è declinato velocemente fin poco sotto 1550 facendo pensare che quella che è stata definita una bolla speculativa al pari di quella del Crude Oil fosse ormai giunta al termine e gli short avrebbero cominciato a dare i loro frutti.

Pur avendo cancellato un mese di rialzi, la discesa avuta dal top di inizio Settembre non ha ancora cambiato le carte in tavola; per girare un trend di lungo periodo serve ben altro che una discesa di questa entità che ha dato seguito semplicemente ad un doppio massimo sul top assoluto con break-away point a 1750 e target a 1610. Quello a cui si allude è una serie di swing settimanali che diano indicazioni più chiare (anche se poco immediate) oppure più rapidamente un crollo verticale sotto a 1600 che dia inizio al “sell-off” che ci si aspetta alla fine di una bolla.

Investimenti nell’arte: il rischio delle bolle speculative

L’arte, così come l’oro e il mattone, viene considerato da sempre un bene rifugio per gli investimenti:è ancora valida questa certezza? Il mercato in questione rimane vivace grazie alle aste delle principali compagnie internazionali (in primis le celebri Sotheby’s e Christie’s), ma ci si chiede se sia conveniente puntare su questo settore anche con una cifra iniziale piuttosto modesta, visto quelle che circolano attualmente. Qualche opera d’arte è accessibile anche con poche migliaia di euro, dunque non si può dire che vi siano ostacoli all’entrata; ovviamente, non si potrà ambire agli artisti più famosi, ma soprattutto a quelli emergenti. Precisato questo aspetto, c’è da dire che il rendimento medio può arrivare anche a quindici punti percentuali.