Corte d’Appello sospende multe alla Banca Popolare di Bari

Corte d'Appello sospende multe alla Banca Popolare di Bari

“Sanzioni sospese”, così ha deciso la Corte d’Appello di Bari nei confronti delle sanzioni comminate alla Banca Popolare di Bari dalla Consob.

La Corte d’appello ha infatti “disposto la sospensiva del provvedimento” con il quale Consob, nei giorni scorsi, ha multato i vertici della Popolare di Bari e l’istituto stesso, in qualità di responsabile amministrativo, per un totale di 1,95 milioni di euro.

La Corte d’Appello ha accolto, inaudita altra parte, l’impugnazione dell’istituto. Nelle prossime settimane il procedimento andrà avanti con la comparizione delle parti.

Banca Popolare di Bari aveva impugnato le sanzioni stabilite dalla Consob dopo aver riscontrato, a suo dire, “delle violazioni da parte dell’istituto creditizio nei periodi tra il 2014-16”.

I provvedimenti sanzionatori erano stati approvati dalla Commissione nazionale per le società e la Borsa il 13 settembre e i dettagli delle due delibere erano state rese note nelle scorse settimane dalla stampa.

Ai due provvedimenti Banca Popolare di Bari aveva risposto con una serie di precisazioni e respingendo le contestazioni avanzate dalla Consob.

Per la Popolare di Bari la decisione della Consob, oltre a “non apparire fondata nel merito”, riguarda “in massima parte aspetti procedurali già oggetto di precedenti, approfondite ispezioni, in particolare quella avvenuta nel 2013”.

La Banca sostiene di aver “costantemente operato nel pieno rispetto delle normative vigenti, con una costante e fattiva interlocuzione con il Regolatore”.

Nelle memorie difensive inviate a Consob ha evidenziato anche che “gli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.

La Banca, oltre a ritenere di “non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza”, ritiene di aver subito “un provvedimento sanzionatorio a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo”.

Adesso sembra che la sospensione delle multe da parte della Corte d’Appello abbia dato ragione alla Banca Popolare di Bari.

Banca Popolare di Bari: con Break nuova proposta per sospendere il mutuo

Cercare serenità e trovarla con uno schiocco di dita: è esattamente quello che permette di fare Mutuo Break, la nuova soluzione che è stata proposta da Banca Popolare di Bari. Uno strumento che guarda in modo diverso al futuro, dato che si tratta di un mutuo che si può sospendere fino a tre volte, dicendo finalmente stop all’ansia che non vi far dormire la notte, pensando incessantemente a come raggiungere i propri sogni.

Break è un ottimo mutuo ipotecario sviluppato appositamente per i privati. Consente di bloccare il pagamento della quota capitale della rata per ben tre volte in tutta la durata per cui è stato stipulato. Per quanto? Fino ad un tetto massimo di 12 mesi consecutiva per ciascuna singola opzione. Uno strumento perfetto per contrastare senza eccessive preoccupazioni e finalmente con maggiore serenità tutte quelle spese improvvise che possono guastare la quotidianità.

La campagna pubblicitaria che è stata sviluppata e mandata on air da parte del gruppo di comunicazione Hdrà rende perfettamente l’idea del motivo per cui è stato creato Mutuo Break. Un mutuo ipotecario che consente di guardare al futuro con un approccio totalmente diverso rispetto al solito, lasciandosi alle spalle ansie e preoccupazioni.

Paolo è il protagonista dello spot pubblicitario: si tratta di un ragazzo giovane, sempre coraggioso, ottimista e ambizioso che ha fiducia nel futuro ed è alla ricerca degli strumenti migliori per poterlo costruire con grande serenità. Di conseguenza, nel momento in cui Paolo sceglie di comprare un’abitazione tutta per sé, opta per l’unico mutuo che si adatta alle proprie esigenze.

