L’inflazione fa aumentare il rendimento dei bond peruviani

I titoli obbligazionari del Perù sono crollati in maniera evidente, provocando un aumento dei relativi rendimenti fino a picchi che non venivano registrati da almeno tre settimane: si tratta di una conseguenza chiara della speculazione che sta coinvolgendo il paese andino e soprattutto il suo obiettivo di inflazione, visto che la banca centrale è intenzionata ad aumentare i tassi di interesse. Volendo essere più precisi, c’è da dire che il ritorno economico che fa riferimento al benchmark della nazione è ormai giunto a 7,84 punti percentuali. Si sta parlando, nello specifico, di titoli in scadenza nel 2020 e che sono denominati nella valuta locale, il nuevo sol peruviano: l’aumento è stato quantificato in due punti base (+0,02%).

La California aumenta i rendimenti dei propri bond

Lo stato federale della California ha provveduto ad aumentare i rendimenti relativi ai propri titoli obbligazionari, in particolare per quel che concerne gli investitori istituzionali: la decisione è stata adottata dopo che sono stati ricevuti degli ordinativi da parte degli investitori individuali per circa il 32% del totale, l’importo più basso in assoluto in merito all’interesse di quest’anno. In effetti, bisogna ricordare che la stessa California si sta cimentando in una vendita piuttosto ambiziosa, vale a dire 1,3 miliardi di dollari in bond.

Turchia: l’inflazione fa crescere i rendimenti dei bond

Il declino dei titoli obbligazionari turchi non poteva che essere accompagnato da un conseguente aumento dei rendimenti: questi ultimi, infatti, sono risultati i più alti degli ultimi due mesi, un evento provocato dall’inflazione, la quale ha subito una brusca accelerazione proprio nel corso di quest’ultima settimana. Volendo essere più precisi ed entrando maggiormente nel dettaglio statistico, bisogna sottolineare come il ritorno economico relativo al debito a due anni sia aumentato di ventisette punti base, attestandosi al 9,02%, l’incremento più consistente dallo scorso 23 marzo, per ottenere poi uno scambio finale pari all’8,96% nelle ultime contrattazioni della Borsa di Istanbul. Intanto, la lira turca si è ulteriormente indebolita nei confronti del dollaro, proprio a causa di questo livello eccessivo dei prezzi al consumo. In effetti, l’inflazione del paese è ormai giunta a un preoccupante 7,2%, addirittura tre punti percentuali in più rispetto a quanto rilevato nel corso del mese precedente, a conferma che c’è qualcosa che non va nell’economia interna.