Buyback azionario. A Wall Street è record di ricompera della proprie azioni

Buyback azionarioIl Buyback azionario è la ricompera delle proprie azioni da parte delle società quotate, e quest’anno si è segnato un record alla borsa di New York. Un fenomeno importante perché impatta decisamente sul mercato azionario.

I dati di Wall Street

I dati rilasciati da DataTrek indicano che nel 2018, le quotate dello S&P 500 newyorchese hanno riacomprato titoli per 646 miliardi di dollari. Si tratta di un +29% rispetto all’anno precedente. Ma il 2018 non è ancora finito, e a quanto trapela, sarebbero pronti altri 350 miliardi da impiegare fino a Natale. Questo porterebbe il Buyback totale attorno ai 1.000 miliardi.

Il Buyback riduce le azioni della concorrenza e sostiene le aziende, anche se è molto criticato da più analisti. Questo perché la ricompera droga il mercato con capitali che invece potrebbero essere investiti in impieghi produttivi, specialmente nel medio-lungo termine.

A spingere il fenomeno del buyback di quest’anno, è stato il taglio delle tasse di Trump, nel qudro di una politica di salvaguardia dell’economia nazionale.

Dopo però l’esaurimento degli incentivi, il buyback tornerà in forse. Il problema, per le aziende americane, è il costo delle azioni ricomprate, maggiore del valore reale, che potrebbe ritorcersi contro di loro una volta svanito l’effetto del beneficio fiscale trumpiano.

Male i mercati azionari. Anche il Nasdaq va in rosso

Ore 16:26. Oggi i mercati azionari sono sotto pressione, con perdite un po’ ovunque. E anche l’apertura di Wall Street segna un negativo sui tecnologici, che non fa ben sperare. Il Dow Jones, dopo una buona apertura, va appena sotto la parità, così come lo S&P. Il Nasdaq invece apre male e continua ancora peggio, con l’indice a -1,35%. I mercati americani iniziano a risentire delle elezioni di medio termine, che si terranno tra una settimana.

La volatilità americana

Questo significa che i mercati d’oltre Oceano potrebbero subire forti pressioni, in cui i mass-media, e i loro sondaggi, potrebbero essere protagonisti. A pagare al momento sono i tecnologici ma anche gli altri indici potrebbero subire delle conseguenze.

Poi l’indice Pmi servizi Usa di ottobre, che è cresciuto solo dello 0,1, a 54,8 punti rispetto ai 54,7. In realtà si tratta di un andamento positivo rispetto alle previsioni. Male i mercati azionari asiatici e Milano, mentre l’Europa riesce a recuperare.

A Milano la Consob ha comunicato un aumento della partecipazione in de Longhi da parte di APG Asset Management, che ora detiene più del 10%. La APG Asset Management ha voluto anche far notare l’impiego di propri capitali nell’operazione, che però non ha portato vantaggi concreti, per il momento, al titolo De Longhi, che va in rosso dello 0,17%.

Azioni: rally di Safilo e Ansaldo. Oggi le trimestrali

ansaldoLa mattinata alla borsa di Milano si apre con due rally importanti, per le azioni di Safilo e Ansaldo. Le due quotate portano su Piazza Affari. Per Ansaldo Sts si tratta di un rialzo dell’8% dopo l’accordo tra Hitachi e Hitachi Rail Italy Investments che acquisirà le quote di Elliott International, Elliott Associates e The Liverpool Limited Partnership. Si tratta del 31,794% del capitale sociale.

Ma la Hitachi Rail Italy Investments non si fermerà a questa quota, lanciando un’Opa su tutte le azioni ordinarie di Ansaldo-STS.

Le altre azioni e le trimestrali

Ottimo rally anche per Safilo, le cui azioni segnano un +6%, dopo la conferma del nuovo finanziamento da 150 milioni concesso dagli istituti di credito. Pronta una linea di credito Term Loan di 75 milioni e una Revolving Credit Facility con lo stesso credito che scadranno il 30 giugno 2023.

A concedere la linea di credito sono state Banca Imi, Bnp Paribas Succursale Italia e Unicredit con quest’ultima che ha fatto anche da banca agente.

Ma arriva anche l’annuncio di una possibile estensione fino a 200 milioni, anche con altre banche che potrebbero intervenire in seguito. Oggi ci saranno anche le pubblicazioni di alcune trimestrali da parte delle quotate al Ftse Mib, come Cir, Cerved, Cofide, Fiera Milano e Saras.