Banca Popolare di Bari ha deciso di mettere a disposizione uno strumento perfetto per tutti coloro che hanno la necessità di affrontare delle spese improvvise relativamente alla propria famiglia. Oppure è un’ottima soluzione anche per chi è alla ricerca di flessibilità in relazione al proprio piano d’ammortamento.

Chi non risica non rosica, o di come gestire il rischio

Non esiste al mondo una situazione in cui sia possibile ottenere un guadagno a rischio completamente nullo. Nel caso in cui questa possibilità si verifichi, ed è il caso del cosiddetto arbitraggio, questa dura poco e ognuno cerca di sfruttarla, rendendo l’arbitraggio semplicemente non possibile nel lungo periodo. In questa situazione ideale, la gestione del rischio è pressoché inutile e, ad essere onesti, per quanto riguarda il breve e brevissimo periodo, quanto detto per il lungo periodo non è sempre vero.

Per chi non lo conoscesse, l’arbitraggio consiste nell’ottenere un guadagno senza sostenere rischi, come spiegato da Treccani.

Dove trovare opportunità di arbitraggio?

Le opportunità di arbitraggio sono estremamente difficili da trovare. Immaginiamo di vedere una banconota a terra. In questo caso, l’opportunità di arbitraggio consiste nella conoscenza di qualcosa che gli altri non sanno, ossia, nell’essere gli unici ad averla vista. Quanto dura questa opportunità? Molto poco perché appena una persona acquisisce la stessa informazione la sfrutta per il proprio guadagno, ossia raccoglie la banconota, eliminando ogni altra possibilità di arbitraggio per altre persone.

Questo esempio chiarisce come le opportunità di arbitraggio siano estremamente rare, in primis, e estremamente limitate nell’orizzonte temporale.

Secondo Borsa Italiana, le principali occasioni di arbitraggio vengono rilevate nell’utilizzo di strumenti finanziari derivati che in genere seguono gli asset sottostanti. Tuttavia, le situazioni in cui la gestione del rischio è nulla, sono davvero limitate e la discrepanza fra strumenti derivati e titoli sottostanti può durare millisecondi o meno. Decisamente un tempo ridotto per permettere ad un essere umano di agire.

Escludendo queste situazioni eccezionali, in ogni caso in cui si cerchi un guadagno, sia attraverso la borsa, gli strumenti finanziari derivati o il trading online, la gestione del rischio assume un’importanza fondamentale.

Fondamentali della gestione del rischio

La gestione del rischio è una concezione molto astratta poiché varia da tipo di industria, da tipo di rischio e da tipo di utente coinvolto. Nella restante parte di questo articolo ci limiteremo a dare dei consigli sulla gestione del rischio in ambito finanziario per utenti privati.

Chiaramente, questo articolo non vuole essere esaustivo e per una fonte più approfondita sulla gestione del rischio consigliamo di consultare un risk manager o il proprio consulente finanziario.

Rischio e rendimento

La prima nozione fondamentale è che ad un rendimento più elevato viene associato un rischio più elevato. Diffidate da facili opportunità di investimento con rendimenti stratosferici. Generalmente, azioni e CFD hanno un rischio più elevato rispetto alle materie prime e all’oro in particolare.

Rischio e differenziazione

La seconda nozione fondamentale è che la differenziazione, se fatta attentamente permette di distribuire il rischio su più strumenti riducendo il rischio totale. In ogni caso, tuttavia, la differenziazione non elimina il rischio totale. Il rischio non si elimina e ogni strumento finanziario porta con sé un certo livello di rischio. Una gestione del rischio accurata prevede un buon livello di differenziazione dei vostri asset.

Infine, ma prima di tutto

Prima di ogni investimento chiedetevi: Quali sarebbero le conseguenze se perdessi interamente questa somma? Se la conseguenza vi porta al lastrico, non investite. Una gestione del rischio accurata non tenta di eliminare il rischio ma di ridurlo e renderlo più accettabile. Mettere tutte le uova nello stesso paniere non è sempre una buona idea.

