Investimenti in Russia: cosa succederà con le nuove sanzioni

russiaArrivano nuove sanzioni occidentali contro la Russia, e stavolta coinvolgeranno anche i proprietari di azienda e gli ufficiali governativi.

La crisi siriana ha poi inasprito le sanzioni, nel senso che anche volendole ignorare, ora non si può. Se prima le sanzioni puntavano alla proibizione di acquisto titoli agli investitori statunitensi, oggi la proibizione riguarda il possesso di qualsiasi titolo russo.

Chi le ha, dovrà venderle, provocando un segno negativo al mercato russo, che è già arrivato a -8% per le azioni, e a -10% per le obbligazioni.

La situazione

Non siamo ancora alla debacle, visto che il mercato russo era già sovradimensionato, ma certamente le vendite forzate non gioveranno alla Russia. Il paese comunque sta vivendo un periodo di crescita economica, che bilancia le sanzioni occidentali.

Inoltre l’aumento del prezzo del petrolio favorisce la Russia, così come la crescita delle riserve in valuta estera (ora a 458 miliardi di dollari). Anche la bilancia dei pagamenti del paese è piuttosto in salute.

Per quel che riguarda le obbligazioni, questo sono per il 67% in mano al mercato domestico, mentre solo il 33% è detenuto da agenti stranieri.
Questo darà senza dubbio una mano alla Russia per le nuove sanzioni. Il suggerimento è comunque quello della cautela.

Ora siamo in attesa di una nuova riduzione dei tassi sul rublo, che è crollato due settimane fa. L’inflazione in Russia è ancora e comunque molto bassa.

La crisi Ucraina spinge i capitali russi in Europa

Gli investitori mondiali continuano ad andare via dalla Russia e, a dirlo, come scrive Ambrose Evans-Pritchard in un editoriale pubblicato sul Telegraph, è la stessa Bce.

L’Eurotower ha avvisato che la fuga di capitali dalla Russia dal principio della crisi ucraina potrebbe essere molto più alta di quanto stimato dal Cremlino, a riprova di come le sanzioni e la paura di vedere messe in futuro misure ancora più restrittive stiano danneggiando gravemente l’economia russa.

Conti correnti a zero spese, è boom di offerte. Ecco le migliori

“Stiamo assistendo a flussi in uscita molto significativi (dalla Russia), che sono stati stimati nell’ordine di 160 miliardi di euro”, ha detto Mario Draghi, senza precisare la fonte dei numeri. È  l’equivalente di $222 miliardi, contro isoli  $51 miliardi resi noti dal ministro delle finanze russo. Il dato è riferito al primo trimestre ed è destinato ad aumentare, dal momento che nelle ultime settimane pochi progressi sono stati fatti sul fronte Russia-Ucraina. Draghi ha anche sottolineato che la fuga di capitali è stata uno dei motivi che ha fatto salire il rapporto di cambio euro/rublo, motivo che ha complicato ancor di più la politica monetaria della Bce.

“I numeri resi noti da Draghi sono un ammontare enorme e se sono corretti indicano che la Russia è nei guai molto più di quanto si pensi – ha commentato al Telegraph Tim Ash, di Standard Bank – Si tratta della stessa intensità di flussi in uscita a cui abbiamo assistito alla fine del 2008 dopo la crisi di Lehman”.

La situazione è così grave che Chris Weafer, di Macro Advisory a Mosca, ha evidenziato che il danno finanziario sofferto da Mosca nelle ultime settimane può essere stato tale da spingere il Putin a attenuare le pressioni sull’Ucraina.

 

East Capital consiglia di investire nei Balcani

Quest’anno la maggior parte dei gestori di fondi di investimento punta deciso sulle borse, allo scopo di spuntare rendimenti “reali” accettabili in un contesto di financial repression con tassi reali negativi. Quindi, via i bond e largo alle azioni. Da un punto di vista geografico, l’equity europeo piace perché sottovalutato ma risente ancora della fragilità dell’economia; Wall Street ha molte chance per battere i massimi assoluti toccati nel 2007; Cina e Giappone sono idee che stuzzicano la fantasia di molti, ma non quanto i mercati emergenti.

