Parmalat, le indiscrezioni sul delisting e il dividendo

Il titolo azionario di Parmalat sta vivendo una situazione davvero particolare: l’ultimo rialzo di ieri è stato davvero prodigioso, addirittura pari a 5,46 punti percentuali, con la quotazione complessiva che si è attestata sugli 1,68 euro e i volumi in costante aumento. In pratica, oltre all’asta di volatilità, bisogna considerare il fatto che si sta parlando in maniera sempre più diffusa della possibilità del delisting, anche se l’azienda di Collecchio ha smentito in diverse occasioni, così come anche l’azionista di maggioranza, la francese Lactalis. Che cosa c’è di vero allora? Tutto sembra essere nato subito che la famiglia Benetton ha lanciato l’offerta pubblica di acquisto (opa) sul gruppo omonimo, il tutto finalizzato appunto all’uscita dal listino titoli.
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Più realisticamente, comunque, bisogna considerare la struttura attuale della società emiliana. Come è stato menzionato in precedenza, Parmalat sta beneficiando di un cambio di proprietà da non moltissimo tempo, con la stessa Lactalis che è ora in grado di controllare una quota pari al 78% del capitale: questo vuol dire che il flottante, vale a dire il numero di azioni che un’azienda quotata è in grado di emettere e che gli investitori possono scambiare sul mercato secondario, è piuttosto basso, di conseguenza il titolo in questione può essere sospinto da qualsiasi tipo di indiscrezione o notizia. Ma non basta.

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Secondo altri trader, infatti, bisogna tenere nella massima considerazione anche il dividendo “jumbo” che sarebbe in arrivo, una certezza che deriva dai dati del terzo trimestre dello scorso anno, periodo in cui la cassa ammontava a 1,4 miliardi di euro. L’attesa degli analisti non è proprio il massimo, si parla di cinque centesimi per quel che concerne il dividendo per ogni singola azione, mentre nel corso del 2010 erano stati distribuiti dividendi per oltre 62 milioni di euro. Le visioni rimangono dunque caute, soprattutto alla luce del rating underperform relativo a Parmalat.

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