 

Psicosi Ilva: ora pure il fiume rosso

L’area in cui si è verificato il fenomeno è completamente impermeabilizzata e circoscritta da appositi cordoli che hanno la funzione di prevenire potenziali sversamenti di materiale residuo che può depositarsi durante le operazioni di carico-scarico. A causa dei fenomeni atmosferici particolarmente intensi che hanno insistito su Taranto negli ultimi giorni, l’acqua si è accumulata in quantità straordinaria. Sono queste le parole giunte da fonti molto vicine all’Ilva di Taranto per rispondere sul merito alle polemiche montate in queste ore intorno ad una foto pubblicata dalla pagina Facebook “Solo a Taranto”. Si tratta dell’immagine di una sorta di fiume color rosso sangue nei pressi dello stabilimento siderurgico. Una foto che ha scatenato una psicosi collettiva simile a quelle dei giorni del “Wind day”, quando il Governatore della Puglia Michele Emiliano aveva pensato bene di condividere su Facebook l’istantanea di un bambino (non di Taranto) con una maschera antigas.
Le stesse fonti hanno voluto ribadire l’impegno dell’azienda nelle attività di aspirazione dell’acqua in esubero, operazione resa logicamente più difficile dalle eccessive precipitazioni che hanno creato difficoltà e disagi in tutta la città di Taranto.Già nel fine settimana, l’azienda si è attivata tempestivamente richiedendo l’intervento di una ditta autorizzata per aspirare l’acqua in eccesso. Nella sola giornata di oggi ne sono state rimosse circa 100 tonnellate. L’attività di rimozione e monitoraggio sta continuando e proseguirà anche nelle prossime ore.
Numeri che danno l’idea delle enormi precipitazioni che si sono abbattute sul capoluogo di provincia pugliese: cento tonnellate di acqua aspirate e rimosse non sono bastate ad evitare allagamenti e proliferare di pozzanghere nella zona.
Un lavoro che sarà completato nelle prossime ore. Intanto, nei giorni scorsi è arrivato il via libera dal Ministero dello Sviluppo Economico per l’avvio dei lavori di copertura dei parchi minerari dell’Ilva di Taranto, chiesti a gran voce dai tarantini, finalmente ascoltati dopo anni anche grazie all’impegno della nuova proprietà dell’acciaieria.

Sentenza record: ex banchieri di Tercas devono 368 milioni di euro alla Popolare di Bari

Una sentenza che diventerà un vero e proprio precedente per tutti i vari crac di banche che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni. L’azione di responsabilità che era stata avviata da parte di Banca Popolare di Bari nei confronti dei due ex amministratori della Cassa di Risparmio di Teramo è andata a buon fine. Perlomeno in primo grado, infatti, Antonio di Matteo e Claudio di Gennaro sono stati condannati ad un risarcimento a dir poco importante e che sicuramente farà giurisprudenza.

I due ex amministratori di Tercas, infatti, dovranno versare la bellezza di 368 milioni di euro (in due) alla Popolare di Bari. 192 milioni di euro circa per Di Matteo e altri 172 per Di Gennaro. È stato il Tribunale dell’Aquila ad emettere una sentenza davvero molto importante. Non si tratta solamente di cifre veramente ragguardevoli, infatti, ma anche della prima vera e propria causa civile che è stata portata avanti nei confronti di ex banchieri e che è nata da un’azione di responsabilità.

I giudici del Tribunale dell’Aquila, quindi, hanno dato ragione alle richieste dell’istituto pugliese, che nel 2013 decise di rilevare la Cassa di Risparmio di Teramo, che in quel periodo stava affrontando una crisi nerissima e che era commissariata da Bankitalia. Una scelta che ha portato a conseguenze molto pesanti sul bilancio della Popolare di Bari, che non ci ha pensato due volte ad intavolare un’azione di responsabilità nei confronti di Di Gennaro e Di Matteo.
Al primo, vice presidente di Tercas dal 1998 fino al 2010 sono state riconosciute molteplici irregolarità, così come per Di Matteo, che ha ricoperto il ruolo di direttore generale dal 2005 al 2011. Al primo sono state riconosciute numerose irregolarità cica operazioni su azioni proprie e perdite su credito. Nello specifico, emerge con forza una totale negligenza nella concessione di alcuni fidi a gruppi come Isoldi, De Gennaro e Di Mario.

