Prospettive e rischi per il 2018

economia globaleSecondo Tom Wilson, Head of Emerging Market Equities di Schroders, quest’anno il mondo crescerà del 3,3%, con il traino dei paesi emergenti che contribuiranno alla crescita con il 4,9%, confermando quanto fatto nell’anno appena passato.

Riprenderà a correre la Cina, ma non subito, quando invece la stretta monetaria dovrebbe portare la crescita a scendere al 6,4%. Ma cresceranno Brasile e Russia, che invece godranno di un’inflazione ai minimi e una politica monetaria di stimolo per i consumi. Anche l’est Europa continuerà a crescere con alti ritmi, a partire dalla Repubblica Ceca, dall’Ungheria e dalla Polonia, e lo ai tassi bassi della banca centrale dovrebbe aumentare i profitti delle banche. Ricapitalizzazione in vista per il sistema bancario indiano, che con le agevolazioni fiscali spingeranno in alto la crescita.
Rimarranno deboli i rendimenti dei bond a breve, ma riprenderanno quelli sul lungo periodo. Il dollaro dovrebbe soffrire ancora di debolezza, mentre la Cina terrà ancora la sua moneta a valutazioni basse. La Fed potrebbe cambiare il destino del dollaro, mentre la piccola frenata cinese potrebbe coinvolgere i mercati emergenti, nelle valutazioni di rischio.

Tra i fattori a rischio anche la diminuzione della liquidità, conseguenza della stretta monetaria che dovrebbe passare per le banche centrali occidentali. La BCE sembra ancora accomodante, mentre nella Fed il dibattito è ancora aperto. Molto dipenderà dall’inflazione, che ancora non decolla. Infine si attendono le mosse di Trump in materia di accordi commerciali e protezionismo. Il presidente vorrebbe rinegoziare il NAFTA, e bisognerà vedere come reagiranno i mercati.

Ottime notizie per gli investitori Azimut

Azimut holdingAzimut, la Holding per la gestione patrimoniale quotata a Milano, ha ottime notizie per i suoi investitori. Dati preliminari per l’anno appena passato stanno girando in borsa e il titolo ha iniziato a salire sull’onda dell’entusiasmo per dividendi record. Quest’anno, i possessori di azioni della Holding riceveranno 2 euro per azione, un incremento del 100% rispetto all’anno passato. La Holding ha deciso di distribuire 1 euro in contanti e il resto in azioni. Gli azionisti saranno dunque ricompensati con da un payout sopra il 100%, e yield al 12%.

Tutto merito del bilancio che registra un utile netto storico per l’azienda, mai raggiunto prima, che dovrebbe arrivare a 225 milioni di euro. Poi la raccolta netta del 2017, circa 6,8 miliardi, che porterebbe il patrimonio totale sopra i 50 miliardi di euro. Una crescita del 16% se comparato con l’anno precedente. Il piano industriale che la Holding si era proposta, di cinque anni, non solo si sta avverando, ma porta numeri di bilancio che erano attesi nei prossimi due anni. Per il 2019 dunque, l’obbiettivo è quello dei 300 milioni di euro di utile netto. Questo ha portato il sindacato degli azionisti, Timore Fiduciaria, a incontrarsi per valutare un ampliamento del piano industriale, per rafforzare le posizioni in seno alla Holding.

Azioni Saipem e obbligazioni Exor

saipemArticolo misto per segnalare due buoni investimenti su due mercati diversi, quello azionario e quello obbligazionario. L’azione Saipem continua a segnare rialzi, anche se ieri si era segnalata per un ribasso. Il prezzo dell’azione sta cercando di arrivare ai 4 dollari, con un rialzo mattutino del 2,2%. La borsa di Milano così sfrutta la salita e cresce per il momento dello 0,5%. La Saipem sta crescendo, e crescerà in futuro, grazie al rialzo del prezzo del petrolio, seppur contenuto rispetto alle previsioni di qualche mese fa che lo volevano a 80 dollari per Natale. Ma anche l’analisi della società Bernestein fornisce una spinta alle azioni, con il passaggio del ranting da underperform a market perform. È quindi più che probabile che la Saipem sfonderà presto i 4 euro.

