Gruppo Trevi annuncia nuovi contratti all’estero

Ammontano a complessivi 130 milioni di euro i nuovi contratti che il Gruppo Trevi s’è aggiudicato all’estero. A darne notizia è stata la società quotata in Borsa a Piazza Affari dopo che la Divisione Fondazioni s’è aggiudicata lavori per un viadotto in Kuwait, per opere di consolidamento del terreno in Venezuela, e per la costruzione negli Stati Uniti, ed in particolare a Washington D.C., delle fondazioni per il nuovo Marriot Hotel. Complessivamente questi contratti hanno un controvalore pari ad 80 milioni di euro, mentre altri ordini, per complessivi 53 milioni di euro, sono stati acquisiti, attraverso le società Drillmec Inc e Drillmec SpA, dalla Divisione Metalmeccanica; la realizzazione dei lavori è per le Americhe e per la Bielorussia dove verrà consegnato un impianto petrolifero completo meccanico la cui realizzazione sarà effettuata a Piacenza, presso gli stabilimenti di Podenzano.

Raiffeisen si sofferma sugli emergenti: focus su India, Turchia e Cechia

È diventata quasi un’abitudine soffermarsi, a livello di investimenti finanziari, sulle principali economie emergenti del panorama internazionale, un attestato di fiducia importante, visto che esse vengono ritenute da numerosi analisti come la principale ancora di salvataggio per affrontare la crisi: l’ultima analisi di questo tipo giunge direttamente da Raiffeisen, gruppo bancario tedesco spesso alle prese con indagini simili, il quale ha messo in luce gli interessanti trend di crescita delle economie dell’Europa centro-orientale, in particolare in nazioni come la Polonia e la Repubblica Ceca. Ma il riferimento va anche al di là di questa specifica zona, contemplando persino la Turchia, paese che gode di ottima salute attualmente, e l’India. Cerchiamo di approfondire le situazioni che vivono Repubblica Ceca, India e Turchia per comprendere il modo con cui si possono sfruttare momenti così positivi.

Ungheria ed Europa dell’est: quanto sono sicuri i titoli di Stato?

easternEuropeLa crisi economica che per il momento ha soltanto sfiorato l’Ungheria dovrebbe rappresentare il pretesto per comprendere quanto siano gravi attualmente le emergenze rappresentate dai debiti pubblici e privati a livello internazionale: gli Stati Uniti sono ovviamente la nazione più significativa in questo senso, se si pensa che quasi la metà delle obbligazioni governative che sono state finora emesse nel corso del 2010 sono a stelle e strisce, uno scenario che deve essere ricollegato alle difficoltà vissute dagli stati dell’Europa dell’est. La tendenza al default di gran parte di questa area era evidente già nel 2009, visto che erano stati stimati in tempi non sospetti 1.700 miliardi di dollari di debiti all’estero, un serio problema per quel che concerne i principali istituti di credito dell’Unione Europea.