Come investire sugli Etf strutturati

etfs-and-index-funds_s600x600In Italia gli Etf (Exchange traded fund) stanno conquistando sempre più le simpatie dei risparmiatori privati, soprattutto coloro che intendono gestire i propri risparmi in prima persona evitando l’acquisto dei più costosi fondi comuni di investimento. Gli Etf sono fondi passivi che replicano con precisione uno specifico indice di mercato. Non tutti gli Etf sono uguali. Una delle tipologie di Etf più amate dai risparmiatori è senza dubbio quella degli Etf strutturati. Si tratta di fondi passivi che permettono di amplificare l’andamento degli indici sia al rialzo che al ribasso.

Ad esempio si può investire su un Etf che permette di raddoppiare i guadagni o le perdite di una singola seduta di borsa dell’indice azionario Ftse Mib di Piazza Affari. Ma ce né davvero per tutti i gusti. Oggi gli Etf strutturati azionari quotati a Piazza Affari sono tra i più scambiati in borsa. Tra l’altro questi strumenti finanziari sono molto liquidi e presentano uno spread denaro/lettera davvero molto contenuto (in media intorno allo 0,1%).

IL NUOVO ETF DI LYXOR LEGATO ALL’AZIONARIO GIAPPONESE

Nel primo trimestre dell’anno l’Etf più negoziato è stato il Lyxor Etf Ftse Mib Double Short Xbear. Ha attratto un quinto di tutti gli scambi sulla categoria e poco meno del 13% dei volumi complessivi. Il secondo Etf più trattato a Piazza Affari è stato il Lyxor Etf Ftse Mib Daily Leveraged, che ha attratto poco meno del 10% dei contratti totali e del 13% di controvalore. Bisogna ricordare che questi Etf strutturati sono consigliati per un pubblico di risparmiatori evoluto, altrimenti l’ideale è farsi seguire negli investimenti da un consulente finanziario indipendente.

Questi Etf si sposano bene per un’operatività di breve periodo, da poche ore a 2-5 giorni in base all’andamento della volatilità dei mercati. Si possono utilizzare soprattutto nelle fasi di mercato più direzionali, ovvero quando il trend dei prezzi è ben definito. Il vantaggio maggiore è quello di investire con la leva finanziaria, impiegando così solo la metà del capitale necessario per l’investimento. Il rischio maggiore è il cosiddetto “coumpanding effect”, ovvero l’interesse composto generato dal ribilanciamento giornaliero della leva: in periodi più lunghi può esserci una divergenza tra andamento dell’Etf e quello dell’attività sottostante.

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