Da JP Morgan cinque nuovi ETF per l’Italia

etfJ.P. Morgan Asset Management piazza cinque nuovi ETF europei sul mercato italiano. Su Borsa Italiana ora ci sono tre obbligazionari e due liquid alternative da comprare.
Le obbligazioni arrivano in un momento di incertezza per il mercato azionario, con gli investitori che potrebbero optare per la certezza delle obbligazioni.

Per questo possono contare su tre ETF obbligazionari, due in dollari e uno in euro. Si tratta di un Ultra Short Income in dollari per diversificare gli investimenti con posizioni molto corte. L’obbiettivo è infatti inferiore ai 12 mesi, in particolare su credito corporate e investment grade. Rendimento a 0,40-0,60%.
In dollari anche l’obbligazionario Emerging Markets Sovereign Bond, che punta, come è evidente, i debiti sovrani dei Mercati Emergenti. In euro invece i BetaBuilders EUR Govt Bond da uno a tre anni.
Negli ETF alternativi troviamo due soluzioni sulla falsariga delle strategie fondi hedge però con setting bottom-up. Il primo è il Managed Futures UCITS ETF su grandi asset class con posizioni lunghe e corte sui future e rendimento superiore al 4% sulla liquidità. Il secondo è l’Equity Long-Short UCITS ETF su singoli titoli azionari. Stesso rendimento target del +4% sulla liquidità, stesso obiettivo di rischio (6-8% annuale).

Oro riscatti record sugli Etf deprimono i prezzi

Le quotazioni dell’oro continuano a mostrare segnali di debolezza sui mercati internazionali. Il metallo giallo soffre il crollo della domanda ad uso investimento, scesa sui livelli più bassi degli ultimi cinque anni, l’uscita di molti fondi speculativi e i riscatti record dagli Etf che investono in oro fisico. Sebbene molte banche centrali continuino a comprare oro sulla debolezza, in particolare le istituzioni monetarie asiatiche, l’oro non riesce ad allontanarsi dai minimi dell’anno toccati il 21 febbraio a 1.555 dollari l’oncia. I prezzi quotano sotto 1.600 dollari da inizio mese.

Oro trend rialzista ormai finito secondo Goldman Sachs

E’ un brutto momento per l’oro, che a febbraio ha registrato il più forte calo mensile da maggio 2012 e una delle peggiori sequenze ribassiste dal 1997 a oggi. Anche marzo è cominciato con un leggere calo e con i prezzi che si sono avvicinati ai minimi del 21 febbraio scorso a 1.555 dollari l’oncia, ovvero il livello più basso registrato dalla scorsa estate. Intanto, prosegue il disinvestimento dei grandi hedge funds mentre gli Etf stanno sperimentando riscatti record.

Oro quinto mese consecutivo in calo

Momento difficile per i metalli preziosi, che continuano a mostrare un andamento negativo perdendo così il loro status di “bene rifugio” che li aveva caratterizzati per diverso tempo a partire dallo scoppio della crisi finanziaria del 2008. L’oro ha chiuso in rosso anche il mese di febbraio. Il rosso ha sfiorato il 5% e ha spinto il metallo giallo sotto la quota psicologica di 1.600 dollari l’oncia. Si tratta, però, del quinto mese consecutivo di ribasso, iniziato a ottobre 2012 quando prezzi quotavano poco sotto 1.800 dollari.

I grandi hedge fund escono dall’oro

Importante svolta per il mercato dell’oro, che nella seduta di venerdì 15 febbraio è tornato sotto la soglia dei 1.600 dollari l’oncia scendendo sui livelli più bassi da agosto scorso. Il quadro tecnico del metallo giallo è in costante deterioramento, ma vanno molto male le cose anche da un punto di vista fondamentale. Giovedì scorso il World Gold Council ha comunicato i dati sulla domanda nel 2012: per la prima volta negli ultimi tre anni si è verificato un calo delle richieste di gioielli e preziosi.

Come investire in commodity nel 2013

Quest’anno le commodity hanno sperimentato diverse velocità. La migliore materia prima è stata il granoturco, che ha sfiorato un rialzo del 30%, mentre il petrolio ha fatto decisamente peggio con un ribasso intorno al 13%. L’oro dovrebbe chiudere il 2012 con un rialzo minimo, anche se ancora in territorio positivo per il dodicesimo anno consecutivo. Per il 2013 c’è grande cautela tra gli addetti ai lavori. Secondo molti analisti tutto ruota intorno all’andamento dell’economia cinese, che per molti è in netta ripresa ma per altri ancora a rischio hard landing.

Investire in oro con gli Etf

Gli Etf in oro sono strumenti finanziari ibridi emessi da società create allo scopo di raccogliere capitali e investirli nel metallo prezioso, sia “fisico” che “sintetico” (futures oppure opzioni). Gli Etf che investono sulle materie prime si chiamano Etc, acronimo di Exchange traded commodity. L’obiettivo degli Etc sull’oro è quello di replicare il più fedelmente possibile l’andamento del prezzo dell’oro spot o del future sull’oro. Si tratta di fondi di investimento a gestione passiva, che si differenziano anche dagli altri fondi auriferi per le basse commissioni di gestione.

Investire nel Caffè 2012

Ancora un’altro mercato interessante per questo 2012; visto che parliamo spesso della differenziazione degli investimenti come lotta all’incertezza, proponiamo oggi un altro strumento da includere nella lista dei possibili target per la rotazione di portafoglio del 2012. Il Caffè è uno di quei beni “accessori” che nel tempo hanno sviluppato un mercato stabilissimo, in crescita ed estremamente vasto (si parla di diversi miliardi di euro annui totali).

Dal punto di vista finanziario le Borse si sono adeguate alla vastità dell’economia reale del Caffè proponendo una serie di strumenti finanziari che fanno da tramite tra il chicco vero e proprio e l’investitore che vi vuole investire.

Innanzitutto una premessa; la qualità “arabica” è il punto di riferimento della produzione mondiale e dal punto di vista finanziario è rappresentata dal contratto Coffee Futures scambiato al NYSE sotto il segmento ICE (IntercontinentalExchange); questi è quotato con due decimali ed ha un tick (minimo movimento di prezzo) di 5/100 corrispondenti a 18.75$.

Previsioni prezzo Caffè 2012

Oro: le previsioni su fondi e prezzi per il 2012

Quanto ci si affida realmente all’oro come bene rifugio? I fondi, così come anche gli altri strumenti finanziari, non sembrano molto propensi a legare le loro partecipazioni al prezioso metallo, visto che, come emerge dagli ultimi dati, la percentuale rispetto al totale è pari soltanto allo 0,15% in media: il trend potrebbe però cambiare a breve, visti gli scarsi rendimenti delle alternative e l’andamento disastroso del settore azionario, fin troppo esposto alla volatilità. L’oro, tra l’altro, ha appena conseguito un nuovo record, raggiungendo e superando quota 1.900 dollari. Attualmente, quindi, per un’oncia sono necessari 1.893 valute americane, anche se il livello si è attestato a lungo sui 1.903 dollari. Se queste sono le performance degli ultimi mesi del 2011, cosa bisogna attendersi dal prossimo anno?