Investimento South Stream al via

Ha preso ufficialmente il via il progetto South Stream, il maxi gasdotto desiderato dalla Russia, la cui costruzione inizierà nel 2014 per trasportare il gas a un livello pari a 2.250 metri sotto il livello del mare. Sebbene sia ancora da completare l’elenco dei permessi tecnici e ambientali dovuti dai Paesi coinvolti, e siano altresì da definire le gare d’appalto per la fornitura dei segmenti di tubo, i primi passi in avanti verso la concreta generazione di questo appalto monumentale sono già stati compiuti.

Investire sulla Russia con il nuovo fondo di East Capital

East Capital è la società di gestione indipendente che ha sin da subito focalizzato la sua attenzione sugli investimenti dell’Europa dell’Est: non è un caso quindi che l’ultimo fondo lanciato dalla compagnia svedese sia come al solito alternativo e incentrato sull’economia della Russia. Nello specifico, si tratta dell’East Capital Russia Domestic Growth, la cui denominazione fa già intendere con cosa si avrà a che fare. Nello specifico, tale strumento punta a sfruttare al massimo le possibilità di crescita della nazione, visto che si sta parlando di uno dei principali mercati emergenti, nonché di uno dei cardini del celebre gruppo Bric.

Gli investimenti immobiliari nel 2012

L’investimento immobiliare è ben diverso dalle altre transazioni, sia per le caratteristiche legali che quelle di mercato: la classica “toccata e fuga” che contraddistingue i titoli azionari, ad esempio, non esiste, anzi l’investimento viene valutato su un arco temporale molto lungo, in genere non inferiore ai dieci anni. La casa, d’altronde, è stata e sarà anche nel 2012 un bene rifugio a tutti gli effetti, un modo importante per proteggere il valore reale del capitale dall’inflazione. Ma al di là dei confini nazionali, dove si può guardare con maggiore fiducia? Senza dubbio, vi sono due mete che possono essere consigliate come appetibili in questi nuovi dodici mesi, vale a dire Miami e la Russia in generale.

Astaldi: maxi-commessa in Russia

Nuova commessa corposa in casa Astaldi. Nella giornata di ieri, venerdì 10 giugno 2011, infatti, la società quotata in Borsa a Piazza Affari, e specializzata nelle grandi opere di ingegneria, ha annunciato d’essersi aggiudicata in Russia un contratto avente un controvalore complessivo pari a 700 milioni di euro. Trattasi, nello specifico, dell’acquisizione dei lavori per andare a realizzare, a San Pietroburgo, il nuovo terminal internazionale dell’aeroporto. La commessa, per la quale Astaldi è in quota al 50%, è stata acquisita attraverso la joint venture con la IC Ictas, società di costruzioni turca, e per iniziativa del committente NCG, Northern Capital Gateway, che è un consorzio internazionale al quale partecipano Copelouzos Group, VTB Capital e Frankfurt Airport Group, operatore leader a livello internazionale nella gestione aeroportuale.

Bond governativi: pessime vendite per Russia e Polonia

Russia e Polonia sono state capaci di raggiungere meno del 50% degli obiettivi che si erano prefissate in relazione ai loro bond governativi: le ragioni di un simile insuccesso sono evidenti, si va dal terremoto e dalla conseguente crisi nucleare del Giappone fino alle crescenti violenze che stanno dilaniando il Bahrain, senza dimenticare le terribili ore finanziarie che sta vivendo il Portogallo, tutti elementi che hanno allontanato un gran numero di investitori. Entrando maggiormente nel dettaglio, la Russia è riuscita a vendere 10,2 miliardi di rubli (356 milioni di dollari) in titoli obbligazionari (da queste parti si chiamano Obligatsyi Federal’novo Zaima, i prestiti obbligazionari federali) che giungeranno a scadenza nel 2016, dopo aver puntato però a una cifra ben superiore, trenta miliardi di rubli.

