Donald Trump affonda la Zte con un bando

Donald Trump affonda la ZTE con un bando, creando in qualche modo la prima vittima della guerra fiscale tra gli Stati Uniti e la Cina: l’azienda ha infatti deciso di cessare tutte le attività dopo il bando di 7 anni ricevuto da parte dell’amministrazione statunitense.

La notizia è stata diffusa con un comunicato ufficiale dove è stato sottolineato come la decisione sia avvenuta in seguito al Denial Order emesso il 16 aprile dal Dipartimento del commercio statunitense il quale ha deciso per una reazione molto dura e quindi per il divieto alle aziende americane la vendita di componenti a ZTE per i prossimi 7 anni. Già nei giorni scorsi l’azienda cinese nei giorni aveva sospeso la vendita dei propri smartphone sia sul proprio sito che su TaoBao, piattaforma di e-commerce molto famosa in oriente.

Perché è accaduto questo? Tutto è legato al non rispetto dell’embargo imposto alla Cina dagli Stati Uniti per ciò che riguardava la vendita di prodotti ed infrastrutture all’Iran ed alla Corea del Nord: “problema” che già nel 2017  aveva portato la ZTE a pagare una multa da 890 milioni di dollari al governo americano. Unito al fatto che tra le parti era stato raggiunto un patteggiamento e lo stesso, per ammissione dell’azienda cinese non è stato rispettato. Si legge nel comunicato:

Ad oggi la compagnia conserva una liquidità sufficiente e aderisce ai propri obblighi commerciali e sta comunicando attivamente con i relativi dipartimenti del governo USA per facilitare la modifica o la revisione del Denial Order.

Non è prevedibile però un ribaltamento della situazione nonostante il ricorso presentato dalla ZTE a causa delle politiche protezionistiche messe in atto dagli Stati Uniti.

Lascia un commento