Dmail Group: ricavi primo semestre 2010 in moderata flessione

Nei primi sei mesi di quest’anno Dmail Group, società italiana quotata in Borsa a Piazza Affari, e leader nel settore della vendita diretta multicanale, ha conseguito ricavi netti per 56,8 milioni di euro, con un calo del 3% rispetto ai 58,7 milioni di euro che ha fatto registrare la società nello spesso periodo dello scorso anno. Il dato è in particolare emerso dalla relazione finanziaria al 30 giugno 2010 che è stata approvata dal Consiglio di Amministrazione della società a fronte di un risultato operativo negativo nel periodo per 0,1 milioni di euro, mentre il risultato netto segna -1,1 milioni di euro rispetto ai -0,4 milioni di euro registrati nel periodo da gennaio a giugno 2009. Peggiora nei sei mesi anche la posizione finanziaria netta, che passa dai -24,5 milioni di euro alla data del 31 dicembre del 2009, ai -25,3 milioni di euro alla data del 30 giugno del 2010.

Gas Plus: accordo con Eni per acquisizione Padana Energia

Gas Plus, quarto produttore italiano di gas naturale, ha reso noto nella giornata di ieri, sabato 7 agosto 2010, d’aver raggiunto con la società Eni un accordo finalizzato all’acquisizione del 100% del capitale di Padana Energia, azienda controllata interamente dalla società del cane a sei zampe. L’accordo è stato raggiunto sulla base di un corrispettivo fisso pari a 175 milioni di euro, cui va ad aggiungersi un corrispettivo integrativo variabile di massimi 25 milioni di euro in funzione dell’entità delle produzioni di Padana Energia nell’arco dei prossimi cinque anni. Secondo quanto dichiarato dall’Amministratore Delegato di Gas Plus, Davide Usberti, con tale acquisizione la società potrà rafforzare ulteriormente la propria posizione nel nostro Paese per quel che riguarda la produzione di idrocarburi e l’attività di esplorazione. Inoltre, l’accordo con Eni prevede anche che, entro il prossimo 30 settembre 2010, Gas Plus possa esercitare l’opzione per l’acquisto della società Adriatica Idrocarburi SpA, azienda che anche in questo caso è interamente posseduta dalla società del cane a sei zampe.

Citigroup esamina le banche italiane e promuove il titolo Intesa

Citigroup, l’azienda newyorkese che può vantare una indiscussa leadership internazionale a livello di servizi finanziari, ha analizzato con la massima cura e attenzione sei dei più importanti istituti di credito del nostro paese: si è trattato, in pratica, della stesura di un documento davvero interessante, visto che ha consentito di comprendere come comportarsi nei confronti dei titoli finanziari e quali interpretazioni dare alle performance dei gruppi esaminati. Il portafoglio ideale per un investitore dovrebbe comprendere, secondo il giudizio della stessa compagnia statunitense, le azioni di Unicredit, Ubi Banca e Banco Popolare, mentre, al contrario, è consigliata la vendita di Bpm e Monte dei Paschi.

Brasile: domanda obbligazionaria al minimo da oltre sei mesi

Quello attuale non è certamente il momento migliore dei bond brasiliani, i quali sono scesi addirittura al loro livello più basso, in relazione alla domanda degli investitori, da sei mesi a questa parte: il motivo principale per un ribasso così forte deve essere rintracciato sostanzialmente nei rendimenti in dollari, ancora troppo in ritardo rispetto ai profitti degli strumenti corporate. Gli investitori, pertanto, sono in procinto di rivolgere maggiori attenzioni ai titoli azionari, vista la crescente attrazione per le compagnie e le società. I fondi globali hanno investito 429 milioni di dollari in obbligazioni brasiliane e internazionali nel corso del mese di luglio, secondo quanto stimato da EPFR Global; ma c’è anche da sottolineare come i ricavi delle azioni del paese sudamericano siano aumentati del 6,7%, circa un punto e mezzo in più degli stessi bond, un ottimo risultato ottenuto grazie al trend che dura ormai da ben tredici mesi.

Il Venezuela progetta la vendita di tre miliardi di dollari in bond

Il governo del Venezuela ha le idee piuttosto decise per quel concerne gli investimenti finanziari: in effetti, la nazione sudamericana sta progettando la vendita di ben tre miliardi di dollari in obbligazioni destinate al mercato locale. L’operazione dovrebbe avvenire entro la fine della prossima settimana e rappresenta la conseguenza principale del calo dei prezzi dei prestiti. In tal modo, gli investitori saranno perfettamente in grado di acquistare i bond denominati in dollari, i quali beneficiano di una scadenza fissata per il 2022, utilizzando bolivar, la valuta locale. Il rendimento medio è stato pari a 3,18 punti percentuali, secondo quanto rilevato da JPMorgan Chase. Hugo Chavez, presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, aveva comunque già provveduto a operare nello stesso modo circa dieci mesi fa, quando la sua amministrazione si dedicò all’emissione di cinque miliardi di dollari in titoli azionari.