Bond federali: la Russia offrirà il rendimento più alto da luglio

L’ultima offerta finanziaria della Russia potrebbe apparire più che appetibile agli occhi di moltissimi investitori: i rendimenti che sono stati messi a disposizione dai bond federali, infatti, hanno raggiunto il loro punto massimo, come non accadeva da almeno due mesi, a causa, in particolare, dell’attuale tasso di inflazione. Alexei Koudrine, ministro russo delle Finanze, dovrebbe emettere a breve circa 35 miliardi di rubli (1,1 miliardi di dollari) in obbligazioni di questo tipo, le cosiddette Ofz (sigla che sta a indicare le Obligatsyi Federal’nogo Zaima): la scadenza sarà quinquennale (luglio 2015), con un prezzo iniziale superiore del 7,3% rispetto a quello attuale. Tra l’altro, il vasto stato europeo non è riuscita a vendere proprio gran parte di questi strumenti finanziari negli ultimi tre anni: attualmente, siamo già a conoscenza del fatto che Citigroup non provvederà ad acquistare alcun bond federale che giunga a maturazione dopo il 2013, a causa soprattutto degli alti costi dei prestiti.

Buzzi Unicem: risultati secondo semestre 2010 attesi in diminuzione

Nel secondo semestre dell’anno in corso Buzzi Unicem stima qualche segnale di ripresa ma i risultati sono comunque attesi in diminuzione. Questo è quanto si legge in una nota ufficiale della società in concomitanza con l’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem, della relazione finanziaria semestrale al 30 giugno del 2010, caratterizzata in particolare da un margine operativo lordo che si è attestato a 189 milioni di euro, in calo rispetto ai 249 milioni di euro conseguiti nello stesso periodo dello scorso anno. Pollice verso anche per il fatturato che nei primi sei mesi di quest’anno si è attestato in calo a 1,22 miliardi di euro rispetto ai 1,34 miliardi di euro al 30 giugno del 2009. Buzzi Unicem, in particolare, ha rilevato un recupero nel secondo trimestre di quest’anno a fronte comunque di volumi di vendita che al 30 giugno 2010 sono risultati essere inferiori rispetto a quelli della stessa data dello scorso anno. A pesare sull’andamento del business in questo momento, tra l’altro, sono i prezzi di vendita caratterizzati da un debolezza generalizzata in Paesi come l’Italia e la Russia.

Maire Tecnimont si espande in Russia

Maire TecnimontLa società Maire Tecnimont S.p.A. ha reso noto che, attraverso la Tecnimont S.p.A., la sua principale società a livello operativo, ha siglato nel settore delle poliolefine un nuovo contratto in Russia con il cliente C.S. Construction Solutions per la società Novy Urengoy Gas Chemical Complex. Il contratto, che ha un controvalore pari a circa 100 milioni di euro, prevede il completamento dei lavori entro la fine del 2012, e riguarda la fornitura di materiali, attrezzature, ma anche assistenza in loco e servizi associati di procurement che, in accordo con quanto reso noto da Maire Tecnimont S.p.A. con un comunicato ufficiale, riguardano un impianto di polietilene a bassa densità che ha una capacità pari a 400 mila tonnellate annue, e che si trova nella Siberia occidentale, per la precisione a Novy Urengoy.

Fondi russi in calo: è la prima volta negli ultimi tre mesi

russia-flagC’è stata un po’ di sorpresa in Russia, ma forse il declino dei fondi della vasta nazione dell’Europa orientale doveva essere in qualche modo preventivato; in effetti, si tratta di un ribasso che chiude le trionfali dodici settimane consecutive in cui gli stessi prodotti finanziari avevano fatto registrare flussi di cassa piuttosto positivi e incoraggianti. Che cosa è successo allora per porre in essere un declino di questo tipo? Semplicemente, gli investitori hanno preferito assumere un atteggiamento più cauto e prudente per quel che riguarda i mercati emergenti, alla luce della ormai “celebre” turbolenza economica che ha colpito la Grecia: tra l’altro, i dati negativi in questione sono stati messi in luce da una pubblicazione di ieri da parte dell’Emerging Portfolio Market Research.