Fitch conferma rating italiano. Spread stabile

spread Lo spread italiano resta stabile dopo la conferma di Fitch sul rating del nostro paese. L’Agenzia di Rating conferma la tripla B per l’Italia, nonostante il momento di incertezza politica. Intanto Moody’s ha deciso di rinviare la sua valutazione, lasciando al momento il giudizio di Baa2 con outlook negativo. Per l’Agenzia, il momento di incertezza suggerisce un rinvio, a quando in Italia si riuscirà a formare un governo, o comunque a decidere per una legge elettorale che porti a nuove elezioni.

Anche Fitch d’altra parte aveva comunque evidenziato la precaria situazione politica a margine della conferma sul suo giudizio. Stesso discorso fatto nei commenti dagli analisti di Intesa Sanpaolo, che rimarcano come Fitch abbia messo in evidenza “le possibili conseguenze sono un allentamento di bilancio e un ulteriore indebolimento delle prospettive sul fronte delle riforme strutturali“.

Le conseguenze dell’empasse di governo

Se dovessero esserci gravi difficoltà nel trovare una soluzione politica per il governo, allora l’Italia potrebbe essere declassata.

In particolare sarebbero i ritardi su riforme fiscali ed economiche a portare ad un decadimento del rapporto debito pubblico/Pil. Questo potrebbe aumentare, e altri settori potrebbero essere coinvolti in questi ritardi. Il sistema bancario italiano continua ad essere sotto osservazione per la sua debolezza.
Intanto lo spread resta a 140 punti per i Btp decennali.

BTp-Bond, spread nuovamente in salita

Lo spread BTp-Bond torna nuovamente a salire chiudendo la giornata di ieri a 187. Un “contorno” davvero pesante di una giornata che ha visto la Borsa Italiana e quelle europee vivere più che un momento di incertezza nelle quotazioni.

BTp-Bond, spread nuovamente in salita

Monte dei Paschi punta a spread maggiori

I clienti e gli investitori finanziari che hanno deciso di puntare su dei prodotti strettamente collegati a Monte dei Paschi di Siena dovranno abituarsi ai nuovi riferimenti decisi dall’istituto toscano in merito agli spread: il termine, come è noto, riguarda il valore che viene appunto applicato dalle banche alle operazioni di prestito, la tipica aggiunta al costo del denaro. Ebbene, il gruppo senese ha aumentato gli spread relativi alle azioni privilegiate, in particolare quelle che sono state emesse nell’ambito di due specifiche offerte, gestite rispettivamente da Mps Capital Trust (il codice Isin è XS0121342827) e da Antonveneta Capital Trust (il codice in questione è XS0122238115), strumenti che non saranno richiamati alla prima data utile per il rimborso, nei prossimi mesi di febbraio e marzo.

Irlanda, occhi puntati sui futures sui Bund a dieci anni

John Kenneth Galbraith, economista di fama internazionale nonché personaggio molto influente nella politica statunitense degli anni Sessanta, era solito dire che gli irlandesi non possono essere annoverati tra gli economisti di successo: la situazione finanziaria che vive la nazione nordeuropea potrebbe dar forse ragione a Galbraith, ma qualcosa sembra smuoversi nelle verdi colline del paese. Mentre la Banca Centrale Europea sta intensificando le politiche di exit strategy dalla crisi, fattore che ha influenzato gran parte dei mercati dell’eurozona, i contratti future sulle obbligazioni a lunga scadenza di molti paesi non collimano affatto con i dati reali del sistema economico.

L’opzione su Kraft e i prezzi del grano aumentano le scommesse bearish

I trader finanziari di opzioni hanno provveduto a potenziare le loro scommesse di tipo bearish (al ribasso) su Kraft Foods: tra l’altro, bisogna anche sottolineare come moltissimi azionisti stiano vendendo i propri titoli, visto che il colosso alimentare deve far fronte alla difficile situazione relativa ai costi delle commodities, oltre che alla nota integrazione della britannica Cadbury. Le opzioni put, nel dettaglio, hanno subito un rialzo di 1,2 punti base, il livello più alto da tre anni a questa parte; intanto, il titolo Kraft è sceso fino a quota 29,13 dollari (-6,2%). L’azienda statunitense deve anche affrontare l’ostacolo non indifferente degli alti prezzi del grano e del frumento di questi ultimi tempi (si tratta dei maggiori rialzi dal 2008): gli elementi negativi, dunque, non mancano e stanno influendo di conseguenza sui principali strumenti da investimento, con il relativo hedge fund che si è visto costretto a tagliare dell’1% le holding.