Erg: buon andamento settore termoelettrico e rinnovabili

Rispetto allo scorso anno, la redditività del settore della raffinazione costiera è atteso per il 2010 in leggero miglioramento, mentre per il downstream integrato i risultati dovrebbero essere in linea con quelli del 2009. Sono queste, per quel che riguarda l’evoluzione prevedibile della gestione, alcune delle previsioni formulate dalla società Erg in concomitanza con l’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione della società, della relazione finanziaria al 30 giugno 2010, caratterizzata, in accordo con quanto dichiarato dall’Amministratore Delegato di Erg, da risultati di periodo che hanno fatto registrare un miglioramento significativo per effetto delle performance positive nel settore termoelettrico, ma anche dal buon andamento per quel che riguarda la distribuzione dei carburanti e l’attività nelle energie rinnovabili.

Bot e Btp: collocamento 11 e 13 agosto 2010

Il Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha reso noto d’aver disposto per mercoledì prossimo, 11 agosto 2010, con data di regolamento 16 agosto, un’asta di Bot, Buoni Ordinari del Tesoro, per un ammontare complessivo pari a 6,5 miliardi di euro. Trattasi, nello specifico, dei Bot 15.08.2011 con scadenza a 364 giorni che saranno collocati dal Tesoro in concomitanza con la scadenza, in data 16 agosto 2010, di 7,15 miliardi di euro di Buoni Ordinari del Tesoro, tutti con scadenza a dodici mesi. Come al solito i risparmiatori potranno prenotare i titoli in asta per il tramite degli intermediari e per importi pari a nominali 1.000 euro o multipli. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha inoltre fornito un aggiornamento dei Bot in circolazione, pari a 144.912,595 milioni di euro, che, alla data dello scorso 30 luglio 2010, risultavano essere così distribuiti: 57.488 milioni di euro di Buoni Ordinari del Tesoro con scadenza a sei mesi, 3.000 milioni di euro di Bot a tre mesi, e 84.424,595 milioni di euro di Bot annuali.

EtfPlus, i settoriali e le commodities agricole guidano i rialzi

Il mercato EtfPlus è stato ampiamente dominato, in relazione alla sua ultima seduta, da una forte volatilità negli scambi, tanto che si è seguito in gran parte l’esempio delle più importanti piazze d’Europa; i titoli azionari hanno deluso le aspettative, ma ci si è potuti “lustrare gli occhi” con i rialzi fondamentali del leveraged long sull’Euro Stoxx 50 (si tratta di un prodotto di Db X-Trackers) e del semiattivo (vale a dire lo strumento di cui il gestore può modificare l’intensità a seconda delle fasi che vive il mercato) di Lyxor, il quale beneficia delle performance del Ftse Mib. In questo caso, in effetti, gli incrementi sono stati nell’ordine dei due punti percentuali. Un altro dato molto interessante è stato quello relativo agli obbligazionari corporate del Vecchio Continente; in questo senso, ha assunto una certa rilevanza il quarto posto, sempre in relazione al giro d’affari realizzato, di Ishares Makit Ibbox Euro Corporate Bond, il quale si è accodato ai prodotti di Lyxor.

Certificati: inatteso exploit del Valuta Plus sul fiorino ungherese

Le ultime contrattazioni che hanno caratterizzato la chiusura della giornata di ieri di Piazza Affari sono state all’insegna dei ribassi e delle flessioni: in particolare, l’indice Ftse Mib ha dovuto affrontare delle notevoli difficoltà, ma a fine seduta è comunque riuscito a rimanere al di sopra del limite psicologico dei 21.000 punti. In aggiunta, il Sedex (il mercato telematico italiano in cui si scambiano warrant e certificates) ha fatto registrare un declino importante nei volumi di scambio, anche se, perfino in questo contesto, i call di Société Générale hanno ribadito la loro leadership per quel che concerne le preferenze degli investitori (soprattutto i prodotti con scadenza a fine 2017, i quali hanno superato in modo agevole quota due milioni di euro). Ma lo stupore maggiore è stato destato da un certificato: si tratta del Valuta Plus di Royal Bank of Scotland, uno strumento che prende come riferimento per le proprie quotazioni il fiorino ungherese, la valuta ufficiale della nazione magiara.

Fotovoltaico: ErgyCapital, potenza strutture connesse sale a 14,2 MW

Con il completamento e la connessione in rete, nel Comune di Cutrofiano, di un impianto fotovoltaico da 0,75 MW di potenza, al 30 giugno 2010 le strutture connesse della società ErgyCapital sono salite a quota 14,2 MW. A darne notizia è la società in concomitanza con l’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione di ErgyCapital, della relazione finanziaria semestrale al 30 giugno del 2010, caratterizzata in particolare da una crescita dei ricavi consolidati per quel che riguarda le attività operative che sono in esercizio; a fine semestre, infatti, tale voce di fatturato si è attestata a 9,2 milioni di euro rispetto ai 7,2 milioni di euro conseguiti nel primo semestre dello scorso anno. Migliora nei sei mesi anche l’Ebitda consolidato, sempre riferito alle attività operative in esercizio, che passa da un valore negativo per 3,2 milioni di euro a -0,3 milioni di euro al 30 giugno del 2010. Per quel che riguarda il risultato netto, per effetto di componenti aventi una natura non ricorrente, ErgyCapital archivia il semestre con un risultato negativo per 3,9 milioni di euro rispetto ai 4,8 milioni di euro di perdita netta che è stata registrata alla data del 30 giugno del 2009.