Intanto Exor della famiglia Agnelli ritorna sul mercato obbligazionario con un titolo senior unsecured da 500 milioni di euro. L’obbligazione è riservata agli investitori istituzionali per taglio minimo di 100.000 euro. Si tratta di decennali con scadenza al 18 gennaio, a tasso fisso, da negoziare non solo a Milano, ma anche alla borsa irlandese e a Euro TLX.

Oggi si saprà di più sul prezzo dell’obbligazione anche se le indiscrezioni fornite parlano di 115 bp sopra il tasso midswap, attorno al 2%. Size benchmark a 500 milioni di euro. Standard & Poor’s ha fissato il rating a BBB+.

Corte dei Conti e Poste Italiane: il punto sul titolo

poste italianeLa Corte dei Conti ha analizzato i conti delle Poste Italiane, ancora saldamente in mano al Tesoro, e i risultati sono “complessivamente positivi” nonostante il titolo, ad un anno del debutto in borsa, sia in negativo. Il bilancio analizzato di Poste italiane si riferisce all’esercizio 2016, con 625 milioni di utili, in crescita di 174 milioni rispetto al 2015. Solo il patrimonio separato di Banco Posta ha realizzato un utile di 568 milioni, mentre i dividendi dalle società controllate sono registrati per 423 milioni. Utili per 121 milioni anche dalla cessione delle azioni di Visa Europe. Il titolo di Poste italiane è sceso però del 10%, anche se ci sono state molte criticità, dovute soprattutto al comparto bancario, a trascinare giù il prezzo delle azioni.

La Corte dei Conti ha comunque incluso nel suo giudizio la considerazione sulle privatizzazioni delle partecipate dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ancora non concluso del tutto, tanto che per Poste Italiane, al 20 ottobre 2016 solo il 35% del capitale sociale era stato consegnato alla Cassa Depositi e Prestiti. Nel frattempo, nel 2017, Poste ha effettuato molte acquisizioni e dismissioni, che cambieranno le analisi per il futuro, facendo riprendere il titolo. Tra le operazioni, l’acquisizione di quote Sia, nel comparto pagamenti, e la cessione di Banca del Mezzogiorno a Invitalia. Titolo che dovrebbe, a conti fatti, recuperare nel corso del 2018.

Titolo Apple paga rischio di class action

appleI consumatori sono sul piede di guerra dopo la polemica sulle vecchie versioni del iPhone e la minaccia di una class action. La Apple ha dovuto ammettere di aver rallentato i sistemi di iPhone 6, 6S, SE e 7, e il titolo perde il 2,3% in una settimana. Secondo l’azienda di Cupertino, i telefoni erano stati rallentati per maggiorare la durata delle batterie, ma molti clienti non hanno apprezzato l’iniziativa e si sono rivolti alle associazioni dei consumatori. La colpa è nella mancata comunicazione al momento dell’acquisto, che avrebbe danneggiato i consumatori, ignari del voluto rallentamento, e quindi non liberi di scegliere tra un update di sistema e un nuovo acquisto. Bastava cambiare batteria dunque, piuttosto che comprare un iPhone nuovo. Il rischio ora è la class action, e la conseguente perdita d’immagine, oltre che la perdita economica. In verità, la notizia, è stata certamente deleteria per Cupertino, ma a guardare i risultati sul titolo, la Apple gode ancora di molta fiducia. Per ora il danno è limitato, ma potrebbe essere più consistente nel caso i consumatori decidessero di dare via alla battaglia legale. Gli investitori del titolo Apple sono dunque avvertiti. Il titolo va tenuto costantemente d’occhio. L’informazione sulle eventuali conseguenze legali deve essere massima, perché qualcuno sta già parlando di truffa, una parola che non va bene con “affari”. Infatti le previsioni di vendite per i nuovi iPhone sono scese a 35 milioni di unità (-10 milioni). Gli alti costi per unità (1000 dollari) e questo nuovo scandalo, potrebbero far perdere molti clienti affezionati, con ripercussioni sul titolo.