A Milano sta spopolando il crowdfunding? Ecco come funziona la nuova piattaforma Housers

Investire nel mattone con soli 50 euro in tasca? Al giorno d’oggi il web ha rivoluzionato tanti aspetti della nostra vita e il nuovo fenomeno del crowdfunding immobiliare lo potrà fare ancora di più. In un settore che respira per la prima volta dopo tanto tempo un vento di timida ripresa, ecco che questa nuova soluzione potrebbe rappresentare un ottimo aiuto per spiccare definitivamente il volo. Anche perché Housers, questo il nome della piattaforma lanciata in Italia, ha già ottenuto un grande successo sin dal 2015.

In realtà, il lending crowdfunding è un sistema di investimento nel settore immobiliare che è già conosciuto da molti anni negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove ci sono oltre 100 portali sul web che offrono tale servizio agli utenti. In Italia, chiaramente, è arrivato da poco con Housers e, di conseguenza, bisogna ancora capire bene come funzioni. Eppure, il principio che sta alla base di questa società è davvero molto semplice ed è legato al finanziamento collettivo. I tre elementi fondamentali del progetto sono la semplicità, la partecipazione e la trasparenza.

In sostanza, Housers mette in vetrina online degli immobili e gli utenti scelgono su quale asset investire. Questi ultimi si devono prima di tutto registrare alla piattaforma online. L’immobile, che viene prima messo a reddito e poi rivenduto in seguito alla riqualificazione, offre agli utenti la possibilità di ricavare un doppio ritorno rispetto al capitale che è stato investito. Se da un lato c’è il rendimento che è correlato alle rendite dell’affitto (intorno al 3,80% annuo), c’è anche quello che si riferisce alla rivendita in seguito alla rivalutazione dell’immobile.

Solo appartamenti in Italia? No, sulla piattaforma c’è la possibilità di investire sia su asset nostrani che su immobili che si trovano nelle principali città spagnole, come Madrid o Barcellona. Circa il 60% degli utenti ha preferito investire all’estero e il vantaggio di affidarsi ad una piattaforma del genere è legato anche al capitale minimo da investire. E a breve, come sostenuto dal CEO di Housers Italia Giovanni Buono, ci sarà la possibilità di investire anche in Portogallo.

Inchiesta Araba Fenice: Ilva si difende e confida nell’operato della Magistratura

I passi in avanti nelle indagini preliminari svolte dalla Procura di Lecce ha portato all’iscrizione di ben 31 persone nel registro degli indagati in merito alla questione di una presunta gestione non autorizzata e non conforme alla legge nello smaltimento dei rifiuti. I tre soggetti su cui si sta indagando sono Ilva, Enel e Cementir di Taranto. Nello specifico, l’inchiesta “Araba fenice” ha messo nel mirino la vendita di un loppa d’altoforno da parte di Ilva a Cementir Italia e la vendita di ceneri di carbone dalla centrale Enel di Brindisi.

Una situazione molto rischiosa quella di Enel, che sembra fosse al corrente di come le ceneri vendute venissero classificate come rifiuto semplice, quando al contrario in realtà, proprio per via delle sostanze utilizzate nella loro generazione, si dovevano assolutamente considerare come pericolose. Tutto nasce da un sequestro penale portato a termine nel 2012 relativo a due specifiche aree dello stabilimento Cementir di Taranto. Gli accertamenti, portati avanti dalla Procura grazie ad una perizia tecnica e varie analisi chimiche, hanno evidenziato come la loppa d’altoforno che è stata venduta da Ilva a Cementir non rispettava le leggi comunitarie. Il motivo? C’erano degli scarti o vari rifiuti eterogenei che andavano ad influenzare notevolmente la capacità di impiego della loppa nel processo di produzione del cemento.

