Intesa SanPaolo, ecco il nuovo piano industriale

Intesa SanPaolo presenta il suo piano industriale insistendo su specifici dati e sottolineando come la linea delle uscite volontarie e delle chiusure di filiali rimane una costante. A sorpresa, tra l’altro, è riuscita proprio grazie al bilancio e alle stime del piano dal salvarsi da una giornata nera in Borsa.

 

A Piazza Affari infatti, nonostante sia più debole del solito, sta riuscendo a tenere testa in modo corretto senza lasciarsi trascinare dall’andamento degli altri indici. Il punto chiave, soprattutto per ciò che riguarda il bilancio, è stata l’acquisizione delle banche venete. L’Istituto guidato da Carlo Messina infatti ha chiuso lo scorso anno con  un utile di 7,3 miliardi di euro nel quale bisogna calcolare anche i 3,5 miliardi versati dal Ministero delle Finanze in seguito all’acquisizione delle due banche in perdita. Il quarto trimestre, dal canto suo, si è chiuso con un guadagno in crescita a 1.428 milioni, in rialzo rispetto allo stesso periodo del 2016.

Ed ciò che è stato rivelato sul piano, ha portato anche rendere note le previsioni per l’anno in corso dove è sottolineato un calo del costo del rischio generale ed un aumento dell’utile netto.  Secondo il piano industriale Intesa SanPaolo raggiungerà, se tutto andrà bene, nel 2021 un utile netto di 6 miliardi archiviando un tasso di crescita medio annuo del 12,1% con i proventi operativi in aumento del 4% medio annuo a 20,8 miliardi.  I costi operativi vengono dati in calo dello 0,8% con un rapporto cost/income in miglioramento al 45,4%. Il CET1, secondo le previsioni, sarà pari al 13,1% nel 2021.

Come già anticipato vengono confermate 9 mila uscite volontarie e la chiusura di circa 1.100 ulteriori filiali ed, importante, verrà discussa con molta probabilità nella prossima assemblea dei soci la proposta al cda della conversione obbligatoria delle azioni di risparmio della banca in azioni ordinarie.

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