Un’ondata di ipo per le compagnie attive nell’informatica

Il web e le offerte pubbliche iniziali (meglio note con l’acronimo anglosassone Ipo) sono sempre più unite: dopo gli esempi importanti di Groupon, Linkedin, Zynga e Facebook, altre aziende attive in campo informatico e tecnologico si stanno interessando a un debutto di questo tipo presso il mercato azionario. In realtà, l’obiettivo principale è sostanzialmente quello di risolvere problemi piuttosto importanti, come ad esempio una migliore sicurezza. Ad esempio, appena due mesi fa vi sono state due richieste in questo senso, vale a dire quelle di Infoblox, società attiva nel campo delle infrastrutture di rete, e di Splunk, compagnia americana che si occupa da diverso tempo di raccogliere e analizzare determinati prodotti. In questo caso, si sta parlando di una quotazione in borsa per un ammontare complessivo di 250 milioni di dollari, una cifra davvero importante.


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Ma non si tratta soltanto di queste società. In effetti, si possono citare anche Workday, celebre per le sue risorse umane che sono messe a disposizione proprio su internet, e ServiceNow, la quale si occupa di software per la gestione; in aggiunta, Atlassian è più che pronta a questo grande passo, anche se per il momento non si ha alcun commento a queste indiscrezioni, con i vertici delle compagnie che preferiscono trincerarsi nel mutismo.

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Il 2012 si sta dunque confermando come l’anno giusto per il settore in questione e per l’avvicinamento al mondo degli investimenti finanziari: in pratica, non si tratta di realtà che possono vantare gli stessi volumi d’affari delle aziende che operano sul web, ma il flusso dei ricavi viene assicurato dalle tariffe che ogni mese sono garantite dall’utilizzo dei loro prodotti. In molti casi, poi, si fa riferimento a società che non sono nemmeno redditizie e proficue, ma il vantaggio principale è rappresentato dai risultati ottenuti nel corso del 2011, con fatturati in segno positivo.

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