Investimenti immobiliari in Europa: chi sale e chi scende

investimenti-immobiliariL’Europa dell’immobiliare cambia ancora volto, con alcune città che risalgono e altre che scendono. Tempo di cambiare dunque, per gli investitori, che possono diversificare il loro portafogli. Tra le città attualmente più interessanti c’è Milano, dove le case non aumentano di prezzo, ma gli affitti sì, così da poter fare investimenti a scopo di locazione. Le due città principali della Spagna invece, Madrid e Barcellona, vedono un rally dei prezzi, mentre scendono a Londra, dopo anni in costante rally. Rally anche a Vienna, dopo la costruzione di nuove abitazioni. Stabile Parigi, da sempre molto cara. A Milano le nuove costruzioni residenziali non hanno alzato i prezzi, e gli appartamenti costano il 20% in meno rispetto al 2007. Possibilità di guadagno dunque sia per la locazione che per vendite future, a lungo termine.
A Madrid e Barcellona continuano a salire i prezzi, specialmente nelle aree più lussuose e residenziali. Qui la crescita è del 12% annuo per le nuove abitazioni. Alcuni però esprimono preoccupazione, visto quel che successe a causa della bolla di qualche anno fa per le nuove costruzioni.
A Londra invece, dopo dieci anni di rally, i prezzi iniziano a scendere anche del 5% sulle nuove costruzioni, in tutta la città. Anche a Parigi c’è stabilità, se si considera che i prezzi delle case stanno aumentando del 3%, contro una media passata del 11%. Del 6,5% invece gli aumenti a Berlino, in controtendenza con i rally degli anni scorsi, mentre gli aumenti a Vienna attorno al 7%.

Chi non risica non rosica, o di come gestire il rischio

Non esiste al mondo una situazione in cui sia possibile ottenere un guadagno a rischio completamente nullo. Nel caso in cui questa possibilità si verifichi, ed è il caso del cosiddetto arbitraggio, questa dura poco e ognuno cerca di sfruttarla, rendendo l’arbitraggio semplicemente non possibile nel lungo periodo. In questa situazione ideale, la gestione del rischio è pressoché inutile e, ad essere onesti, per quanto riguarda il breve e brevissimo periodo, quanto detto per il lungo periodo non è sempre vero.

Per chi non lo conoscesse, l’arbitraggio consiste nell’ottenere un guadagno senza sostenere rischi, come spiegato da Treccani.

Dove trovare opportunità di arbitraggio?

Le opportunità di arbitraggio sono estremamente difficili da trovare. Immaginiamo di vedere una banconota a terra. In questo caso, l’opportunità di arbitraggio consiste nella conoscenza di qualcosa che gli altri non sanno, ossia, nell’essere gli unici ad averla vista. Quanto dura questa opportunità? Molto poco perché appena una persona acquisisce la stessa informazione la sfrutta per il proprio guadagno, ossia raccoglie la banconota, eliminando ogni altra possibilità di arbitraggio per altre persone.

Questo esempio chiarisce come le opportunità di arbitraggio siano estremamente rare, in primis, e estremamente limitate nell’orizzonte temporale.

Secondo Borsa Italiana, le principali occasioni di arbitraggio vengono rilevate nell’utilizzo di strumenti finanziari derivati che in genere seguono gli asset sottostanti. Tuttavia, le situazioni in cui la gestione del rischio è nulla, sono davvero limitate e la discrepanza fra strumenti derivati e titoli sottostanti può durare millisecondi o meno. Decisamente un tempo ridotto per permettere ad un essere umano di agire.

Escludendo queste situazioni eccezionali, in ogni caso in cui si cerchi un guadagno, sia attraverso la borsa, gli strumenti finanziari derivati o il trading online, la gestione del rischio assume un’importanza fondamentale.

Fondamentali della gestione del rischio

La gestione del rischio è una concezione molto astratta poiché varia da tipo di industria, da tipo di rischio e da tipo di utente coinvolto. Nella restante parte di questo articolo ci limiteremo a dare dei consigli sulla gestione del rischio in ambito finanziario per utenti privati.

