Emissione bond, la rinuncia di Arvedi

Arvedi ha deciso di rimandare l’erogazione di bond. Le condizioni di mercato hanno messo il gruppo siderurgico nelle condizioni di procrastinare il collocamento di un prestito obbligazionario da 300 milioni di euro, come anticipato durante le scorse settimane.

Le obbligazioni dovevano essere collocate all’interno della fascia high yeild con un rating speculativo. Subito dopo la collocazione le agenzie di rating avrebbero dovuto assegnare il proprio giudizio. Banca IMI, Credit Suisse, Unicredit e banca Akros, avrebbero dovuto guidare e concludere l’operazione entro la fine del mese con il roadshow successivo da svolgere presso gli investitori internazionali. L’obbligazione avrebbe trovato il collocamento da parte di Finarvedi, holding di controllo delle società Arvedi e il bond sarà di tipo senior unsecured a sette anni e avrebbe dovuto servire, fra le altre cose, a rifinanziare debiti in scadenza con le banche per circa 200 milioni.

Poi, la rinuncia.

Più precisamente Finarvedi, la holding del gruppo siderurgico Arvedi con sede a Cremona, ha informato il mercato che “pur avendo ricevuto generale apprezzamento da parte degli investitori circa le qualita’ del gruppo, i risultati acquisiti e le solide prospettive di tutte le  aziende controllate, ritiene che non ci siano, al momento, le  condizioni di mercato ottimali per finalizzare l’operazione  di emissione obbligazionaria annunciata nei giorni scorsi” e  pari a 300 milioni di euro. Cio’ in accordo con i joint lead  bookrunner Banca Imi (B & D) e Credit Suisse, e con i joint  bookrunner UniCredit e Banca Akros.

A far desistere i collocatori sono le avverse condizioni del mercato in questo momento e il continuo calo della domanda di semilavorati nel campo dell’acciaio, legato al timore di una contrazione dell’economia cinese. Altri grossi player internazionali, come Alcoa e ArcelorMittal, avevano infatti lanciato dei profit warning a seguito del calo della domanda di acciaio a livello globale.

Lascia un commento