Abbassati rating per Intesa e Bpm. Rally Ferragamo in Borsa. Giallo Carige

salvatore-ferragamo-azioni-borsa-giugnoL’apertura settimanale a Milano si apre con il taglio dei rating per due banche italiane, da parte di Credit Suisse. Banco Bpm diventa underperform, con un target price a 1,7 euro. Intesa Sanpaolo vede invece il suo rating scendere a neutral e il target price a 2,3 euro.

Anche la Snam ha subito un taglio del target price, ma da parte di Kepler Creuvreux, che ha però lasciato il rating su neutral. Il prezzo dell’azione viene fissato all’obbiettivo di 4,4 euro. Poi la Banca Akros ha alzato il rating di Stm a buy.

Questa mattina si segnala il rally delle azioni Ferragamo a Milano, con un +7,6%. Si rilassa il comparto bancario, grazie al raffreddamento dello spread italiano. Bene anche la Magneti Marelli (+4,9%), dopo la vendita ai giapponesi di Calsonic Kansei. Brutto stop invece per Ferrari, giù dell’1,36%. Male anche Saipem che sta perdendo lo 0,75%.

Il giallo Carige

Continua il momento negativo per Banca Carige, con l’aggiunta di un giallo. Dopo aver perso la metà della capitalizzazione, la banca è chiamata al recupero con un aumento di capitale drastico. Ma i giudizi delle agenzie di rating sono impietosi, e anche Fitch abbassa il giudizio sulla banca.

Si aggiunge anche il giallo, svelato da Repubblica, sull’intervento di Banca d’Italia. Senza l’aiuto della banca centrale, non ci sarebbe stata la maggioranza delle due liste (Mincione e Malacalza). Il quotidiano lo ha evidenziato dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima assemblea.

Le azioni a Milano oggi. Occhio a Fincantieri. Buzzi Unicem giù

FincantieriGiornata interessante per le azioni alla borsa di Milano e non solo, con uno sguardo su Fincantieri. Sarà ancora una giornata interlocutoria, anche se inizialmente si pensava al ribasso, a causa dello spread italiano. Poi l’influenza di Wall Street, che ha chiuso i negativo, anche se di pochissimo. Male Tokyo, con il Nikkei a -0,8%.

Ma Milano non risente dei due negativi, anche perché la giornata appare piuttosto piatta.

I titoli da guardare

Sono pochi i titoli che potrebbero destare l’interesse degli investitori. Un possibile rimbalzo potrebbe arrivare da FCA, dopo il tonfo di ieri con una chiusura a -4,9%. Poi c’è Generali, che sta rimodellando i suoi equilibri interni e potrebbe muoversi. Notizie anche su Monte dei Paschi e delle voci che la vorrebbero nazionalizzata. Infine Astaldi, che ha ottenuto il concordato dal tribunale e ora deve muoversi per salvarsi.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi torna a 310 punti base. Intanto brutta caduta di Buzzi Unicem. L’azienda cementifera cade subito del 4% dopo il profit warning di Heideberg Cement. A influenzare negativamente il settore del cemento, le pessime previsioni sugli ordinativi Usa e l’aumento delle materie prime. Poi c’è un -2,2% di Stm e un -1% di Leonardo, mentre avanza Moncler (+0,9%).
Occhio a Fincantieri, in rialzo dopo l’accordo con MCS per la costruzione di quattro nuove navi da crocera.

Mercati emergenti in crisi: il dollaro forte persa

I mercati emergenti vanno giù, e perdono quasi il 10% dall’inizio dell’anno sul mercato azionario e quasi il 3% su quello obbligazionario. Tutto il contrario dei mercati statunitensi, avvantaggiati da un’economia stabile e un dollaro forte.

Per i mercati azionari la perdita è del 9.7%, per quelli obbligazionari del 2.9%. A pesare la situazione argentina e turca soprattutto.

Quali mercati sono ancora in salute

Chiaramente non è un discorso generalizzato, e molti mercati emergenti non hanno subito perdite. C’è una dispersione degli spread in dollari, con convulsioni politiche come in Turchia, dove Erdogan ha iniziato a influire pesantemente sulla banca centrale. A soffrire anche i paesi che importano molto petrolio, con il greggio che è molto aumentato, mettendo pressione alle bilance commerciali. Infine i dazi di Trump, che pesano sulla certezza degli investitori.

Ieri la Fed ha aumentato di nuovo i tassi sul dollaro, portando ancora più pressione sui paesi emergenti in sofferenza. Per l’America si tratta di una normalizzazione del mercato monetario, dopo la politica molto accomodante che ha segnato la crisi finanziaria. Il dollaro arriverà al 2.25-2.50% per la fine del 2018, e al 3.00-3.25% per il prossimo anno. Probabile che la divisa americana continuerà lentamente a rafforzarsi, con il ciclo economico positivo più lungo della storia statunitense. Solo l’inflazione e la leva finanziaria, potrebbero portare uno shock e mettere a rischio i mercati consolidati.

