Metalli di base, prosegue il rally al London Metal Exchange

I metalli industriali stanno proseguendo imperterriti il loro incredibile rally: si tratta infatti del secondo giorno consecutivo che il London Metal Exchange fa registrare dei guadagni importanti, configurando uno dei migliori risultati dell’ultimo biennio (era dal 2009 che non si verificava una situazione simile), grazie soprattutto ai buoni dati manifatturieri che sono giunti dalla Cina. Nel dettaglio, l’ex Impero Celeste ha messo in luce una interessante crescita delle proprie produzioni nel corso di questo mese, almeno secondo quanto rilevato dagli indici di Hsbc e Markit Economics. Ma c’è anche da dire che i metalli hanno subito questo fondamentale rialzo a causa delle buone performance delle esportazioni giapponesi, aumentate più di quanto ci si potesse aspettare.

Cerchiamo allora di capire quali sono i metalli più appetibili di questo momento per gli investimenti finanziari. Ad esempio, i contratti futures che sono collegati alle spedizioni trimestrali di rame hanno ricavato ben 2,9 punti percentuali, attestandosi a quota 7.354 dollari la tonnellata presso la piazza britannica. L’indice del London Metal Exchange che osserva da vicino i sei principali metalli scambiati è inoltre aumentato di quasi il 5%, la percentuale più alta dal mese di agosto di due anni fa. Anche le spedizioni di dicembre dello stesso rame, poi, si sono ben distinte, con il loro promettente +3,1% al Comex.

Ma il metallo rossastro non è stato l’unico protagonista di queste contrattazioni. In effetti, bisogna mettere in luce anche l’andamento importante dell’alluminio, con il suo +2,3% relative alle spedizioni a tre mesi; in questo caso, tra l’altro, i prezzi sono molto vicini al costo di produzione, così come si evince dagli ultimi dati presentati dalla Aluminum Corporation of China Limited. Gli ultimi accenni servono per completare questa trattazione: il piombo (+2,7% e 1.967 dollari la tonnellata), il nickel (+0,9% e 18.960 dollari la tonnellata), lo stagno (+1,3% e 21.950 dollari) e lo zinco (+3,3% e 1.865,25 dollari) hanno decisamente contribuito alla “costruzione” di questo rally.

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