Il momento difficile dei futures sulla carne suina

I contratti futures relativi alla carne suina sono calati ieri per la prima volta dopo tre sessioni consecutive in positivo (vedi anche In rialzo i futures sulla carne suina): il motivo di un simile declino è presto detto, visto che negli Stati Uniti è stato registrato il livello più basso da settembre per quel che riguarda i prezzi all’ingrosso di tale bene. In pratica, questa performance ha segnalato chiaramente come sia in rallentamento la domanda per la carne in questione. Al contrario, i futures bovini sono stati protagonisti di un rialzo.

Gli strumenti di cui si sta parlando hanno fatto registrare un ribasso di 0,87 centesimi, vale a dire 1,1 punti percentuali in meno rispetto alle ultime sessioni. In pratica, la nuova quotazione è pari a 81,15 centesimi la libbra. In aggiunta, c’è da sottolineare come le spedizioni del prossimo mese di giugno siano scese dello 0,9%, altra testimonianza evidente di come questo non sia certo il periodo migliore per tali derivati. Per quale motivo si sta ancora subendo la pressione dei dati americani? Il valore composito tra i maiali e le carcasse è sceso di settantacinque centesimi lo scorso venerdì, come non accadeva dal 21 settembre per la precisione: stando a quanto accertato dal dipartimento agricolo americano, inoltre, questo riferimento ha perso qualcosa come quasi otto punti percentuali da un anno a questa parte.

Come se non bastasse, poi, l’indice che monitora la carne suina magra, più precisamente i due giorni più recenti di scambi in denaro contante, ha subito la stessa contrazione nel corso dell’ultima settimana. Tra l’altro, la recente tempesta di neve ha contribuito non poco a questa situazione, rovinando diversi raccolti di grano e l’alimentazione dei suini ne ha risentito in misura notevole. Gli stabilimenti industriali che sono stati colpiti da tale evento atmosferico potrebbero ora ridurre le lavorazioni giornaliere di carne, con tutte le conseguenze del caso.

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