Risparmio amministrato e gestito: il punto della situazione in Italia

fondi-risparmioAlla fine dello scorso mese di settembre le banche del nostro Paese detenevano a custodia titoli per ben 1.541 miliardi di euro, con un incremento di 90 miliardi di euro rispetto al dato di fine giugno 2009. A rilevarlo è l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, nel suo “Monthly Outlook” del corrente mese di febbraio, sottolineando tra l’altro come, in materia di risparmio amministrato e gestito, il 45% circa degli oltre 1.500 miliardi di euro rappresenti titoli detenuti dalle famiglie consumatrici. A conti fatti, quindi, anche nell’anno della crisi gli italiani dimostrano di aver conservato la propria propensione, quando possibile, al risparmio; e non a caso un terzo degli oltre 1.500 miliardi di euro, per la precisione il 36%, è rappresentato da titoli di Stato. Una tendenza decisamente opposta è stata invece rilevata dall’Associazione Bancaria Italiana per quel che riguarda le gestioni patrimoniali bancarie che, a fine settembre 2009, in base al corrispondente bollettino statistico di Bankitalia, hanno fatto registrare, con 79,5 miliardi di euro circa, una flessione su base annua che ha sfiorato il 19%.

Per quanto riguarda il risparmio gestito, nel mese scorso per i fondi comuni e le sicav aperte di diritto italiano e di diritto estero c’è stato un lieve calo del patrimonio, passato dai 429 miliardi di euro di dicembre 2009 ai 427,8 miliardi di euro del gennaio 2010; in ogni caso, il dato sul patrimonio detenuto dai Fondi fa registrare una salita tendenziale del 7,6%.

In linea con quanto reso noto da Assogestioni nei giorni scorsi, inoltre, i fondi di diritto estero hanno oramai raggiunto, con una quota del 50% sul totale del patrimonio, quelli di diritto italiano. Ma quel che più interessa, e che identifica le scelte di investimento della maggioranza degli italiani, è la composizione del patrimonio gestito dai Fondi; ebbene, l’Abi fa presente come nei Fondi Obbligazionari la quota del patrimonio sul totale sia pari al 38,5%; a seguire ci sono i Fondi azionari e quelli di liquidità, rispettivamente, con il 20,6% ed il 20%. Con quote di patrimonio più basse ci sono poi i Flessibili, i Bilanciati e gli Hedge.

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