Mercati emergenti. Le obbligazioni sono ancora appetibili?

mercati emergentiI mercati emergenti stanno tenendo banco, tra gli analisti, in considerazione di quanto sta accadendo soprattutto in Turchia e in Argentina. La guerra commerciale degli Stati Uniti di certo non aiuta i mercati, me è la Turchia a tenere banco. La sua crisi ha coinvolto anche gli altri mercati, forse in modo anche troppo influente.

La situazione

Il dollaro si sta rafforzando, danneggiando molte valute dei paesi emergenti. Per il mercato forex si tratta della situazione peggiore da almeno 6 anni, per le valute dei paesi emergenti.

La domanda che molti investitori si fanno oggi è se sfruttare i ribassi oppure passare ad investimenti meno rischiosi.

Comunque si conferma la regola che un dollaro forte sia deleterio per le valute emergenti. Intanto la crescita economica della Cina rallenta, danneggiando ancora di più quei paesi in cui le economia stavano crescendo. I loro mercati azionari hanno subito vistosi crolli, mentre altri riescono a tenere botta. Nel mirino, i mercati dell’Argentina, del Venezuela e della Turchia, i paesi dove si soffre maggiormente l’attuale situazione. L’inflazione avanza, il debito estero aumento e il deficit delle partite correnti si amplia.

Anche se questi paesi incidono poco sul Pil mondiale, il loro crollo potrebbe avere conseguenze importanti.

Per questo gli analisti sono molto cauti, negli investimenti verso questi paesi. Meglio guadagnare di meno, che rischiare i capitali.

Vivendi attacca Elliott su perdita azioni Tim

Vivendi attacca Elliott sulla perdita di valore delle azioni Tim e sulla governance: una mossa inaspettata, soprattutto per ciò che concerne il periodo difficile che l’azienda sta passando. Un attacco sfornato utilizzando tutte le proprie cartucce in proprio possesso.

Fincantieri: il titolo del giorno

FincantieriOggi è il giorno di Fincantieri, che vede il suo titolo salire grazie alle voci che la vogliono protagonista della ricostruzione di Ponte Morandi e grazie soprattutto all’upgrade del rating da parte di Mediobanca.

Il titolo di Fincantieri

Oggi c’è stato questo upgrade, che ha visto gli analisti della banca italiana portare il target price a 1,8 euro. Per Banca Imi invece il target price è a 1,54 euro, e il suggerimento resta sul Buy.

Tutto questo ha portato il titolo Fincantieri a guadagnare il 6% circa a Piazza Affari in apertura. A metà mattinata il rialzo era del 6,2%.

Gli investitori hanno seguito il consiglio Buy degli analisti e stanno acquistando azioni Fincantieri in massa. Ora (12:00) c’è un momento di pausa e il titolo guadagna il 5%.

Ma il futuro di Fincantieri, secondo Mediobanca, è roseo. Per gli analisti infatti, la quotata farà molto meglio delle aziende del suo settore. Il Piano Industriale per 2018-22 è confermato, dallo stesso Amministratore Delegato di Fincantieri Giuseppe Bono.

Le previsioni dell’azienza sono per un +50% del fatturato nel quadriennio. E poi c’è ancora in ballo l’affaire Naval Group, su cui stanno decidendo i governi interessati. E ancora la ricostruzione di ponte Morandi a Genova, si cui l’azienda è molto disponibile.

La giornata di Milano. Borsa in ribasso, ma Atlantis recupera

Borse europee positive dopo intervento FedLa borsa di Milano oggi apre male scendendo dello 0,13%. La notizia positiva è che Atlantia segna un piccolo recupero. Il titolo, crollato con il Ponte Morandi, oggi sale di un piccolo 0,93% e si posiziona su un prezzo di 18,30 euro. Intanto Tenaris ve in flessione e crolla del 3,35%. Va male anche Cnh Industrial che scende dell’1,9%. Anche Bper Banca va giù dell’1%.

La situazione

L’Italia continua ad essere al centro dell’attenzione dei mercati. In particolare è la legge di Bilancio che dovrà essere approvata ad essere sotto la lente di ingrandimento. Questo provoca movimenti sui mercati, assieme a tentativi di acquisizioni.

Ma a tenere banco a Piazza Affari, è Pierrel e il suo rally del 14%. La company sta trascinando il listino di Milano. Tutta merito di un semestre molto positivo, con ricavi di 8,69 milioni di euro, dai 5,97 milioni del semestre precedente. Un aumento del 46% che sta entusiasmando gli investitori.