Una conclusione che ovviamente non corrisponde alla posizione di Ilva che, tramite un comunicato diffuso dai tre commissari straordinari della società, ha già fatto sapere di essere pronta a collaborare fin da subito con la Procura di Lecce proprio per dimostrare la propria totale innocenza in merito alla questione nata dalle indagini. Ben più grave, invece, la posizione di Enel di Brindisi, visto che diverse intercettazioni telefoniche hanno fatto emergere come le figure dirigenziali societarie erano perfettamente a conoscenza di come le ceneri di carbone vendute a Cementir in realtà contenessero sostanze pericolose.

Banche italiane e il futuro incerto

bancheNegli ultimi anni è stato detto molto sulle banche italiane. Le protagoniste sono state le banche insolventi come Monte dei Paschi di Siena, banca Popolare di Vicenza, Banca Etruria o Banca Marche per citare alcuni nomi. Si è chiarito il ruolo poco lungimirante di Banca d’Italia che non è stata in grado di controllare gli istituti menzionati e si è visto come l’effetto dell’introduzione di più stringenti regolamenti da parte della Banca Centrale Europea abbia portato allo scoperto situazioni poco gradevoli.

A questo punto c’è da chiedersi se ci sia ancora speranza nelle banche più consolidate come Unicredit e Intesa Sanpaolo. Sono ancora banche sicure per i loro clienti e per gli investitori? Costituiscono un buon asset in un portafoglio di investimenti azionari?

La situazione interna

Recentemente, sia Unicredit che Intesa Sanpaolo hanno annunciato una serie di esuberi nell’ordine delle migliaia. Osservando il fenomeno con un occhio più accorto, si notano delle differenze abissali alla base degli esuberi.

Unicredit dichiara di essere la banca con più filiali sul territorio. Ancorché questo possa essere positivo per alcuni clienti, l’istituto bancario si sta scontrando con le abitudini dei Millennial, ossia coloro nati tra il 1981 e il 2005. Secondo diverse ricerche, il 94% usa l’internet banking e non necessita di una filiale. L’effetto su una banca con molte filiali sembrano essere chiare e i recenti esuberi, circa 4000, sembrano muoversi in quella direzione. Tuttavia, il titolo sembra performare bene, come si può vedere dal seguente grafico tratto da Bloomberg.

Fonte: Bloomberg

Per quanto riguarda Intesa Sanpaolo, gli esuberi risultano ammontare a circa 4000. Tuttavia, non si deve dimenticare che l’istituto guidato da Messina deve integrare le due ex-popolari recentemente acquisite, pertanto l’operazione non dovrebbe destare troppi sospetti se vista in un’ottica di efficientamento. Proprio quest’ottica dovrebbe portare a pensare ad un outlook positivo. Osservando il valore dell’andamento azionario si vede un certo trend positivo da gennaio, anche se è innegabile notare una certa variabilità.

L’investimento azionario

In entrambe le banche, la situazione interna è instabile e questo porta ad una variabilità del titolo sui mercati azionari. In questo scenario, l’investimento azionario nei titoli bancari dei due istituti presenta un rischio legato alla forte volatilità di entrambi i titoli nell’arco dell’anno.

Questa volatilità potrebbe essere sfruttata nell’ambito di un investimento azionario nel breve termine, come ad esempio attraverso piattaforme di trading. È altrettanto certo che entrambi i titoli sembrano mostrare un certo trend nel lungo periodo e questo potrebbe essere un secondo tipo di investimento, legato ad un lasso temporale di alcuni mesi o addirittura anni. In questo secondo caso, sono davvero pochi i trader in grado di rimanere freddi durante le correzioni di mercato e puntare al lungo termine.

