BCE, Draghi bacchetta il Governo e lascia i tassi invariati

La BCE per bocca del suo presidente Mario Draghi bacchetta il Governo, chiedendo non più parole ma fatti. E nel frattempo conferma, per riuscire a sostenere la crescita dell’Eurozona, il mantenimento degli attuali tassi di interesse almeno fino all’estate del 2019.

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Il punto è uno solo: la Banca Centrale Europea non può finta di non vedere gli effetti che le parole fuori luogo di alcuni esponenti del Governo abbiano causato problematiche importanti, tra le quali figurano la salita dello spread e dei tassi in generale per le famiglie portando un peso maggiore sulle loro spalle. Per il futuro ovviamente Draghi e l’istituto si atterranno alle parole di Giovanni Tria, ministro del Tesoro e del Governo: le regole saranno rispettate. Spiega infatti Mario Draghi:

Negli ultimi mesi le parole sono cambiate molte volte e quello che ora aspettiamo sono i fatti, principalmente la legge di bilancio e la successiva discussione parlamentare. Purtroppo abbiamo visto che le parole hanno fatto alcuni danni, i tassi sono saliti, per le famiglie e le imprese [anche se] tutto ciò non ha contagiato granché altri paesi dell’Eurozona, rimane un episodio principalmente italiano. Il mandato della Bce è la stabilità dei prezzi nel medio termine e il Qe è uno degli strumenti per raggiungere questo obiettivo. Il nostro mandato non è garantire che il deficit dei governi sia finanziato a qualsiasi costo.

Una risposta più che diretta alla richiesta di flessibilità sui conti per sostenere il reddito di cittadinanza e la flat tax in mancanza di risorse. E sui tassi ha spiegato:

Abbiamo deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della Bce. Continuiamo ad aspettarci che si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno nell’orizzonte dell’estate del 2019 e comunque finché servirà per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine.

 

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