Chiaramente, questo articolo non vuole essere esaustivo e per una fonte più approfondita sulla gestione del rischio consigliamo di consultare un risk manager o il proprio consulente finanziario.

Rischio e rendimento

La prima nozione fondamentale è che ad un rendimento più elevato viene associato un rischio più elevato. Diffidate da facili opportunità di investimento con rendimenti stratosferici. Generalmente, azioni e CFD hanno un rischio più elevato rispetto alle materie prime e all’oro in particolare.

Rischio e differenziazione

La seconda nozione fondamentale è che la differenziazione, se fatta attentamente permette di distribuire il rischio su più strumenti riducendo il rischio totale. In ogni caso, tuttavia, la differenziazione non elimina il rischio totale. Il rischio non si elimina e ogni strumento finanziario porta con sé un certo livello di rischio. Una gestione del rischio accurata prevede un buon livello di differenziazione dei vostri asset.

Infine, ma prima di tutto

Prima di ogni investimento chiedetevi: Quali sarebbero le conseguenze se perdessi interamente questa somma? Se la conseguenza vi porta al lastrico, non investite. Una gestione del rischio accurata non tenta di eliminare il rischio ma di ridurlo e renderlo più accettabile. Mettere tutte le uova nello stesso paniere non è sempre una buona idea.

 

Unicredit lancia il bond perpetuo

unicreditLa Banca Unicredit ha lanciato sul mercato il bond perpetuo, un nuovo titolo subordinato per gli investitori istituzionali, dal valore totale di un miliardo di euro, e un taglio minimo di 100mila euro. Sono gli Additional Tier 1 parte del piano “Transform 2019” per il consolidamento del capitale, e l’operazione va a ruba. Gli investitori di tutto il mondo hanno sottoscritto i nuovi bond, e la banca potrà così arrivare all’obbiettivo di requisito minimo del 1,50% di AT1. Il totale degli Additional Tier arriva così a 3,5 miliardi, come preventivato per la fine di quest’anno, a parte i 750milioni ancora da eseguire. Prezzo al 5,625%. I 200 investitori istituzionali che hanno sottoscritto i bond hanno fatto raccogliere più di 2 miliardi e avranno una cedola al 5,375% per i primi 7 anni e mezzo, con 25 punti base. Questa ultima trance da 1 miliardo di euro è una delle emissione consentite a solo quattro enti europei per AT1 con cedola pari o sotto il 5,375%. Il 73% degli acquisti viene da fondi, il 22% da banche e il 4% da assicurazioni. In prima fila gli ordini dal Regno Unito e dall’Irlanda, che rappresentano il 30% del totale, e poi l’Italia con il 23%. Segue la Svizzera con il 12%, Gli Stati Uniti con il 10% e la Francia con il 6%. Prima ridefinizione della cedola il 3 giugno 2025, e poi ogni 5 anni.

Sale il titolo Tod’s e l’Inter annuncia l’emissione di bond

interLa famosa squadra di serie A vuole approfittare del momento favorevole in campionato per fare un’emissione di bond garantiti e finanziare i suoi debiti. L’emissione è intestata alla Inter Media and Communication, che gestisce il marketing e gli sponsor della società nerazzurra. Il bond garantito sarà di ammontare di 300 milioni di euro, e scadrà nel 2022. Questa è un’altra emissione di finanziamento organizzata dall’Inter e servirà a coprire le linee di credito a breve termine, in modo che l’Inter possa gestire l’amministrazione ordinaria in tutta tranquillità, sia per il capitale circolante che per l’indebitamento finanziario. A coordinare l’operazione la famosa banca d’affari Goldman Sachs, in cogestione cn l’italiana Ubi Banca. L’offerta è internazionale e vede anche un ruolo di advisor da parte di Latham & Watkins, e di consulente di parte per la squadra di Milano da parte della banca Rothshild. Gli altri consulenti sono Cravath, Swaine & Moore e Dla Piper .

Sul fronte azionario invece si segnala la grande performance di Tod’s, che a Milano è salita del 4,45%. Gli investitori puntano forte sul titolo dopo che Main First ha aumentato il rating sulla società dei Della Valle, da underperform a outperform. Il target del prezzo è stato aumentato di 20 euro, fino a 70 euro, per un potenziale upside dell’14,6%.

