Etf: puntare sui rialzi del mercato brasiliano

brazil-flag1-300x240Il Brasile, uno dei perni centrali del gruppo economico dei principali paesi emergenti Bric (Brasile, Russia, India e Cina) può rappresentare, senza dubbio, un’interessante opportunità per gli investitori internazionali: questo fattore è stato ben compreso da BNP Paribas, la quale ha messo a disposizione proprio un apposito strumento, vale a dire l’EasyETF DJ Brasil, il quale consente di beneficiare in maniera completa dei rialzi del mercato della nazione sudamericana, spesso contraddistinto da una forte volatilità. La struttura di questo prodotto è abbastanza semplice, visto che viene a comporsi di un indice sottostante, il Dow Jones Brazil 15 TR, con al suo interno le quindici società che possono vantare la maggiore capitalizzazione nel mercato in questione. La crescita del Brasile, dopo gli ottimi exploit del 2009, dovrebbe continuare anche nel corso di quest’anno, grazie soprattutto alle ricchezze del sottosuolo e alla conseguente fiorente produzione ed esportazione di materie prime.

 

Secondo quanto è stato annunciato dall’Fmi, il prodotto interno lordo carioca potrebbe aumentare di quasi cinque punti percentuali tra il 2010 e il 2011; un’altra ragione per cui focalizzare gli investimenti su questa nazione sono le Olimpiadi del 2016, un evento che arrecherà ulteriore ricchezza (sono previsti enormi finanziamenti per le infrastrutture). Il comparto finanziario la fa da padrone nel paniere dell’indice sopracitato, seguito a ruota dal settore petrolifero, dai materiali di base e dai beni di consumo, mentre le principali società a essere rappresentate sono Petrobras, Cia Vale Do Rio e Itau Unibanco.

 

Ma, come accade in praticamente tutti gli strumenti finanziari, accanto a questi indubbi vantaggi che rendono l’Etf più che appetibile agli investitori, vi sono anche dei fattori di rischio. Tra essi, possiamo citare l’eccessiva dipendenza dal comparto delle risorse di base, un elemento che farebbe oscillare in maniera troppo elevata l’indice a seconda delle performance delle materie prime; inoltre, la quotazione in dollari espone l’investitore al rischio di cambio.

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