Titoli di Stato, vietato investire prima della riunione Bce

C’è grande attesa per la riunione della Banca centrale europea che si terrà nella giornata di domani, giovedì 4 dicembre, e che secondo la maggioranza degli operatori potrebbe essere risolutiva per l’avvio del piano di Quantitative Easing.

L’Eurotower, in altri termini, potrebbe dare l’ok per un corposo piano di acquisto di obbligazioni governative così da inoltrare liquidità nel sistema e superare la recessione agevolando l’inflazione.

Nel frattempo, i titoli di Stato sono in stand-by. Operatori e investitori hanno già acquistato Btp, Bond, Bund in grosse quantità e ora attendono solo di ascoltare cosa avrà da dire Mario Draghi. Nel contempo i rendimenti dei decennali rimangono in prossimità dei minimi storici come da copione. Gli esperti fotografano così l’attuale situazione:

I Btp pagano il 2,014%, per uno spread stabile a 128 pb. I Bonos rendono l’1,859%, con differenziale sulla Germania di 113 pb. Il Bund a 10 anni è allo 0,73%. Bene anche i rendimenti degli altri paesi non core, ad eccezione della Grecia che per i titoli di stato a dieci anni offre un rendimento intorno al 8, 4%. I mercati obbligazionari restano dominati dalle attese per eventuali interventi della Bce, affermano gli analisti di Intesa Sanpaolo. I tassi di riferimento rimarranno invariati, ma ci si aspetta che Draghi comunichi le tempistiche del quantitative easing per il 2015. Diversamente la reazione dei mercati sarebbe fortemente negativa avendo la Banca Centrale Europea rinviato comunicazioni a riguardo di fronte al deterioramento dell’economia con prospettive recessive. Anche per Jean-Francois Perrin, fixed-income strategist di Credit Agricole, la pressione resta massima sulla Bce prima della decisione di giovedì. E’ opportuno ricordare che le aspettative di inflazione nell’Eurozona sono più fragili che mai.

 

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