Fondi Comuni di Investimento: raccolta gennaio 2010 positiva

fondi-comuni-rendimentiE’ iniziato col passo giusto il 2010 nel nostro Paese per l’industria del risparmio gestito. In accordo con il consueto Rapporto mensile a cura di Assogestioni, infatti, il sistema dei Fondi il mese scorso ha fatto registrare una raccolta positiva per 260 milioni di euro, con i Fondi Hedge e quelli di Liquidità che hanno prestato il fianco ai riscatti, mentre portano il segno più davanti i Fondi Azionari, quelli Flessibili, i Bilanciati e gli Obbligazionari. La fotografia di fine mese di gennaio vede così i Fondi Flessibili detenere il 13,5% degli asset complessivi, mentre i Fondi Obbligazionari, con un patrimonio che ha superato i 164,5 miliardi di euro, rappresentano oltre un terzo del patrimonio complessivo detenuto dai Fondi. Luce verde per la raccolta a gennaio 2010 anche per i Fondi Bilanciati, che detengono una quota del 4% del patrimonio totale, mentre è del 3,4% per i Fondi Hedge che, dopo essersi riavvicinati alla parità, tra sottoscrizioni e riscatti, nello scorso mese di dicembre, a gennaio 2010 fanno nuovamente registrare sensibili deflussi con una raccolta netta negativa pari a 421 milioni di euro.

Un 20% degli asset detenuti dai Fondi risulta essere invece posseduto da quelli del comparto Liquidità che, come accennato, a gennaio ha nuovamente segnato il passo con deflussi pari ad oltre 1,6 miliardi di euro. Molto forte, come accade da tempo, è il contribuito che al sistema dei Fondi ha apportato la raccolta di quelli di diritto Estero che, in base ai dati provvisori forniti da Assogestioni, “portano in cassa” oltre 1,2 miliardi di euro.

Assogestioni, tra l’altro, mette in risalto come con il 50,2% sul totale degli asset, i Fondi di diritto Estero hanno superato quelli dei Fondi di diritto Italiano con un patrimonio che supera i 215 miliardi di euro. Anche durante le crisi, Assogestioni ricorda sul proprio sito Internet come ci siano cinque buone ragioni per l’investitore di detenere quote di Fondi, a partire dal fatto che nel nostro Paese i fondi comuni d’investimento si attengono a norme molto severe e sono strettamente oggetto di vigilanza sia da parte della Consob, sia da parte della Banca d’Italia a tutela dei risparmiatori.

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