Investitori preoccupati per le bolle

Molti di quelli che investono in borsa a titolo solo di entrate secondarie dovrebbero fare attenzione al 2018, perché potrebbe essere un anno di bolle. Niente di sconvolgente, non ci sarà un coinvolgimento totale del mercato azionario, ma alcuni comparti potrebbero subire delle forti contrazioni. Per la Natixis Investment Managers il 65% degli investitori internazionali pensano allo scoppio di qualche bolla, e cercano di diversificare il più possibile i loro investimenti, sopratutto usando le posizioni attive. Non è un caso che quelle passive siano in discesa già da tre anni.

Per il 2018, le banche centrali diminuiranno i loro stimoli, e così gli investitori stanno abbandonando gli assets tradizionali per qualcosa di più innovativo o più diversificato. Tra le preferenze i private equity, private debt, infrastrutture e real estate
Per Natixis il mercato è positivo ma ora anche estremamente fragile, secondo la sua indagine, e la poca volatilità è soltanto artificiale. Quindi largo alle strategie attive, ora più adeguate secondo la maggior parte degli investitori. Le bolle però sono previste anche sul mercato obbligazionario, dopo la forte cura delle banche centrali. Secondo molti infatti, il mercato delle obbligazioni è stato drogato dalle iniezioni di liquidità e dai bassi tassi. Il mercato azionario invece è stato meno coinvolto dai QE, ma questi sicuramente hanno influito nella forte volatilità.

Il green bond di Ferrovie Italiane

green bond Ferrovie ItalianeLe Ferrovie Italiane hanno lanciato sul mercato obbligazionario il Green Bond, il primo di questo tipo sul mercato europeo, con un rendimento dello 0,875% annuo. Un rendimento molto basso dunque, addirittura più basso di un Btp, in quel mondo dei bond governativi che molti investitori stanno ora lasciando, preferendo il più fiorente mercato azionario. Nonostante questi rendimenti bassi, i bind delle Ferrovie sono stati esauriti praticamente subito, per la forza attuale dell’azienda, e il suo piano industriale che sta affascinando molti investitori. Un piano che si è subito presentato con ebitda margin nel primo semestre del 25,7%. Un piano fino al 2016, a lungo termine, che si sta dimostrando già vincente. I numeri delle Ferrovie Italiane sono quelli di un’azienda in salute, con ricavi operativi aumentati del 7,2% fino a 4,6 miliardi. La posizione finanziaria alla fine del primo semestre è a 8,07 miliardi.

Così, le obbligazione per 600 milioni destiate all’acquisto dei nuovi treni Electric Multiple Unit del 30 novembre sono state tutte acquistate. Taglio minimo da 100mila euro, i nuovi treni sono destinati al trasporto regionale ed Etr 1000 ad alta velocità. Questa nuova tecnologia promette di inquinare il 75% in meno rispetto ai vettori aerei e di consumare il 30% in meno di energia. Molti investitori, più della metà, vengono dall’estero e la domanda di bonds era arrivata a 1,3 miliardi. Sono 115 gli investirori che hanno fatto richiesta. Il rating di s&P e Fitch è il BBB. La cedola non è mai stata così bassa, con spread finale a 52 punti base.

Ipi: nuova emissione di bonds

IpiL’Ipi, la grande aziende torinese del settore immobiliare, emetterà nuove obbligazioni per 20 milioni di euro, con il nome di Ipi 5% 2018-2020, che pagheranno il 5% all’anno ogni semestre. La scadenza è a 2023 con ammortamento iniziale al 20 gennaio del 2020 che pagherà rate annuali con riferimenti del 10% per i primi due e poi il 30% e il 50%. Sulle obbligazioni l’Ipi pone un’ipoteca di garanzia sui suoi immobili. Un investimento sicuro garantito dagli immobili torinesi dell’azienda. Sull’Ipi pesava il credito deteriorato sulla Porta Vittoria, oggi tutto ceduto, che si portava avanti dal 2015. Oggi il bilancio si è liberato del debito, ceduto ad un istituto di cui non è stato rivelato il nome. Inoltre l’IPI sarà l’azienda incaricata dell’eventuale cessione degli immobili di Porta Vittoria, nel caso chi ha acquistato i crediti deteriorati decidesse di fare operazioni di compravendita.

