Xmtch e i nuovi Etf per il mercato italiano

credit-suisseGli ultimi giorni del 2009 hanno visto il trionfo di un nuovo protagonista del mercato degli Exchange Traded Funds (Etf): si tratta di Xmtch, la piattaforma dell’istituto di credito elvetico Credit Suisse. Il gruppo bancario punta ora a conquistare sempre più le preferenze degli investitori italiani di questi prodotti finanziari, puntando soprattutto su una vasta gamma di offerte e su nuove quotazioni in questi primi mesi del 2010. L’obiettivo di medio-lungo termine dell’emittente è sostanzialmente quello di posizionarsi tra gli operatori dominanti del settore in Europa; non bisogna dimenticare infatti che il mercato italiano degli Etf è uno dei principali a livello continentale, secondo solamente a quello tedesco. Già ad ottobre, Credit Suisse ha provveduto a quotare 17 nuovi Etf armonizzati, i quali hanno raggiunto, come confermato da Enrico Camerini, responsabile per il nostro paese di Xmtch, il quarto posto per numero di quotazioni di Borsa Italiana.


Quali sono le novità che dobbiamo attenderci per questo nuovo anno? La banca elvetica andrà a concentrarsi, in particolare, sui prodotti azionari e sui bond, con una probabile prevalenza per i primi: grande interesse dovrebbe essere dato agli strumenti legati ai singoli paesi dell’area dell’euro. Xmtch offre all’investitore la possibilità di scegliere il segmento di mercato su cui puntare, grazie agli indici large e small cap. Gli Etf di Xmtch presentano dunque delle peculiarità importanti e interessanti rispetto alla maggior parte di prodotti dello stesso tipo che vengono proposti dalle altre società emittenti. Anzitutto, bisogna sottolineare che essi si basano sulla cosiddetta replica fisica dei titoli dell’indice (conosciuta anche con la denominazione anglosassone di “cash-based”), visto che sono in grado di detenere in generale tutti i titoli dell’indice sottostante.

 

Gli Exchange Traded Funds cash-based si differenziano, inoltre, da quelli swap-based, i quali vanno a utilizzare dei contratti di scambio, gli swap appunto, tra il gestore del prodotto e una controparte, in modo da replicare la performance dell’indice sottostante.

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