Tesmec: utile netto semestrale in forte crescita

La Tesmec, società approdata di recente a Piazza Affari, e leader nel comparto della tesatura di linee elettriche aeree ad alto voltaggio, ed in quello dei trencher cingolati ad alta potenza per lo scavo in linea a sezione obbligata, ha archiviato i primi sei mesi del 2010 con una forte crescita dell’utile netto. Dalla relazione finanziaria al 30 giugno 2010, approvata dal Consiglio di Amministrazione della società, è infatti emerso che Tesmec ha chiuso i primi sei mesi dell’anno corrente con profitti in crescita del 61% a 4,7 milioni di euro rispetto ai 2,9 milioni di euro di utili conseguiti nel periodo gennaio – giugno 2009. Allo stesso modo, i ricavi nel periodo sono balzati del 32% a 53,4 milioni di euro rispetto ai 40,5 milioni di euro al 30 giugno del 2009; nel complesso tutti i principali indicatori economici di Tesmec nella prima metà del 2010 hanno fatto registrare netta crescita. Il margine operativo lordo, l’Ebitda, infatti, è salito del 43% a 10,4 milioni di euro, mentre l’Ebit, ovverosia il risultato operativo, ha fatto registrare un incremento del 36% a 7,9 milioni di euro rispetto ai 5,8 milioni di euro al 30 giugno del 2009.

Cacao e caffè in testa al rally dei migliori futures su commodities

Il settore primario deve essere monitorato con estrema attenzione in questo preciso momento storico, visto che può fornire delle informazioni davvero interessanti sui principali beni commerciali e su quali di essi investire con una certa sicurezza: il dato che emerge con maggiore chiarezza è il rialzo subito dalle quotazioni del frumento (+42% nel mese di luglio), ma non si tratta dell’unico prodotto agricolo che si trova in queste condizioni, anche perché il Food Price Index stilato dall’Onu ha messo in luce degli incrementi importanti in questo senso. L’intero settore, però, merita un’attenzione di tutto rilievo; i consumi sono in ripresa e questo fattore ha consentito ai fondi di portare verso l’alto le quotazioni del petrolio e dei metalli industriali.

Atlantia stima miglioramento risultati operativi della gestione

Rispetto all’esercizio 2009, il Gruppo Atlantia, tenendo conto del traffico registrato nei primi sei mesi del 2010, stima per l’intero anno di conseguire un miglioramento dei propri risultati operativi della gestione. In particolare, i dati dei primi sei mesi del 2010, innanzitutto, beneficiano del confronto con lo stesso periodo dello scorso anno quando sul traffico si sono fatte sentire le ripercussioni legate alla crisi economica. Inoltre, per l’esercizio 2010 il Gruppo Atlantia sottolinea come ci saranno effetti positivi legati al consolidamento integrale delle società che sono state acquisite nel corso del 2009. Entrando nel dettaglio, il Gruppo Atlantia ha archiviato i primi sei mesi di quest’anno con una crescita dei ricavi su base omogenea del 6% a fronte di una crescita del margine operativo lordo, ovverosia l’Ebitda, sempre su base omogenea, del 9,5%; il tutto a fronte di un utile di Gruppo che nel semestre si è attestato in crescita del 5,5% a 310 milioni di euro rispetto al periodo gennaio – giugno 2009.

Campari: primo semestre 2010 molto positivo

Si è chiuso tutto in crescita il primo semestre di quest’anno per il Gruppo Campari. Il Consiglio di Amministrazione della società, riunitosi nella giornata di ieri, mercoledì 4 agosto 2010, ha infatti approvato la relazione finanziaria al 30 giugno 2010, caratterizzata innanzitutto da un balzo delle vendite del 16,7% a 515,7 milioni di euro a fronte di un utile netto cresciuto del 15,2% a 69,3 milioni di euro. Tra gli altri indicatori di performance, Davide Campari-Milano S.p.A. chiude i sei mesi con un Ebitda, prima dei proventi e degli oneri non ricorrenti, in crescita del 17,9% a 128,6 milioni di euro; stesso tasso di crescita anche per l’Ebit, attestatosi nel periodo a 116 milioni di euro, a fronte di un margine di contribuzione balzato del 18,5% a 209,5 milioni di euro. I buoni risultati della società, in accordo con una nota emessa da Campari, si spiegano sia con il mix positivo delle vendite, sia con il consolidamento relativo all’acquisizione di Wild Turkey e con il confronto con il primo semestre 2009 i cui indicatori di performance erano stati fortemente condizionati dalla crisi finanziaria.