I rischi crescenti degli eurobond africani

Le nazioni africane che stanno pianificando la vendita di un importo record di eurobond nei prossimi due anni rischiano di sopportare maggiori oneri: in effetti, la crisi del debito europeo sta ulteriormente peggiorando, mettendo a repentaglio la stabilità economica, così come è emerso dall’ultima indagine condotta dalla African Development Bank. In particolare, c’è da sottolineare come Rwanda, Tanzania e Uganda, i tre produttori petroliferi nuovi di zecca del “continente nero”, metteranno a disposizione oltre ottocento milioni di dollari in eurobond da qui al 2014: non si tratta di un dato qualsiasi, bensì della prima volta in assoluto che delle nazioni dell’Africa orientale si avvicinano ai mercati esteri del debito. A che cosa puntano esattamente questi paesi?

Per Sandag 300 milioni di dollari in nuove obbligazioni

L’acronimo Sandag sta a indicare la San Diego Association of Governments, vale a dire l’associazione dei governi locali, una sorta di organizzazione metropolitana della contea: ebbene, questo stesso ente ha lanciato titoli obbligazionari per un importo totale di trecento milioni di dollari, denaro che dovrà essere sfruttato per progetti relativi ai trasporti e alle infrastrutture. Come è stato sottolineato dai vertici societari, si tratta di una sorta di “testamento” economico che vuole mettere in luce la forza fiscale di questo preciso momento storico, cercando al contempo di venire incontro alle esigenze degli investitori.

Il sostegno dei covered bond alle energie rinnovabili

I covered bond potrebbero essere la soluzione ideale per finanziare tutti quei progetti che hanno a che fare con la salvaguardia del clima, inclusi quindi quelli che riguardano le energie rinnovabili: la constatazione è stata fatta dalla Climate Bonds Initiative, una iniziativa senza scopo di lucro che tenta proprio di promuovere l’economia verde. Secondo l’associazione, infatti, un mercato delle fonti alternative che possa basarsi su tali strumenti finanziari potrebbe essere reso maggiormente attivo e funzionante grazie al contributo e alle garanzie di alcune agenzie, in primis la Banca Europea per gli Investimenti (meglio conosciuta con l’acronimo Bei).

Lo Yemen punta sui bond per i progetti infrastrutturali

Lo Yemen, nazione asiatica di cui si sente spesso parlare per la propria povertà e purtroppo per i recentissimi disordini politici, sta pianificando tra mille difficoltà la propria emissione di bond islamici: l’intenzione è quella di finanziare in maniera adeguata i principali progetti del governo di Sana’a, come confermato da Mohamed Awad Bin Humam, governatore della banca centrale. Vi sarà quindi una stretta collaborazione con il ministero locale delle Finanze, in modo da lanciare sul mercato un prodotto importante e soprattutto in tempi rapidi. Gli esecutivi asiatici e mediorientali si stanno rivolgendo con sempre maggiore convinzione agli investitori locali in sukuk, dato che i progetti infrastrutturali sono divenuti una priorità importante.