Investimento in commodity deludente nel primo trimestre 2013

commodityLe materie prime (commodity) non si sono dimostrate un buon investimento nel primo trimestre del 2013, nonostante le premesse a inizio anno erano per un decisa ripresa di questa asset class grazie alle aspettative di forte rialzo dei mercati azionari. L’indice settoriale Dj-Ubs ha perso l’1,1%, evidenziando il risultato peggiore degli ultimi tre anni. Fa da contraltare il balzo di Wall Street, cresciuta quasi del 10% con gli indici azionari Dow Jones e S&P500 sui massimi storici. La correlazione positiva tra equity e commodity è terminata.

Ciò vuol dire che azioni e materie prime non salgono e scendono più in tandem, come avveniva quasi ininterrottamente dal 2008. La perdita di questa correlazione non è di per sé qualcosa di negativo, in quanto vuol dire che i costi industriali risentono di meno dell’impatto del prezzo delle commodity a favore dei margini aziendali. Le commodity possono avere una reazione ritardata ai miglioramenti dell’economia reale, ma ora anche la speculazione vede grigio.

Negli Stati Uniti gli hedge funds hanno tagliato la loro esposizione netta lunga sulle commodity su livelli che non si vedevano ormai dal 2008 (-31%). A simboleggiare il declino dei prezzi delle materie prime c’è la caduta dell’oro. Il metallo giallo perde più del 10% da inizio anno e rappresenta un po’ la cartina tornasole per le commodity. L’oro crolla sotto 1.500$ ai minimi dal 2011, dimostrando di essere sempre meno un bene rifugio e più un asset speculativo dove la bolla sembra essere ormai scoppiata. Le banche d’affari stanno tagliando a più riprese le stime sui prezzi per i prossimi anni.

In particolare, l’oro perderà il 20% in due anni secondo Goldman Sachs, complice anche l’assenza di rischi inflattivi e il probabile rientro delle strategie di quantitative easing della Fed nei prossimi mesi. La view è negativa anche sul petrolio, dopo che le scorte di greggio negli Usa sono salite ai massimi da 22 anni: i prezzi sono in deciso calo con il Brent sui minimi annuali. Male anche i metalli di base. I mancati segnali di ripresa economica vigorosa tengono sotto stress i metalli industriali, in particolare il rame.

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