Eni colloca il suo bond a tasso fisso sull’ExtraMot

La giornata odierna rappresenta un momento molto importante per l’Eni e le emissioni obbligazionarie: si tratta infatti della data che è stata scelta dall’Ente Nazionale Idrocarburi per lanciare su Borsa Italiana il proprio bond a tasso fisso. Quali sono le caratteristiche principali di questo prodotto finanziario? Anzitutto, bisogna precisare che il collocamento avverrà presso l’ExtraMot, vale a dire il sistema multilaterale di negoziazione di Piazza Affari che è stato istituito per gli strumenti di questo tipo. Inoltre, i termini di liquidazione sono previsti per il terzo giorno successivo alla data di stipulazione dei contratti di compravendita. Dopo aver ricordato che il codice Isin di riferimento del titolo in questione è XS0741137029 e che l’emittente è ovviamente Eni spa, si possono citare gli altri elementi rilevanti per gli investitori interessati a una sottoscrizione.

Grande successo di ordini per il bond a otto anni di Eni

In pochi se lo attendevano, ma l’Eni si è cimentato in una nuova emissione di obbligazioni corporate; in questo caso, sono state anticipate molte altre società e il prodotto in questione è consistito in un titolo a otto anni (in scadenza nel 2020 quindi) e con un prezzo ancora da fissare nel dettaglio. Si sa comunque con precisione che l’importo complessivo fissato dall’Ente Nazionale Idrocarburi è stato pari a un miliardo di euro, mentre gli ordini finali che sono stati ricevuti erano superiori di ben tredici volte l’offerta. Per quale motivo si è registrato un simile successo? Tra le altre caratteristiche dello strumento che si possono citare figura senza dubbio la cedola, con i suoi 4,3 punti percentuali: si tratta di un valore che è più basso rispetto al ritorno economico che può essere garantito da un Buono del Tesoro Poliennale della stessa identica durata.

Tesco Bank, buona domanda per il bond inflation-linked

Tesco Bank ha provveduto a vendere tutte le obbligazioni inflation-linked che aveva in previsione nel giro di appena dieci giorni: in effetti, tutti quei risparmiatori e clienti che hanno avvertito con maggiore nettezza il timore per l’aumento dei costi della vita hanno fornito all’istituto di credito britannico depositi per ben sessanta milioni di sterline, una cifra davvero importante di questi tempi. In effetti, questo ammontare relativo alla domanda ha superato di gran lunga i cinquanta milioni di sterline che erano stati quotati di recente in relazione al titolo obbligazionario di tipo corporate che è collegato alla crescita di uno specifico indice, il Retail Prices Index (conosciuto anche con l’acronimo Rpi).