Tutte le previsioni sono molto ottimistiche e i ricavi lordi consolidati arriveranno a 19,3 milioni di euro, e il margine operativo lordo potrebbe arrivare a 1,8 milioni di euro.

Wall Street. Previsioni record per oggi

wall-streetPer gli investitori oggi Wall Street potrebbe essere una manna che cade dal cielo. I futures infatti danno segnali più che positivi, e a poco dall’apertura sono in molti a scommettere su un altro record della borsa newyorchese. In Europa, mentre Londra è chiusa per festività, vanno male Milano e Zurigo. Forte rally invece di Hong Kong, e chiusura positiva per Tokyo.

I futures di New York

Tutti gli indicatori futures della borsa di Wall Street portano a credere che le contrattazioni oggi porteranno gli indici parecchio su. Il future sul Dow Jones si posiziona infatti a +0,3%, e lo S&P 500 segna un +0,24%. Anche il future sul Nasdaq sta segnando un rialzo. Ora è a +0,37%.

Dopo il record di venerdì scorso dunque, gli investitori sono pronti a fare profitti sui tre listini principali di New York. Sotto osservazione i tecnologici, segnalati tutti in forte rialzo. Google Alphabet segna un progresso del 1,27%, e Facebook dell’1,01%. Molto bene Alibaba con 1,06% e Invdia, con il 2,02%. Anche Tesla sale, mentre soffrono i bancari.

Sotto osservazione le materie prime, con oro e argento in regressione. Altro titolo in forte rialzo è la Ferrari, che sale del 2%, ma soprattutto Netflix, che supera il 5% di rialzo, e Paypal, che supera il 3%.

Ancora un crollo di Atlantia, -9%. L’AD attiva finanziamenti straordinari

atlantiaAtlantia continua a soffrire dopo il crollo di ponte Morandi. Dopo il leggero recupero di venerdì, questa mattina il titolo crolla subito del 9%, e va a 19,3 euro. Le rassicurazioni del fine settimana non sono quindi servite, anche perché, se da una parte Salvini ha cercato di smorzare i toni, dall’altra Di Maio non vuole cedere.

La mattinata

La mattinata si è aperta con i titoli dei giornali che hanno riportato la notizia di una legge speciale per Autostrade per l’Italia. Una legge per togliere all’azienda la concessione sulle autostrade italiane. Da vedere poi chi si occuperà della rete di comunicazioni nazionale.

Il crollo di oggi però sembra più legato all’incontro del CdA di Autostrade, avvenuto nel fine settimana. L’Ad Castellucci ha annunciato un finanziamento immediato di mezzo miliardo per far fronte alla crisi. La liquidità verrà attivata già oggi, a disposizione delle famiglie delle vittime del ponte, e agli sfollati. Da questa somma, il consiglio ha escluso i risarcimenti, che verranno erogati a parte.

Altri soldi dunque, per Autostrade per l’Italia, che fanno traballare gli investitori, con vendite di massa. Il crollo di Ponte Morandi si trascinerà a lungo, per l’azienda, per Genova e per l’Italia, colpita al cuore, sia umanamente che finanziariamente.

Dopo Ponte Morandi crolla anche il titolo Atlantia, controllore di Autostrade

ponte morandiIl controllore di Autostrade, Atlantia, paga caro il crollo di Ponte Morandi. In apertura, questa mattina, il titolo cade subito del 21%, e ora (10:30 CEST) perde oltre il 25%, con un prezzo di 17,59 euro per azione, dal prezzo di partenza di 23,54 euro.

Un crollo annunciato, dopo le dichiarazioni politiche a seguito del disastro del ponte della A10 di Genova.

Il futuro del titolo

Il titolo di Atlantia ha un futuro decisamente nero. Chiaramente, dalle dichiarazioni politiche, ai fatti, ci sarà tempo e non sappiamo ancora se il Governo toglierà la concessione ad Autostrade per l’Italia.

Intanto è eccesso di ribasso. Verso le 9 il titolo ha smesso di fare il prezzo. Contrattazioni ferme e ora si ricomincia a scendere.

Il Governo ha chiesto le dimissioni dei vertici aziendali, ha annunciato il ritoro della concessione e una maxi multa di 150 milioni di euro. Ma allo stesso tempo, lo spread è schizzato in alto, a 290 punti.

Questo perché il contratto prevede delle penali. Il ritiro della concessione, secondo alcuni analisti, potrebbe costare anche 10 miliardi. Intanto, da Autostrade, fanno sapere che in caso di ritiro, all’azienda spetterebbe il valore residuo della concessione.

Per il momento Atlantia paga caro il crollo del ponte, con una perdita di capitalizzazione pari a 4,5 miliardi di euro.