Secondo l’Amministratore Delegato di Ipi, Vittorio Moscatelli, con questa operazione di emissione obbligazionaria, l’azienda diversifica le proprie entrate da cui far partire gli investimenti. Il prestito obbligazionario riporterà in buona salute le riserve finanziarie che si erano assottigliate dopo i nuovi investimenti del 2017, mirati ad aumentare il patrimonio immobiliare e finanziario. Il patrimonio immobiliare dell’Ipi ha un valore di circa 300 milioni, e l’azienda si pone come advisor anche per le istituzioni e per grandi privati.

Mercato obbligazionario: la situazione

united_states_treasuryI mercati obbligazionari sono in flessione, con quelli azionari che volano e fanno profitti. Tutta “colpa o merito”, dipende dai punti di vista, delle banche centrali e della loro politica monetaria di bassi tassi. Ma questa politica, dopo anni, sta per finire, e ci saranno dei cambiamenti per i mercati, e alcuni sono già in atto.

I rendimenti dei bond governativi statunitensi sono ora ai livelli più alti da gennaio, tra il 2 e il 2,6%. Gli USA confermano la crescita, e si attende solo che l’inflazione riparta per cambiare politica monetaria. Intanto il mercato obbligazionario crede alla riforma fiscale di Trump, che dovrebbe far passare il Pil USA da 2,5% al 3%. Con questa inflazione, alcuni analisti auspicano un rallentamento dei QE mondiali, mentre il mercato si mostra favorevole ai Bond tedeschi e ai Treasury statunitensi, con questi ultimi che rendono di più a lungo termine. I Bond tedeschi, pur restando tra i preferiti, continuano a rilasciare pochi profitti, specialmente sui decennali, mentre i trentennali riescono a spuntare qualche tasso interessante.

Molti investitori si interessano ai mercati emergenti, che offrono buone garanzie dai rischi e rendimenti più elevati. È il caso del Brasile e dell’Indonesia, su cui sono stati investiti capitali in valuta locale. Valuta locale anche per i titoli messicani, anche se qui c’è il rischio del cambio, e si potrebbe investire anche in dollari.

Da investire anche sui bond spagnoli, che segnano una tendenza rialzista. Stop invece all’acquisto di titoli italiani, che stanno segnando una tendenza al ribasso che proseguirà anche nel futuro.

I suggerimenti per questo periodo: le azioni faranno guadagnare di più

azioniGli investitori sono sempre alla ricerca del profitto più vantaggioso, tra bond e azioni. In questo momento tutti puntano sulle azioni, più profittevoli dei bond, che hanno un rendimento più basso rispetto al mercato azionario, che è in piena ripresa. Anzi, con una media del 10% del profitto, siamo in un periodo che non si vedeva da anni. E le previsioni parlano di profitti ancora più alti per le azioni, che in questo momento pagano di più. Non è un caso che Wall Street sta realizzando record su record, mentre il Giappone sta recedendo un pochino dopo che il Nikkei ha segnato i suoi massimi da 20 anni. Anche le borse europee stanno navigando in buone acqua, pur non realizzando dei record. Molti stanno investendo su azioni più rischiose, sicuri del buon momento del mercato. Questo anche grazie ad un indice di volatilità molto basso, come non si registrava da anni. Anche la situazione geopolitica, nonostante le tensioni con la Corea del Nord, è molto favorevole, con uno stato abbastanza stabile. Inoltre c’è molta omogeneità sulle azioni per quanto riguarda i profitti, e quindi i portafogli possono diversificarsi per diminuire i rischi. A questo aggiungiamo il basso costo del denaro, che consente prestiti per investimenti più profittevoli, e la stabilità del dollaro, che diminuisce i rischi. Dunque, meglio le azioni dei bond.