Crollo lira turca colpa del presidente Erdogan?

Il crollo della lira turca è da attribuire al presidente Erdogan ed alla sua incapacità di valutare le conseguenze delle proprie parole? La risposta è positiva, almeno in parte: parzialmente la colpa è anche di una Banca Centrale che sembra incapace di farsi rispettare.

E’ infatti palese che mentre la lira turca crolla l’istituto si rifiuta ad agire sui tassi di interesse, i quali per molti esperti rappresentano uno degli strumenti da sfruttare per tenere a bada quello che è l’andamento dell’inflazione, abbastanza fuori controllo, che agisce come un peso sia per l’economia che per la valuta stessa, ovviamente.

Quello che si nota guardando alla situazione turca, è che la sua moneta appare non essere abbastanza forte per sopportare quelle che sono le continue sollecitazioni che subisce: non dobbiamo dimenticare che è stata ridenominata nel 2005 e che continua a calare nei confronti del dollaro toccano i suoi minimi storici sul dollaro. Solo nell’ultimo mese ha perso circa il 19% del suo valore. Recep Tayyip Erdogan ci ha messo del suo, facendo capire,  senza preoccuparsi della conseguenze, che vorrebbe avere maggiore influenza sulla politica monetaria, definendo un rialzo dei tassi come “la madre e il padre di tutti i mali”.

La Banca Centrale turca si riunirà il 7 giugno per discutere un eventuale rialzo dei tassi: Erdogan vorrebbe rimandare fino al 24 giugno, dopo le elezioni mentre analisti ed economisti vorrebbero accelerare in tal senso, soprattutto perché per essere di supporto all’economia, i tassi dovrebbero crescere almeno del 2%.

Non si può perdere tempo: il problema è che il presidente questo non lo ha capito.

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