Tassi bond giapponesi a 5 anni sui minimi storici

Il Giappone sta vivendo una fase molto importante per il suo futuro economico, in quanto dopo l’avvento di un nuovo governo c’è stato anche il cambio al vertice alla Bank of Japan. Il paese del Sol Levante vuole uscire dalla morsa della deflazione e tornare a crescere su livelli più alti rispetto agli ultimi anni. La strategia di politica economica del nuovo esecutivo targato Shinzo Abe è soprattutto basata sugli stimoli monetari all’economia con massicce iniezioni di liquidità. Intanto, il nuovo governatore della BoJ, Haruiko Kuroda, ha alzato il target di inflazione al 2%.

In precedenza l’obiettivo di inflazione era all’1%. Kuroda succederà a Masaaki Shirakawa, che darà le dimissioni il 19 marzo. Kuroda ha dichiarato che l’obiettivo di inflazione potrebbe essere raggiunto nel giro di un paio d’anni, attuando una politica monetaria più aggressiva rispetto ai mesi scorsi. L’effetto-Kuroda si è fatto sentire sul mercato obbligazionario giapponese, dove il tasso sui bond pubblici a 5 anni è sceso ai minimi storici.

Kuroda ha fatto sapere di non vedere alcun motivo valido per limitare ai bond triennali gli acquisti addizionali della BoJ. Secondo Kuroda il target sull’inflazione non potrà essere raggiunto se non ci saranno massicci acquisti di bond a lunga scadenza. Inoltre, il piano di acquisto degli asset da 13mila miliardi di yen, avanzato qualche settimana fa, potrebbe essere anticipato rispetto alla data del primo gennaio 2014. Le dichiarazioni di Kuroda hanno spinto i rendimenti dei JGB a 5 anni allo 0,095%, ovvero un tasso più basso di quanto la BoJ offre alle banche sul deposito delle loro riserve in eccesso.

Il tasso dei JGB a 10 anni è sceso allo 0,62%, mentre quello a 20 anni all’1,49%, entrambi ai minimi dal 2003. Il tasso sul JGB a 30 anni è invece sceso sui minimi da due anni e mezzo all’1,675%. Si tratta di livelli clamorosamente bassi da far invidia ai paesi europei, considerando anche che il paese del Sol Levante ha il rapporto debito/pil più alto del mondo e un deficit stimato al 10% del pil nel 2012. Intanto, l’agenzia di rating cinese Dagong ha tagliato il giudizio sul merito di credito del Giappone ad A+ con outlook negativo. La stessa agenzia di rating valuta la Cina con un rating AAA e gli Stati Uniti con una modesta A.

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