La situazione esterna

Come se non bastasse una situazione interna volatile, lo scenario macroeconomico sembra giocare una parte sempre più rilevante per l’intero settore bancario. Nonostante i fondamentali dell’economia a livello globale possano sembrare buoni, il rischio politico va intensificandosi in alcune aree geografiche e la tecnologia sta subendo sviluppi esponenziali con lo sviluppo di processi decentralizzati che potrebbero avere un effetto enorme sull’intero settore bancario e in ultima analisi sui titoli azionari e sull’investimento azionario.

Le informazioni pubblicate su questo articolo hanno finalità informativa, e/o pubblicitaria/promozionale e non sono in alcun modo da intendersi né come consulenza, né come sollecitamento all’investimento.

Le attività di trading comportano un alto livello di rischio e non sono adeguate a tutti gli investitori.

Banche Popolari verso le spa, anche Bari ci crede

Dopo quasi un anno di attesa, la decisione della Corte costituzionale sulla riforma delle banche popolari potrebbe arrivare nei primi mesi del 2018. Gli ultimi due istituti di credito a non aver fatto il grande salto a società per azioni sono la Banca Popolare di Bari e quella di Sondrio. Ma all’appuntamento con il nuovo anno arrivano con situazioni diverse: il rilancio sul mercato e un percorso di adeguamento agli obblighi delle spa per il Gruppo barese guidato dal presidente Marco Jacobini, un atteggiamento più conservatore per Sondrio dove è in atto anche un contenzioso fra i soci storici e il fondo d’investimento Amber.

La Popolare di Bari ha dato il via alla cartolarizzazione dei mutui ipotecari residenziali, affidata al partner JP Morgan e ha affidato a Cerved, con un accordo decennale, la gestione delle sofferenze e delle inadempienze probabili. Sul bilancio, pesa ancora l’incorporazione di Tercas, l’ex Cassa di Risparmio di Teramo che era finita in amministrazione controllata. Un esborso di 500 milioni di euro che la Popolare ha dovuto tirare fuori di tasca sua nel 2014, pochi mesi prima del salvataggio statale delle ormai famose Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti.

Fra incertezze legislative e difficoltà dell’intero sistema bancario nazionale, il valore delle azioni di BPB è sceso nel 2016 da 9,53 a 7,50 euro, aumentando per contro la preoccupazione dei circa 70 mila soci. Del resto, proprio le norme sul diritto di recesso emanate dalla Banca d’Italia, in attuazione della riforma di Renzi, erano finite nel mirino del Consiglio di Stato laddove si stabiliva il potere di azzerare tale diritto da parte di Via Nazionale.

Altrettanto privo di base legislativa, sempre secondo il CdS, il divieto di costituire una holding cooperativa attraverso la quale i soci potrebbero continuare ad esercitare il controllo sulla banca trasformata in spa. Una soluzione questa, guardata con particolare favore dalla Popolare di Sondrio e non esclusa dal Gruppo barese.

La Banca Popolare di Bari e gli attacchi di stampa

Sul portale della Banca Popolare di Bari è stato pubblicato un comunicato stampa in cui l’Istituto bancario ha denunciato attacchi di stampa falsi e diffamatori, con contenuti che “trascendono i limiti del legittimo esercizio del diritto di cronaca e della corretta informazione”.

Alla base di questa denuncia c’è un articolo pubblicato ieri sull’inserto economico di Repubblica, Affari e Finanza, considerato diffamatorio per la banca. Il quotidiano ha pubblicato notizie del tutto infondate, prive di fondamento e particolarmente lesive, che hanno provocato un vero e proprio allarmismo tra gli investitori, gli obbligazionisti e i depositanti. Questo ha messo in discussione la solidità della Banca Popolare di Bari, che ha voluto sottolineare anche i riferimenti dell’inserto economico del quotidiano alla vicenda totalmente diversa delle banche venete, con accostamenti inopportuni ed offensivi rivolti alla profonda devozione religiosa di Bari per il suo Santo Patrono. Perchè è avvenuto tutto ciò? C’è qualche manovra politica dietro la vicenda?

La banca non ha perso tempo ed è subito intervenuta a livello giudiziario contro coloro che hanno diffuso notizie prive di qualsiasi fondamento, per richiedere i danni di immagine causati dall’abuso dello strumento informativo, tutelando così tutti i risparmiatori che hanno sempre avuto una grande fiducia nei confronti dell’Istituto.
Questa nota stampa è stata diffusa alla CONSOB per tutte le valutazioni di competenza.

Link alla nota stampa

Fisco, ecco le nuove regole per i controlli sulle società

 

Nuove regole che riguardano sia le verifiche nei confronti delle varie imprese, ma anche tutto l’insieme di operazioni verso l’estero. Il Fisco ha deciso di introdurre alcune importanti novità. Prima di tutto cambiano le regole sui prezzi di trasferimenti, cercando di prendere da esempio le linee guida che sono state tracciate da parte dell’Ocse. Queste ultime, infatti, permettono di attuare in modo istantaneo il principio di libera concorrenza.

Lo scopo è quello di garantire una certezza del diritto più efficace a tutte quelle imprese che intrattengono verso l’estero dei rapporti con altre imprese. Inoltre, vengono introdotti dei paletti applicativi, definendole imprese associate e le operazioni controllate. Inoltre, vengono aumentati anche gli strumenti che consentono di stabilire i prezzi di trasferimento, determinato anche il principio d’uso migliore in base al caso concreto.

Novità molto importanti soprattutto in riferimento ai vari organi dell’amministrazione finanziaria, specialmente quando dovranno provvedere all’esecuzione di adeguate verifiche e accertamenti. Ad ogni modo, in campo politico sono in tanti a pensare che serva una netta e decisa riforma del sistema fiscale e che ormai i termini per effettuarla siano già stati ampiamente superati.

Insomma, pare che l’Italia, per poter giungere finalmente ad un sistema economico quantomeno più equo e che funzioni meglio, necessiti di una complessiva riforma. Il Fisco italiano, effettivamente, è spesso e volentieri costellato da degli inghippi di natura burocratica che ne limitano fortemente l’efficacia, ma anche la snellezza e la rapidità.

Dal Centrodestra, sostenuto anche dall’on. Fabrizio Bertot, arriva un duro attacco al sistema burocratico nostrano, ritenuto una delle più importanti motivazioni per cui lo sviluppo non riesce a partire. E viene rilanciata da più parti l’idea di un codice fiscale familiare. In questo modo, ciascuna famiglia italiana potrebbe essere considerata come un solo soggetto fiscale, a cui devono essere concesse tutta una serie di detrazioni per le varie attività che vengono svolte.

Banca Popolare di Bari, inaugurata la Casa delle bambine e dei bambini

Ancora una lodevole iniziativa benefica portata avanti dalla Banca Popolare di Bari: grazie al sostegno economico dell’Istituto, e a quello del comune del capoluogo pugliese, è stata inaugurata la Casa delle bambine e dei bambini, una struttura che ha come obiettivo quello di aiutare le famiglie bisognose con figli piccoli (fino a cinque anni) a carico. Presenti all’evento di inaugurazione della struttura il condirettore generale di Banca Popolare Gianluca Jacobini, il Presidente, Marco Jacobini, e l’Amministratore Delegato, Giorgio Papa.

Banca Popolare di Bari, solidarietà per gli abitanti del Centro Italia

Tante le iniziative di solidarietà che in queste settimane sono state organizzate per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto. E anche la Banca Popolare di Bari scende in campo con una raccolta utile a fornire beni di prima necessità a coloro che in questi giorni soffrono il freddo nelle sistemazioni di emergenza assegnate dopo il sisma.

Banca Popolare di Bari per Carichieti, slittano i tempi

Più che in corsa siamo in leggera camminata“: con queste parole il presidente di Banca Popolare di Bari, Marco Jacobini, mette a fuoco la situazione che vede protagonista l’istituto bancario pugliese e Carichieti, una delle quattro good bank messe in risoluzione insieme a Carife, Banca Etruria e Banca Marche. L’offerta non binding è stata fatta, adesso c’è da attendere.

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